La storia de Le Fantôme du Moulin-Rouge potrebbe essere la più banale tra tutte e invece…facciamo un passo indietro: Julien Boissel (Georges Vaultier) è un noto deputato perdutamente innamorato della bella Yvonne Vincet (Sandra Milovanoff) che ricambia il suo amore. Sorge però un problema, il padre di lei, Victor Vincet (Maurice Schutz) in gioventù ha compiuto atti illegali e il malvagio giornalista Gauthier (José Davert) minaccia di diffondere dei documenti compromettenti se Yvonne rifiuterà di sposarlo. Colto dal terrore, Victor allontana Julien dalla sua casa negandogli il permesso di rivedere sua figlia. Giunto al Moulin-Rouge per passare il tempo, Julien viene raggiunto dal Dr. Window (Paul Ollivier) che accortosi del dolore del ragazzo gli propone di andare nel suo studio promettendogli di avere il rimedio contro le sue sofferenze. Con uno straordinario esperimento, il dottore riesce a separare l’essenza corporea di Julien da quella inanimata. Julien, sotto forma di spettro, sia aggira quindi per la città facendo scherzi e dispetti a tutti, immemore delle sue sofferenze passate. Sulla vicenda si metterà ad investigare Jean Degland (Albert Préjean), giornalista presso il giornale di Gauthier ma per niente d’accordo con i metodi del malvagio padrone. Inutile dire che dopo aver sbrogliato tutte i complicati fili della trama, non mancherà il lieto fine.
René Clair stupisce come al solito. Da un soggetto apparentemente banale, riesce a creare l’impensabile, mettendo in scena le magie di un fantasma burlone, messo scena attraverso una sovrimpressione attuata piuttosto bene. Dico piuttosto bene, perché rispetto ad un capolavoro come Körklaren di Victor Sjöström, che porta all’apice massimo l’utilizzo di questa tenica, in Le Fantôme du Moulin-Rouge l’espediente non è a mio avisso usato in maniera perfetta e alcune scene tendono ad uscire dalle linee del mio gusto personale. In ogni caso il film colpisce nel segno anche solo per l’inserimento dell’elemento “ectoplasmico” che ravviva decisamente un trama eccessivamente prevedibile. Oltre ad essere prevedibile, il finale non è neanche del tutto chiaro e mi è sembrato decisamente forzato, quasi tirato via per chiudere in fretta una storia che aveva già dato il meglio di sé prima di finire. Se da un lato sceneggiatura non mi ha convinto totalmente, la recitazione, invece, mi ha invece colpito decisamente in positivo. Senza voler togliere a nessuno, l’attore che più mi ha stupito è stato un Albert Préjean in versione Douglas Fairbanks, sempre pronto a scalare edifici e difficili ostacoli pur di raggiungere la verità.

Se si vuole acquistare Le Fantôme du Moulin-Rouge, le alternative sono davvero poche e tutte americane. Consiglio al limite di prendere la versione della Sinister Video, anche per via del prezzo decisamente contenuto.


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