Prima di scrivere questa recensione mi sono documentata un po’, ma solo un po’ però non voglio fare la saccente e dire adesso so tutto dei sovrani inglesi anche perché mi sfugge ancora come mai Carlo non sia stao cacciato dal Regno solo per via delle sue orecchie…mah. Comunque dicevo che ero incuriosita perchè la figura di questo giovane e strano re mi è sembrata alquanto rivoluzionaria.
Stiamo parlando del film Il discorso del re uscito nelle sale pochi giorni fa candidato a ben 12 Premi Oscar tra cui Miglior Film, e Miglior Attore protagonista.
La film prende spunto dal libro che Mark Logue ha scritto sull’amicizia e la guarigione di due persone comuni: Lionel Logue, logopedista, ma soprattutto amico di Sir Albert Frederick Arthur George Windsor, detto Bertie, incoronato poi Re Giorgio VI.
L’uomo comune incontro un sovrano un altezza reale, un uomo che aveva in mano il futuro del suo popolo in un momento di crisi e di pericolo.
La trama si attiene al libro e alla realtà storica dei fatti, ma la bellezza del film sta nell’interpretazione dei suoi protagonisti.
Analizziamoli insieme:
Re Giorgio VI è Colin Firth pluripremiato attore britannico che il mondo femminile ama dal giorno in cui l’ha visto vestire i panni di Mark Darcy ne Il diario di Bridget Jones (sua la celebre frase che tutte le donne ricordano con orgoglio “Mi piaci così come sei”). Colin è magistrale nella versione di un Re balbuziente e intimorito dai riti di corte. In lui c’è una magia che n pochi attori al giorno d’oggi si può riscontrare. È versatile, goffo e fiero allo stesso tempo, ha dato l’idea di un Re combattivo, ma allo stesso tempo un uomo comune pieno di difetti e contraddizioni.

Geoffrey Rush è Lionel Logue logopedista, o meglio esperti di problemi del linguaggio come ci tiene a sottolineare lui nel film, che aiuta il fuor Re a combattere i suoi problemi di banbuzia diventando poi suo grande amico. Geoffrey è conosciuto dai più giovani per la sua interpretazione di Hector Barbossa nei film dei Pirati dei Caraibi, anche se i suoi ruoli sono stati molteplici nella sua vita di attore recitando anche nel film di Steven Spielberg Munich.
Il discorso del Re è un film piacevole, uno di quei film che si possono vedere e non si possono perdere a mio avviso solo perché ti danno al carica giusta. Ti fanno vedere che la vita a volte gira in modo anomalo e non sempre ne capiamo le ragioni.
Sono state 2 ore di serenità e di risate, quando la compagnia è giusta un film è sempre meraviglioso.