Classico film su Cosa Nostra che vede protagonista Saro (Luigi Lo Cascio), un giovane che gradualmente riesce a farsi strada nei più importanti ambienti mafiosi di Palermo. Qualche anno più tardi però inizia a pentirsi delle sue scelte e a capire che lui stesso è vittima dei giochi di potere della Famiglia e così molla tutto per rifarsi una vita nel Nord Italia accanto all'unica donna che abbia mai amato. Ho visto fiction sulla mafia realizzate con più cura di questo film. I palinsesti televisivi sono circa trent'anni che sviluppano e sviscerano questo tema che risulta sempre affascinante nonostante i quotidiani parlino sempre meno di Cosa Nostra. Al cinema è molto più raro imbattersi in questo soggetto. In questo caso abbiamo un film semplice, lineare, non molto cruento e piuttosto scarso di dettagli sul mondo della mafia. Tutto gira intorno a Saro ma senza soffermarsi troppo sui dettagli, procedendo rapidamente verso il lieto fine e lasciando in sospeso tante questioni. Si capisce che il regista, Andrea Porporati, è maggiormente interessato al lato umano e sentimentale di Saro e molto meno alla cura del dettaglio, soprattutto per quel che riguarda gli ambienti, i costumi, insomma la ricostruzione di un'epoca. Nessuno ci dice se siamo negli anni 70, 80, 90 o 2000, possiamo intuirlo dai modelli delle automobili o da qualche canzone che esce da un'autoradio accesa ma è troppo poco per esserne soddisfatti. Non è un film realizzato male ma è un film realizzato con poca cura. Niente da dire su Lo Cascio che ha un talento naturale nell'immedesimarsi in qualunque personaggio ma la sua bontà risulta poco credibile se unita alla crudezza di Cosa Nostra. Dovrebbe fare il cattivo ma non ci riesce per niente.Voto 6
Magazine Cinema
Classico film su Cosa Nostra che vede protagonista Saro (Luigi Lo Cascio), un giovane che gradualmente riesce a farsi strada nei più importanti ambienti mafiosi di Palermo. Qualche anno più tardi però inizia a pentirsi delle sue scelte e a capire che lui stesso è vittima dei giochi di potere della Famiglia e così molla tutto per rifarsi una vita nel Nord Italia accanto all'unica donna che abbia mai amato. Ho visto fiction sulla mafia realizzate con più cura di questo film. I palinsesti televisivi sono circa trent'anni che sviluppano e sviscerano questo tema che risulta sempre affascinante nonostante i quotidiani parlino sempre meno di Cosa Nostra. Al cinema è molto più raro imbattersi in questo soggetto. In questo caso abbiamo un film semplice, lineare, non molto cruento e piuttosto scarso di dettagli sul mondo della mafia. Tutto gira intorno a Saro ma senza soffermarsi troppo sui dettagli, procedendo rapidamente verso il lieto fine e lasciando in sospeso tante questioni. Si capisce che il regista, Andrea Porporati, è maggiormente interessato al lato umano e sentimentale di Saro e molto meno alla cura del dettaglio, soprattutto per quel che riguarda gli ambienti, i costumi, insomma la ricostruzione di un'epoca. Nessuno ci dice se siamo negli anni 70, 80, 90 o 2000, possiamo intuirlo dai modelli delle automobili o da qualche canzone che esce da un'autoradio accesa ma è troppo poco per esserne soddisfatti. Non è un film realizzato male ma è un film realizzato con poca cura. Niente da dire su Lo Cascio che ha un talento naturale nell'immedesimarsi in qualunque personaggio ma la sua bontà risulta poco credibile se unita alla crudezza di Cosa Nostra. Dovrebbe fare il cattivo ma non ci riesce per niente.Voto 6
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