La Magistratura italiana, dopo lunghe e numerose indagini, ha archiviato il caso escludendo il dolo (cioè trucco o marchingegno da parte di uno o più soggetti) e concludendo che l’origine del fenomeno è da ricondursi ad un fatto di suggestione collettiva o ad un fatto soprannaturale. La Chiesa cattolica non si è mai espressa ufficialmente sulle lacrimazioni, né a favore né contro, mentre le analisi scientifiche hanno prodotto alcuni risultati interessanti. In questo dossier, continuamente aggiornato in caso di novità, affronteremo tutto quello che riguarda questi eventi.
INDICE1. Posizione della Chiesa
2. Lacrimazioni di sangue
3. Analisi scientifiche
4. Commissione teologica
5. Archiviazione e vicende giudiziarie della famiglia Gregori
6. Essudazione della nuova statuetta
7. Lacrimazioni acquose della nuova statuetta
8. Apparizioni e legami con Fatima
9. Ipotesi esplicative e critiche
10. Conclusioni
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1. POSIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA
La Chiesa cattolica non si è mai espressa ufficialmente sulla Madonnina di Civitavecchia, non ha mai riconosciuto la soprannaturalità dell’evento e nemmeno l’ha mai negata. Essendo la statua proveniente da Medjugorje (acquistata da don Pablo Martìn, parroco della chiesa di Sant’Agostino di Civitavecchia e donata alla famiglia Gregori), luogo famoso per presunte apparizioni mariane ancora in corso, è possibile che la posizione attendista della Chiesa dipenda dal pronunciamento rispetto a questi eventi.
Lo scetticismo che pervade le autorità ecclesiastiche su questi fenomeni emerge particolarmente in un’intervista a mons. Grillo: «La sofferenza più acuta è stata la quasi completa emarginazione da parte dei miei confratelli vescovi; molti di essi, infatti, neppure mi rivolgevano più il saluto; forse mi ritenevano non più sano di mente e comunque mi trattavano come un ammalato, dal quale tenersi lontano».
Esistono invece alcuni episodi riguardanti Giovanni Paolo II, il quale divenne favorevole all’origine divina dei fatti di Civitavecchia. Il 1 maggio 2011 mons. Girolamo Grillo, vescovo di Civitavecchia, ha rivelato che il Pontefice polacco, in data 9 giugno 1995, lo ha chiamato in Vaticano e ha venerato la statuetta portata dal vescovo. Il 20/11/2000 Papa Wojtyla ha inviato un documento a mons. Grillo, attestando per iscritto quanto accaduto. Nel libro “Diario del Vescovo”, mons. Grillo, racconta anche di un paio di visite “in incognito” che Giovanni Paolo II fece a Civitavecchia, durante una delle tante “fughe fuori porta”. Mons. Grillo, durante la trasmissione “La Storia siamo noi” del 2012, ha spiegato di aver fatto visita a Papa Woytila poco prima della sua morte, appena il Pontefice lo ha riconosciuto «ha abbassato gli occhi e ha detto tre volte: “Civitavecchia! Civitavecchia! Civitavecchia!”, ed è scoppiato a piangere». Padre Luciano Pescatore, incaricato di confezionare le reliquie del beato Karol, ha donato alla famiglia Gregori una stoffa intrisa del sangue dell’attentato al Papa del 13 maggio 1981, proprio per la venerazione di quest’ultimo per la Madonna di Civitavecchia.
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2. LACRIMAZIONI DI SANGUE
La prima lacrimazione di sangue della statuetta, posta in una nicchia del giardino di casa, sarebbe avvenuta alle ore 16:20 del 2 febbraio 1995 davanti a Fabio (padre) e Jessica Gregori (figlia allora di 5 anni). Le altre manifestazioni ematiche si sarebbero svolte: il 3/02/95 ore 18:30 e alle ore 21,15; il 4/02/95 ore 19:30 e 23:30; il 5/02/95 ore 01:15, 02:30, 08:45, 09:45, 12:30-13:15, 14:40 e 20,40; il 6/02/95 ore 04,50 e infine il 15/03/95 ore 08,15.
La notizia si è sparsa subito velocemente e il 5 febbraio 1995 è arrivata sulla cronaca nazionale (pochi mesi dopo su quella internazionale). I vigili urbani e la polizia hanno sorvegliato la statuetta, nel frattempo chiusa all’interno di una teca di vetro, coordinando l’afflusso di fedeli, giornalisti e semplici curiosi. Gli stessi agenti di polizia hanno dunque potuto osservare le manifestazioni ematiche, come ad esempio testimoniato dal sovraintendente della polizia di stato Mirko Loi nel 2012 (al programma “La Storia siamo noi” andato in onda nel 2013) e da Giancarlo Mori, capo dei Vigili Urbani di Civitavecchia. Quest’ultimo, intervistato il 23/02/1995 da Enzo Biagi e autodefinitosi “un laico convinto”, ha assistito alla lacrimazione avvenuta intorno alle 19.30 del giorno 4 febbraio insieme a un collega e a due poliziotti e ha riferito: «Stavo conversando con un collaboratore, quando un agente della Questura ha richiamato la mia attenzione: “Il fenomeno” ci disse “si sta ripetendo”. Mi sono avvicinato e proprio in quel momento il viso della Madonna incominciava ad arrossarsi. Nello spazio sotto gli occhi, per una superficie che sarà stata di uno, due millimetri quadrati, si andava manifestando una coloritura rosso vivo. C’era del liquido che, nel giro di quindici minuti, tempo in cui aveva preso consistenza, incominciò a colare» (cit. in R. Caniato, “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, pp. 42-43).
Anche Massimiliano Marasco, giornalista del “Messaggero”, ha osservato lo stesso fenomeno e ad una intervista, a chi prospetta l’ipotesi di una “manomissione”, ha risponde: «la escludo categoricamente. Chi era lì ha capito subito che quel fatto si stava verificando in modo del tutto naturale» (cit. R. Caniato, “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005).
L’ultima lacrimazione, la 14°, è avvenuta tra le mani di mons. Girolamo Grillo. Occorre premttere che il vescovo di Civitavecchia fu inizialmente fortemente scettico, arrivando a parlare di truffa, vietando ai suoi sacerdoti di recarsi sul luogo e incaricando segretamente il Vice Questore di allora, Dott. Aldo Vignati, perché facesse un’opportuna indagine sia sulla famiglia che sull’ambiente in cui sarebbe accaduto il fenomeno, ricevendo questo responso: «a carico della famiglia Gregori non risultava nulla di particolare ed anzi appariva, a detta di tutti onesta e normale sotto ogni profilo» (dalla lettera del Dott. Aldo Vignati al Vescovo, 2 febbraio 1997). Il 5 febbraio 1995 mons. Grillo scrisse sul suo diario: «Che brutta storia quella della Madonne che piangono sempre. C’è sempre qualche burlone che si prende lo sfizio di imbrattare gli oggetti sacri. Poveri noi, dove siamo capitati! Con il parroco don Pablo Martin che va anche dietro a queste stupidaggini! Mater boni consilii, ora pro me!». Mons. Grillo predispose anche un esorcismo sulla statuetta per escludere l’eventuale presenza demoniaca. Vietò inoltre la venerazione della statua e decise di distruggerla, poi cambiò idea ma volendola in consegna.
Tuttavia, come ha scrisse sul suo diario personale, il 15 marzo 1995 è avvenuta una lacrimazione proprio tra le sue mani in casa sua, davanti ad alcuni parenti e religiose. Testimone anche il primario cardiologo di Civitavecchia, Dott. Marco di Gennaro accorso per soccorrere il vescovo, colpito da un profondo shock. Il dott. Di Gennaro scrisse di aver constatato che «la statuina che di solito aveva tracce di color marroncino sfumato, si presentava con due fili rosso brillante lunghi 2 o 3 cm. Era una traccia netta molto sottile da entrambe le parti, sovrapposta all’altra traccia più vecchia sottostante», dal verbale della Commissione teologica del 9 marzo 1996).
E’ stato questo evento a mutare i convincimenti del vescovo il quale, l’8 ottobre 2000, ha inviato una confessione giurata a Giovanni Paolo II: «In pieno possesso delle mie facoltà di intendere e volere, in tutta franchezza e verità, dinnanzi a Dio Padre onnipotente e misericordioso, al suo Figlio Gesù Cristo al cui giudizio dovrò comparire, allo Spirito di santità e di amore, dinanzi alla sempre vergine Maria Madre di Dio, dinanzi a vostra Santità Beatissimo Padre, e a tutta la Chiesa, dichiaro di aver visto il 15 marzo 1995 alle ore 8,15 lacrimare nelle mie mani la statuina della Madonna proveniente dalla parrocchia di S. Agostino in Civitavecchia. Di questo fatto sono stato testimone oculare e pertanto non posso minimamente dubitare della sua realtà».
Questa lacrimazione è stata confermata anche dal prof. Giancarlo Umani Ronchi, ordinario di Medicina Legale nell’Università di Roma “La Sapienza”, come risulta dal verbale della Commissione teologica del 9 marzo 1996, il quale -arrivato a casa del vescovo qualche giorno dopo- ha a sua volta notato che «nella zona che era stata oggetto del precedente prelievo c’era un sottile rivolo a livello della guancia destra che arrivava al di sotto della mandibola, un rivolo di colore diverso perché il sangue aveva mantenuto nelle orbite un colorito brunastro (e questo perché il sangue tende ad invecchiare), ma nella parte dove avevano eseguito il prelievo vi era un rivolo di colore diverso alla congiunzione col precedente». Notò inoltre che il sanguinamento cominciava esattamente nel punto dove il rivolo superiore iniziava. Il 13 giugno 2001 ha scritto a mons. Grillo criticando le osservazioni del pm Antonio La Rosa, il quale ha ignorato la sua testimonianza sulla «ulteriore lacrimazione avvenuta» nelle mani del vescovo di Civitavecchia. «Ricordo, come fosse ora», ha scritto il dott. Umani Ronchi, «che il 28/3 presso la sua abitazione, appena vista la piccola statua non ho potuto frenare esclamazioni di meraviglia alla presenza di alcuni poliziotti, del Dott. Spinella della Criminalpol e forse dello stesso Dott.La Rosa (ma non ricordo se fosse presente). Avevo notato che la gota destra presentava una traccia nettamente più estesa di materiale rossastro (poi rivelatosi sangue) rispetto all’ultimo prelievo effettuato presso il Policlinico Gemelli alcuni giorni prima. Il rivolo che secondo i miei ricordi si arrestava all’altezza inferiore del viso (a livello della mandibola); la nuova traccia presentava un colore più chiaro tanto che piuttosto netta, ai miei occhi, appariva la differenza rispetto a quella ancora evidenziabile a monte. Pregai più volte il Dott. Spinella che era stato incaricato, insieme a me e al Prof. Fiori, di effettuare distinti prelievi delle due parti del rivolo, ma questi rifiutò adducendo che – comunque – ove vi fosse stata una qualche differenza, sarebbe emersa dalle indagini. Asserzione scientificamente corretta sotto il profilo delle indagini sul DNA, ma indubbiamente erronea ove il Pubblico Ministero avesse formulato anche il quesito sulla cronologia delle diverse parti della traccia ematica. All’arrivo del Prof. Fiori, il prelievo era stato già completato, tant’è che questi non è stato in grado di confermare quanto da me osservato. Amarezza di fronte alle parole del Pubblico Ministero, perché – pur avendo riscontrato “un incremento delle macchie di colore rosso poste sul lato destro del volto della statuetta”, non ne tiene conto e preferisce soffermarsi sul fatto che le macchie “non sembrano avere origine dall’occhio” ma dallo “zigomo” e a sinistra “di poco sopra la palpebra”. E, contrariamente al giudice, conclude con un “insulto blasfemo”, affermazione gravissima per un magistrato e soprattutto irrispettosa nei confronti di chi intendeva dare un diverso significato ai fatti. Come uomo di scienza, ritengo che l’obiettività e il rispetto siano segni fondamentali di educazione e di civiltà».
Qui sotto il video con diverse testimonianze oculari
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3. ANALISI SCIENTIFICHE
Un primo esame sul liquido lacrimato è stato compiuto dai dottori Umberto Natalini e Graziano Marsili quando la statuina era ancora nel giardino della famiglia Gregori ed ha avuto come risultato essere «sangue umano». Un secondo esame è stato condotto dai professori Angelo Fiori del “Gemelli” e Giancarlo Umani Ronchi dell’Università “La Sapienza”, i quali il 28 febbraio 1995 hanno presentato una relazione con il seguente risultato: a) per quanto riguarda il sangue si tratta di «sangue umano maschile (XY)», b) circa l’esame radiologico della statuina non sono risultate al suo interno strutture o apparecchiature o cavità, pertanto viene escluso ogni trucco interno.
A seguito della denuncia del Codacons e dell’associazione cagliaritana Telefono Antiplagio (secondo i quali all’interno della statuetta ci sarebbe stata una pompetta sensibile agli impulsi di un telecomando), l’autorità giudiziaria ha disposto altre analisi sulla statuetta sotto l’ordine del magistrato Antonio Albano. Il 10 febbraio 1995 venne effettuata una TAC presso l’Istituto di Radiologia del Policlinico Gemelli da parte del Prof. Maurizio Vincenzoni, l’esame ha escluso la presenza di marchingegni o altre anomalie all’interno della statuetta, la quale è risultata essere integra, solida e priva di orifizi.
Nei mesi successivi altre indagini effettuate dal dott. Aldo Spinella della sezione di indagini biologiche dalle Criminalpol, hanno confermato le analisi del policlinico Gemelli, aggiungendo: «Nei nostri laboratori siamo andati oltre il Dna nucleare individuato dai professori Umani Ronchi e Fiori, e abbiamo determinato quello mitocondriale. Confermo le sue caratteristiche maschili. Si tratta di un Dna abbastanza diffuso, diciamo uno a 50.000». E’ stato disposto dunque il confronto del Dna trovato con quello dei componenti maschili della famiglia Gregori, la quale si è sempre dichiarata disponibile a sottomettersi all’esame per la comparazione del sangue. Tuttavia fu loro spiegato, dal pool dei tecnici, che tale riscontro non era opportuno data la parzialità degli esami effettuati e la pericolosità per una possibile loro strumentalizzazione (un approfondimento della vicenda è stato realizzato dall’avv. Bruno Forestieri il 04/01/2005): gli esperti avevano individuato solo 5 polimorfismi, che sarebbero stati compatibili con il 95% della popolazione, mentre ne sarebbero serviti almeno 25 per poter avere una maggiore certezza. Per questi motivi hanno ritirato la loro adesione, rimanendo disponibili invece (ancora oggi, come ha affermato Fabio Gregori in un’intervista del 2012 al programma “La Storia siamo noi”) in caso di richiesta da parte della Chiesa. Lo stesso prof. Giancarlo Umani Ronchi, ha sconsigliato decisamente un esame del Dna che, viste le condizioni createsi e la situazione dei reperti, avrebbe portato confusione più che chiarezza, rischiando di dare indicazioni fuorvianti e scientificamente non attendibili (asserzione data alla Commissione teologica il 9 marzo 1996).
Qui sotto Flavio Gregori spiega la sua posizione sul DNA
Nonostante le lacrimazioni siano state osservate da numerosi testimoni (circa 50 le persone ufficialmente interrogate dei fatti), diverse fra loro per età e condizione sociale, nonostante sia stato escluso il dolo e nonostante si sia studiato il sangue sulla statuetta, le analisi conclusive del decreto di archiviazione del Giudice dott. Carmine Castaldo hanno escluso le 13 lacrimazioni successive alla prima, sostenendo che tali manifestazioni «debbono ricondursi o ad un fatto di suggestione collettiva o ad un fatto soprannaturale» ed in questo caso spetta all’autorità ecclesiastica pronunciarsi «se il fenomeno in questione debba essere meno qualificato miracolo».
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4. COMMISSIONE TEOLOGICA
Mons. Girolamo Grillo ha istituito una prima Commissione teologica il 19 aprile 1995 per approfondire i fatti, composta da undici persone qualificate. Riunitasi per 13 volte, l’ultima il 22 novembre 1996, la Commissione ha ascoltato più volte il Vescovo; interrogato i testimoni; consultato specialisti di scienze umane per raccogliere dati e ricevere orientamenti per la valutazione del fenomeno; ascoltato il Dott. Di Gennaro, gli analisti ematologi Prof. Fiori e Prof. Umani Ronchi e P. Roberto Zavalloni quale esperto in psicologia e parapsicologia (i quali hanno affermato la <i«non spiegabilità scientifica del fenomeno»); il tutto con il fine di verificare il fatto (raccolta delle testimonianze, esami clinici, argomenti pro e contra); studiare le varie ipotesi esplicative (frode, trucco, secondi fini, allucinazione, autosuggestione, telecinesi, parapsicologia … ); ricercare il significato del fenomeno una volta appurato. La Commissione si è pronunciata favorevolmente il 22 novembre 1996 per la verità del fatto, riscontrata da tutti i membri della Commissione, per quanto riguarda l’interpretazione del fatto il parere personale è risultato diversificato: uno dei membri della Commissione ha affermato che «non ci sono argomenti per affermare che il fenomeno rivesta le caratteristiche di un intervento soprannaturale»; tre membri, dopo aver escluso trucco, frode, manomissione di statua, e quindi ammesso la veridicità del fatto, si sono astenuti dal pronunciare un giudizio circa la soprannaturalità di esso preferendo un parere sospensivo o dubitativo; sette membri hanno ritenuto di pronunciarsi, in coscienza, a favore della soprannaturalità del fatto.
Il 27 ottobre 1997 il dossier di Civitavecchia è arrivato alla Congregazione sulla Dottrina della Fede. Il 17 febbraio 2005 il card. Tarcisio Bertone, (non ancora segretario di Stato Vaticano), durante la trasmissione “Porta a Porta” ha affermato che la II° Commissione teologica istituita dal Vaticano si sarebbe pronunciata con il pronunciamento “non constat de supernaturalitate” il quale significherebbe che non è bene ancora procedere a riconoscere la soprannaturalità (posizione attendista) oppure che la soprannaturalità è stata esclusa (anche se in questo secondo caso si sarebbe detto ““constat de non supernaturalitate”). Si sa che la seconda Commissione venne istituita nel 2000 dal card. Camillo Ruini, ma nessun documento ufficiale ha confermato le parole di mons. Bertone, allora arcivescovo di Genova, vicepresidente e segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.
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5. ARCHIVIAZIONE DEL CASO E VICENDE GIUDIZIARIE DELLA FAMIGLIA GREGORI
La Procura della Repubblica ha aperto un’indagine sugli eventi, ipotizzando il reato di associazione a delinquere, truffa e abuso della credulità popolare. La casa della famiglia Gregori venne perquisita l’8 marzo 1995, a cui seguì un automatico avviso di garanzia per Fabio Gregori, numerosi interrogatori (il primo il 14 marzo 1995) e intercettazioni telefoniche. Da tutto questo non è mai emerso nessun elemento riconducibile al reato di associazione a delinquere, frode o abuso della credulità popolare.
Il 6 aprile 1995 avviene il sequestro preventivo della Madonnina ai sensi dell’art. 321 c.c.p., ma si rilascia pochi giorni dopo. Dopo cinque anni di indagini la Procura ha richiesto l’archiviazione del caso in data 7 giugno 2000, il Codacons si è opposto a tale richiesta chiedendo di «proseguire nell’attività di indagine con ulteriori adempimenti istruttori» (prof. Carlo Rienzi, Roma 23/06/2000). La stessa cosa è stata chiesta anche dall’associazione “Telefono Antiplagio” con un esposto alla Procura della Repubblica di Civitavecchia (dott. Giovanni Panunzio, Cagliari, 23/06/2000). Tuttavia le indagini condotte per lungo tempo in tutte le direzioni non hanno rilevato alcun «dolo» nei confronti della famiglia Gregori e con Decreto del 16 ottobre 2000 il processo è stato definitivamente archiviato (l’atto finale di archiviazione è firmato dal Giudice Dott. Carmine Castaldo e depositato in Cancelleria lo stesso giorno).
Qui sotto il video del documento dell’archiviazione
L’avvocato Bruno Forastieri, legale della famiglia Gregori, ha denunciato un «atteggiamento dichiaratamente ostile assunto dalla Procura della Repubblica, da considerarsi più volte, ad avviso dello scrivente, in violazione alle norme concordatarie dei Patti Lateranensi».
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6. ESSUDAZIONI DELLA NUOVA STATUETTA
Il 10 aprile 1995 il card. Andrzeij Maria Deskur, amico personale di Giovanni Paolo II, ha donato alla famiglia Gregori una nuova statuetta, identica alla prima e anche questa acquistata a Medjugorje, per risarcirla di quella che è stata loro sottratta. Tuttavia dal 7 settembre 1995 anche su questa nuova statuetta sono accaduti dei fatti singolari: su di essa e sulle foglie di edera vicine alla piccola nicchia sono apparse delle gocce di un liquido oleoso profumato. Queste “essudazioni” avvengono nelle Feste del Figlio (Natale, Pasqua, ecc.) e nelle Feste di Maria (eccetto il giorno dell’Addolorata) o in eventi particolari di fronte a persone riunite in preghiera, spesso si sono verificate anche davanti alle telecamere di giornalisti (come l’anglosassone BBC), come ad esempio il 13/03/12 giorno del matrimonio di Jessica, circostanza documentata dagli operatori di Rai3 presenti all’evento. Il liquido, si vede nel video, nasce proprio dalla statuetta. Lo stesso fenomeno accade anche se la statuetta viene portata in luoghi chiusi, come dimostrano diversi filmati.
Mons. Grillo, inizialmente scettico anche su questo fenomeno, ha assistito ad esso: «stranamente tutto gocciolava di questo liquido che sembrava olio: l’intera grotta, l’albero sovrastante e le rose che circondavano la grotta». Un esame scientifico al Prof. Angelo Fiori ha evidenziato che non si tratta di olio, ma di un’essenza, il cui DNA non è né di natura umana, né di natura animale; probabilmente di natura vegetale, contenente moltissimi profumi e parti organiche sconosciute alla scienza che non si è riusciti a classificare. Il Vescovo ha invitato qualunque esperto in materia a recarsi a Civitavecchia per studiare il fenomeno.
Qui sotto il video delle essudazioni
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7. LACRIMAZIONI ACQUOSE DELLA NUOVA STATUETTA
Oltre alle essudazioni, la “nuova” statuetta ha versato delle lacrime acquose la settimana in cui Giovanni Paolo II si è aggravato ed è morto, ed anche nel I° anniversario di morte. In questa circostanza l’evento è stato ripreso con una videocamera amatoriale dalla famiglia Gregori.
Qui sotto il video delle lacrimazioni acquose
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8. APPARIZIONI E LEGAME CON FATIMA
La famiglia Gregori, in particolare la figlia Jessica, sostengono di aver ricevuto anche decine di apparizioni della Vergine Maria e ancora oggi essa apparirebbe alla donna. La Madonna si sarebbe presentata come “Madonna delle Rose dal Cuore Immacolato, Regina del Cielo, Madre delle Famiglie, Portatrice di Pace”, e le manifestazioni sarebbero iniziate il 16 luglio 1995 e avrebbe lasciato 93 messaggi da rendere pubblici. Alcuni di questi sono rivolti al vescovo mons. Grillo, il quale ha spiegato nel 2005: «oggi, posso affermare che il contenuto di quei messaggi, purtroppo, successivamente si sarebbe rivelato esatto. Ne parlai con qualcuno, ma per ora non posso dire con chi. La bambina di allora ricorda perfettamente il contenuto di quei messaggi, anche se non ne comprendeva il vero significato di alcune espressioni, come ho potuto constatare interrogandola di recente. Ovviamente ella, secondo la consegna ricevuta allora da “quella Ragazza” (che, secondo la piccola sarebbe stata la Madonna) è tenuta al segreto. Potrebbe dire soltanto, qualora fosse interrogata, che tra lei e il vescovo ci sono dei segreti, di cui lei, però, non può parlare».
Esiste anche un messaggio segreto riguardante il terzo segreto di Fatima, il quale dunque non sarebbe da interpretarsi con l’attentato a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro come alcuni studiosi hanno ipotizzato (si veda, ad esempio, “Il quarto segreto di Fatima“, di Antonio Socci). Il 15 giugno 1996 Jessica ha incontrato nel convento di clausura di Coimbra, suor Lucia dos Santos, la veggente di Fatima. «Abbiamo parlato del Terzo Segreto e tutto quanto… e ci siamo passati quello che voleva la Madonnina», ha commentato nel 2012 Jessica alla trasmissione “La Storia siamo noi”. Jessica lo rivelerà pubblicamente, dice, quando riceverà un segno da parte della Madonna. Jessica ha anche scritto a Giovanni Paolo II dopo il suo ricovero d’urgenza in ospedale del 26 febbraio 2005, desiderando informarlo delle «tante cose che non ti hanno detto e che ti riguardano in prima persona, ma che specialmente sono legate a Fatima». Il Pontefice ha risposto ufficialmente con lettera intestata della Segreteria di Stato tramite il vescovo diocesano.
La Madonna offrirebbe nei messaggi un’impressionante previsione della crisi della Chiesa e delle nazioni oggi in atto, ammonendo senza mezzi termini che anche «l’Italia è in pericolo», promettendo comunque «il trionfo del suo Cuore Immacolato che passa attraverso la fedeltà delle famiglie, nell’unità della Chiesa». Nell’agosto 1995 la famiglia Gregori nel luglio 1995 ha diffuso un messaggio della Madonna: «Satana si sta impadronendo di tutta l’umanità, e ora sta cercando di distruggere la Chiesa di Dio tramite molti sacerdoti. Non permettetelo! Aiutate il Santo Padre!». In un’intervista rilasciata ad Elisabetta Castana nell’agosto 2012, in occasione di un’inchiesta per il programma “La Storia siamo noi”, Jessica Gregori ha rivelato un importante messaggio: «La Madonna mi ha detto che il Santo Padre purtroppo non comanda come dovrebbe comandare, sono i cardinali che decidono più di lui». Dopo la rinuncia di Papa Benedetto XVI, sei mesi dopo (nel mese di febbraio, lo stesso in cui sono iniziati gli eventi di Civitavecchia), il messaggio ha assunto per alcuni un sapore profetico.
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9. IPOTESI ESPLICATIVE E CRITICHE
Di fronte al fatto delle lacrimazioni di sangue si sono avanzate nel tempo, in particolare da parte dell’associazione cagliaritana “Telefono Antiplagio”, diverse spiegazioni di tipo naturalistico o elementi critici nei fatti accaduti. Riteniamo che nessuna tra queste abbia motivo di essere presa seriamente in considerazione. Risposte più specifiche a quelle che seguono si possono leggere in questo dossier.
Frode, trucco o sostituzione della statuetta?
Questa tesi ipotizza un’eventuale elettrovalvola a telecomando all’interno della statuetta che azionerebbe la fuoriuscita di sangue. Evidentemente l’obiezione si scontra con le indagini degli scienziati Fiori e Umani Ronchi e della Magistratura (24/02/95), i cui risultati hanno verificato l’inesistenza di qualsiasi trucco o marchingegno interno ad essa. Se il sangue, invece, è stato iniettato dall’esterno (tramite siringa, ad esempio), nessuno dei numerosi testimoni lo ha mai osservato. Le lacrimazioni sono avvenute anche quando la statuetta era piantonata dalla polizia nel giardino dei Gregori, chiusa all’interno di una teca di vetro. Inoltre, bisogna fare presente che dalle analisi risulta essere sangue di un solo individuo.
Anche la sostituzione di statuetta non riesce a spiegare le manifestazioni ematiche e in ogni caso è esclusa dalle foto scattate che documentano trattarsi sempre della stessa statua dalla caratteristica scheggiatura sul velo all’altezza della testa, dovuta ad una caduta accidentale, e da altre screpolature del gesso. È la conclusione cui è pervenuto fin da subito il dirigente del Commissariato di Civitavecchia, Luigi Di Maio, che ha dichiarato: «Abbiamo stabilito con assoluta certezza che non ci sono state sostituzioni e che la statuetta che ha pianto nel giardino di Pantano è proprio quella che è stata sottoposta ai test dai professori Fiori e Umani Ronchi, e che ora ha in custodia il vescovo» (cfr. G. Baccarelli, “La storia della Madonnina delle lacrime di Civitavecchia”, Edicomp Compagnia editoriale italiana 1995, p. 104.).
L’ipotesi della frode è stata anche suggerita dopo il risultato dell’esame ematologico che è risultato essere sangue maschile. Eppure, è stato riferito che l’allora card. J. Ratzinger, saputa la notizia, si sia mostrato ancora più interessato in quanto esso apre ad un riferimento cristologico. E’ stato spiegato dal celebre teologo Stefano De Fiores, mariologo di fama internazionale: Maria non può essere compresa staccata da Gesù, che rappresenta il principio del suo essere e della sua missione nella storia della salvezza. Le stesse manifestazioni mariane non possono essere capite che in prospettiva cristologica perché «nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende» (Mc 25,94). La domanda “perché Maria ha scelto il segno del sangue maschile?”, ha continuato, «può e deve ricevere una risposta in senso cristologico. La Madre di Gesù ha compiuto questa scelta per attirare l’attenzione sul sangue versato dal Figlio durante la passione. Nello stesso tempo Maria sensibilizza il mondo circa il valore redentivo del sangue del Figlio, mostrandosi così, come lo è nella sua realtà teologica profonda, completamente relazionale a Cristo e alla sua opera di salvezza. Nella guttazione sanguigna ella offre una memoria della passione del Signore, così come a livello sacramentale lo è l’Eucaristia cui rimanda, e interpella a non rendere vano il sangue di Cristo versato per noi».
Rimane anche priva di fonte e riscontro l’affermazione di Maurizio Magnani in “Spiegare i miracoli” (2005, p. 184), per cui una perizia tecnica istituita dal sostituto procuratore Antonio La Rosa sulla “prima lacrimazione” avrebbe scoperto essere frutto di artefatto (per mezzo di una siringa o di un contagocce) tenendo conto dei parametri di viscosità e fluidodinamica del sangue e della porosità e delle irregolarità superficiali della statua di gesso. In ogni caso, la frode e il trucco con siringhe e contagocce si sono dimostrati inesistenti dalle indagini della polizia scientifica la quale ha portato la Procura della Repubblica ad archiviare l’ipotesi di reato sostenendo che la spiegazione del fenomeno è da attribuirsi ad illusione collettiva o ad origine soprannaturale.
Allucinazione o autosuggestione?
L’ipotesi dell’allucinazione collettiva è una delle due soluzioni proposte dalla Procura della Repubblica per spiegare il fenomeno (oltre alla soprannaturalità). Questa ipotesi è avanzata anche dai sociologi Ferrarotti e Statera, che vedono nella lacrimazione di sangue un sintomo dei periodi «di crisi, di incertezza e di mancanza di un punto di riferimento» e un inizio di «psicosi collettive molto pericolose». Anche B. Secondin, relativizzando fenomeni similari, mette in guardia dal «riferire al celeste ciò che invece è problema di convivenza umana, di giustizia, di legalità che dobbiamo risolvere noi, come certamente vuole il Signore, anche con fatica e con mediazioni» G. Baccarelli, “La storia della Madonnina delle lacrime di Civitavecchia”, Edicomp Compagnia editoriale italiana 1995, p. 48, 101-102).
Questa tesi però, è paradossalmente esclusa dalla stessa Magistratura che l’ha sostenuta come una possibile risposta. Infatti, allorquando ha fatto analizzare il sangue trovato sulla statuetta e avendo escluso il dolo (cioè il trucco o l’iniezione di una siringa dall’esterno), non si può più parlare di suggestione collettiva. Questo perché il sangue sulla statuetta esiste, tanto che viene analizzato, e nessuno lo ha messo su di essa, tant’è che è stata archiviata l’ipotesi di reato per frode. Inoltre, l’allucinazione è un fenomeno molto particolare e limitato di percezione senza oggetto constatabile da tutti: uno stato morboso in cui si asserisce di vedere cose non visibili, in cui si scambia per esteriore una percezione puramente interna. Nel caso della lacrimazione di Civitavecchia l’oggetto esterno, il sangue, è invece reale.
Fatto umanamente e scientificamente inspiegabile?
Nella relazione del 09/03/1996, il professore laico Giancarlo Umani Ronchi, ordinario di Medicina legale a “La Sapienza” di Roma, ha concluso: «Scientificamente non posso spiegarlo». Non è ovviamente possibile dimostrare l’origine soprannaturale, tuttavia avendo escluso le spiegazioni di tipo naturalistico, questa attualmente risulta essere la risposta più convincente.
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10. CONCLUSIONI
Avendo esaminato a lungo la vicenda, tenendo conto delle analisi scientifiche, dell’archiviazione della Magistratura e le spiegazioni di tipo naturalistico, riteniamo che la spiegazione soprannaturale sia quella più convincente a spiegare la complessità del fenomeno.
Ovviamente la questione non è chiusa e ci auguriamo che la scienza continui ad interrogarsi sui fatti di Civitavecchia, sul sangue e sulle essudazioni. Il cristiano non ha bisogno di credere nei miracoli, che possono essere un aiuto spirituale al massimo, dunque è libero di fronte a tali eventi. Come ha spiegato mons. Girolamo Grillo, certamente tra i protagonisti di questi eventi: «La soprannaturalità di un fenomeno religioso non la si potrà mai dimostrare con la sola ragione. In questo campo, infatti, di enorme rilevanza sono i frutti: un albero è buono soltanto quando i frutti sono buoni. Ecco perché la Chiesa, quando si tratta di questi fenomeni, non ha mai alcuna fretta di pronunciarsi». Occorre, ad esempio, riconoscere che «tra gli ex voto ci sono le siringhe degli ormai ex tossicodipendenti, ci sono molti anelli, segno delle unioni che si ricompongono. E sono davvero tanti i bambini concepiti dopo che i genitori, senza figli da molti anni, sono venuti qui a pregare». Per un approfondimento sulle conseguenze spirituali derivate dagli avvenimenti di Civitavecchia è utile consultare il resoconto di don Elio Carucci.
Civitavecchia richiama gente da ogni parte del mondo, dalle isole del Pacifico e dall’Oceano Indiano, dai Paesi più poveri dell’America Latina e di ogni Continente unicamente per piangere i propri peccati, per confessarsi, per ritrovare la fede perduta, per domandare qualche grazia. Ogni giorno cinque confessori si alternano, mentre le giornate sono scandite da Ore Eucaristiche tradizionali o silenziose e dai vari pellegrinaggi cui partecipano migliaia di persone. Questi sono i frutti del pianto della Madonnina di Civitavecchia.
Michele Brambilla nel libro “Gente che cerca” (Ancora 2002) ha raccontato la risposta dell’allora direttore de “Il Corriere della Sera”, Paolo Mieli, ad un cronista disinteressato quando una mattina del febbraio 1995 è arrivata in via Solferino la notizia della Madonna di Civitavecchia. «Il direttore Paolo Mieli», ha scritto Brambilla, «lo fulminò con un breve discorso che cito a memoria, e che era più o meno così: “Non hai capito niente. Questa storia di Civitavecchia è la notizia più importante di tutte. Io sono ateo, vengo da una famiglia ebrea, e quindi non me ne dovrebbe importare nulla di una statuetta della Madonna. Ma se questa notizia è vera, se davvero quella statuetta ha lacrimato, vuol dire che è accaduto un miracolo. Vuol dire che Dio esiste. E’ la notizia più importante che ogni uomo vorrebbe sapere, anche quelli che fanno finta di non interessarsi alla religione, è proprio questa: che Dio esiste. Perché se Dio esiste, per noi cambia tutto, cambia tutto il nostro destino».
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