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Asia Argento/Christine Daae :- “Ti odio, e io odio questo posto!”
Julian Sands/Il Fantasma :- “Cara, Christine! La vita va avanti!”
Il Fantasma :- “Sarai per sempre la mia Medusa. Ti porto nel mio regno.”
Christine Daae :- “Vi prego di perdonarmi.”
Il Fantasma :- “Per cosa?”
Christine Daae :- “Pensavo che avessi detto qualcosa.”
Il Fantasma :- “Non ho detto nulla. Ma mi sono sorpreso a pensare a te. Pensieri che mi sorprendono. E non mi sorprendo facilmente.”
Christine Daae :- “Pensarmi? Perché?”
Il Fantasma :- “Volevo dirtelo, la tua voce riempie il cuore di luce divina. Shhhhs. Ascoltarti è sublime, meraviglioso. Questo deve essere il nostro segreto. Non dirlo a nessuno, nessuno allora saprà che ci incontreremo di nuovo.”
Christine Daae :- “Come?”
Il Fantasma :- “Quando sentirai i miei pensieri, saprai dove andare.”
Il Fantasma :- “Il ruolo è tuo.”
Christine Daae :- “Io non lo voglio.”
Il Fantasma :- “Ho detto che è tuo.”
Christine Daae :- “Ho detto, non lo voglio. Dimmi quanti hanno pagato questo con la vita, eh.”
Il Fantasma :- “Tu canterai nel ruolo di Julliete e io sarò lì con te.”
Christine Daae :- “Ti odio!”
Il Fantasma :- “Sì. Ebbene, l'odio e l'amore sono tutt'uno.”
Il Fantasma :- “Ti abituerai a me e a questo modo di vivere!”
Christine Daae:- “No!”
Dario Argento ha una base di fan quasi rabbiosa, tra gli appassionati dell'horror, che fa parte del motivo per cui non si siano rapportati veramente criticamente con nessuno dei suoi film, in particolare ovviamente gli ultimi, veramente pessimi. A parire dal precedente “La Sindrome di Stendhal”, ma ancora di più da questo film, egli è diventato un personaggio allettante per le critiche più demolitorie da parte dei recensori. Alle quali i fan più acceccati hanno saputo rispondere solamente con tanta rabbia. Senza riuscire ad accettare che anche coloro come me, entusiasti per il lavoro di Argento almeno fino a “Opera” ('87), tuttavia non avrebbero potuto digerire questa sua inaccettabile versione del 1998 del famosissimo, e già molte volte e con successo trasposto al cinema, romanzo di Gaston Leroux, “Il Fantasma dell'Opera”.
La ragione principale (delle innumerevoli ) per cui questo film è stato sbagliato fin dal suo progetto è la sua completa assenza di motivazioni, di personaggi, e di un minimo di aderenza a qualcosa che possa essere realistico, nelle situazioni come sotto qualunque altro aspetto. I suoi fan hanno puntato tutto il loro sostegno ancora adesso ad una presunta bravura con la cinepresa una volta incontestabile, ma a partire proprio da questo film completamente traviata. Tra un'orrida e martellante colonna sonora di un'irriconoscibile Ennio Morricone, copiose ma stavolta irrimediabilmente ridicole e fuori luogo scene gore, questo “Fantasma dell'Opera” sembra, da quanto è brutto e posticcio, caricato a pallettoni unicamente sul versante erotico (con un'incredibile sequenza in un casino che neanche in un film di Tinto Brass anni '80) -e nonostante la fotografia sia come nei precedenti film del regista addirittura di Ronnie Taylor-, che pare dicevo, un videoclip di Gianna Nannini per lesbiche in calore, oltre a non possedere una dicasi una bella scena gore e di sangue, che da sempre erano le vette stilistiche e immaginifiche del suo cinema. Ma oltre che mettere insieme una sceneggiatura di rara sciatteria e incompetenza (e nientemeno che di Gèrard Brach, comunque totalmente inadatto a quello che era il contesto di partenza dell'operazione, che ci si chiede come abbia fatto a finirci in mezzo), il risultato complessivo è di rara bruttezza. Da un lato, la maggior parte degli spunti e degli avvenimenti della trama sono fin troppo familiari a chiunque abbia letto o guardato qualsiasi versione di questa storia. Le parti che invece vorrebbero riservare una sorpresa per gli spettatori, però, sono involontariamente solo grottesche, e talmente ridicole e maldestre, da risultare quasi una demenziale parodia.
In questa versione della storia, il fantasma (interpretato da Julian Sands, uno degli attori da sempre più mercenari e votati al brutto e all'inutile, che vi siano stati negli anni'80-'90) vive nelle fogne sotto al Teatro dell'Opéra di Parigi perché è stato abbandonato da bambino e cresciuto allevato dai topi. Sì, ratti. La sequenza di apertura mostra anche un topo salvare da annegamento sicuro il “Fantasma” infante, mentre galleggia in un canestro rotolato giù da una cascata nelle fogne. Il fantasma si spinge al punto di definirsi anch'esso un talpone, anche se, per un topo ha una proprietà fin troppo forbita della lingua italiana (ehm. .. francese? Il film venne girato direttamente in inglese pensando al mercato estero). Per non parlare delle sue innate attitudini al comando e all'organizzazione. Nessuna spiegazione è data per come ha ottenuto di portarsi nientemeno che un'enorme organo, nella propria tana, o dove ha imparato a suonare. Forse è andato al Conservatorio superiore di Musica per Talponi. Con i quali, per inciso, mitiga la sua solitudine affettiva ma anche molto sessuale, accoppiandosi facendo l'amore con loro che gli scorrono sulla pelle e dentro i pantaloni, le mutande (tra l'altro Argento non ci risparmia di far vedere che sotto ha la fava pure di molto ritta), da tutte le parti, in una sequenza così “scult” che se non la si vedesse non ci si crederebbe, memorabili e meglio di qualsiasi recensione possibile, i commenti che udii al cinema a questa sequenza da parte dei spettatori livornesi.
Cosa ci può essere di ancora più ridicolo e grottesco su cui potermi soffermare, dopo cotanto?
Argento comunque, in qualche modo ($$$$$$$$$$$$$$) ha convinto Julian Sands a sputtanarsi definitivamente con questo delirante ruolo del “Fantasma”. Per l'aitante, giovane e biondo attore inglese esordiente in “Camera con vista” ('86) di James Ivory, il tempo successivo a questo film è stato una successione infinita di filmacci e assolutamente ripetitivi come “Warlock” ('92) di Anthony Hickox. Evidentemente Sands aveva bisogno di denaro, e con Argento credeva di non fare niente di più ridicolo e mercenario di quello che già aveva fatto in abbondanza.
La trama in superficie è più o meno come si è vista nella maggior parte delle altre versioni del “Fantasma [...]” Carlotta (Nadia Rinaldi, altra clamorosa scelta di “miscasting”) è la diva dell' Opera di Parigi, e Christine Daae (Asia Argento, ancora imbarazzante) è una sua allieva. Il teatro lirico è ossessionato dal fantasma, che vuole Christine a cantare la parte principale, mentre Christine è anche corteggiata da Raoul (Andrea Di Stefano), un ricco barone che probabilmente potrebbe avere la giovane ai suoi piedi, ma evidentemente non è per lei così ammaliante e affascinante come il Fantasma. (insegnatigli senza dubbio dai suoi topo-genitori-topo, ma non conta),con i quali Argento cerca di costruire delle sequenze ancora in grado di rovesciare lo stomaco,ovviamente senza riuscirci. La sequenza obbligatoria del racconto con il lampadario che sta cadendo è ovviamente presente anche qui, sempre dopo che il Fantasma ha strozzato o sgozzato adesso non mi ricordo molto più bene (non ho più visto il film da quella sciagurata visione al cinema, nel lontano novembre 1998) ma chi se ne frega di questa cazzata, ha dicevo, ucciso insomma l'orrida cicciona Carlotta, la cantante lirica interpretata dall'obesa Rinaldi, che tra l'altro non ho mai potuto soffrire, (anche inquisita lei e il suo uomo, per traffico e spaccio di cocaina). Quasi subito Christine deve sostituirla, il che porterà alla scena culminante del film. Christine è sul palco, quando irrompe nel Teatro dell'Opera Ignazio, riuscito ad uscire dalle catacombe, dichiarando davanti a tutti di aver visto Christine a letto con il Fantasma. Il Fantasma piomba nello stesso istante in stile Batman (Ratman?) sul palco e porta via Christine con sé nelle catacombe. Per qualche ragione il pubblico che sta seguendo lo spettacolo a Teatro, prende così sul serio le dichiarazioni non confermate dello sconosciuto Ignazio, sporco come uno spazzacamino, da trasformarsi subito in una spedizione per un linciaggio, poiché Christine è per tutti come per il suo spasimante Raoul (che solo per caso è in giro per le catacombe nello stesso momento esatto) in pericolo, mentre invece Christine sta già sfuggendo nemmeno tanto a malincuore per le fogne, in barca con Raoul, gli accorsi militi colpirano più volte il busto del Fantasma con i loro proiettili.
Perché Argento abbia potuto realizzare un film come “Il Fantasma dell'Opera”, privo com'è di qualsiasi marchio di fabbrica delle atmosfere di Dario Argento, sarà per sempre inspiegabile. Le catacombe sono sorprendentemente ben illuminate in quasi ogni scena e molto pulite. La scena in cui la macchina ammazza ratti si ingrandisce per tutto il tunnel di una catacomba, con i suoi mediocri effetti speciali su un blue screen, non poteva fare a meno -almeno a me- di ricordarmi un simile momento in un episodio di “Doctor Who”, rimpiangendolo. A quanto pare questo film venne realizzato con un budget di ca.5 miliardi in £ dell'epoca, mai così mal riposti. Il film fu un sonoro sfracello anche al botteghino), ma sarebbe anche molto difficile riuscire a mostrarvi sullo schermo i soldi effettivamente spesi, visto il risultato che ne è stato ottenuto. Forse erano stati già tutti impiegati per i topoloni animatronici dagli occhi rossi di Stivaletti, presenti nel prologo.
Il dialogo non offre alcun aiuto, come sempre nei film argentiani degli ultimi 16 anni. Alcuni degli attori sono ovviamente doppiati perchè inglesi, come dovrebbe sempre esserlo Asia Argento perchè troppo “romana” in ogni contesto, qui doppiata ovviamente anche nelle sequenze di canto, tra l'altro mal sincronizzate con i suoi esagerati e smorfiosissimi labiali. La recitazione complessiva è semplicemente ingiudicabile. Come molti film horror italiani anche questo è stato ovviamente girato in inglese, ma lo script è stato scritto da persone che parlano o conoscono un'inglese a dir poco maccheronico. Così abbiamo pure ottenuto alcuni dialoghi nella ri-traduzione in italiano, quali : "E 'solo un attacco di malaria. Starà bene in qualche minuto." E un paio di altre gemme come:
Julian Sands/Il Fantasma:- “Non sono un fantasma, io sono un topo.”
Operaio :- “Mi dispiace, ma io amo gli animali.”
Il Fantasma :- “Otterremo così una sorpresa.”
Asia Argento/Christine :- “Una sorpresa?”
Il Fantasma :- “Sì, qualcosa che ha a che fare con la legge di gravità.”
Ma la cosa più sconcertante da cercare di capire è perché Argento abbia abbandonato ogni singola e riconoscibile caratteristica del Fantasma: la sua maschera e la propria deformità. Sarebbe potuto anche essere uno spunto positivo se Argento fosse in qualche modo riuscito anche senza questo renderlo più spaventoso, ma così com'è sembra invece solamente un membro della rock band truzza anni '80 degli Europe, che se ne vaga in giro ad uccidere la gente.
Lista brani della colonna sonora:
"Faust: Overture"
Musiche di Charles Gounod
"Lakmé: Air des clochettes"
Musiche di Léo Delibes
Testi di Philippe Gille e Edmond Gondinet
"Carmen: L'amour est un oiseau rebelle"
Musiche di Georges bizet
La versione in dvd con il montaggio di Argento è priva di rating, mentre la versione VHS è il R-rated cut.
L'edizione in DVD R4 australiana pubblicata dalla Umbrella contiene intatta ogni scena di violenza e gore , ma non include la scena del Bagno turco.
Il ruolo del fantasma era inizialmente destinato a John Malkovich (!)
Si dice che il montaggio originale di Argento del film durava quasi un'ora di più e che la versione che è stata poi fatta uscire, sia stata fortemente ri-tagliata e cambiata dai produttori per assicurarsi l'appeal del film ad un pubblico più ampio.
Il Direttore della fotografia Ronnie Taylor aveva lavorato in altri tre adattamenti del romanzo di Gaston Leroux "Il Fantasma dell'opera". E 'stato con Argento precedentemente il direttore della fotografia di “Opera” (1987) e l'operatore alla macchina in “Il Fantasma del Palcoscenico”(Phantom of the Paradise) (1974)di Brian De Palma. Ha curato anche la fotografia per “Popcorn” (1991), che è anch'esso considerato come ispirato dal romanzo.
Napoleone Wilson
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