Magazine Media e Comunicazione

Il faraone che costruì l’Egitto

Creato il 22 novembre 2010 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Templi e piramidi sono il simbolo di una civiltà che scrisse le regole dell’ingegneria e dell’architettura ed è questa la storia affascinante che History Channel trasmette con il documentario dedicato a Ramses II, sul canale 402 di Sky.

Il faraone che costruì l’Egitto
L’Egitto fu un impero imponente, questa è la vita del sovrano Ramses II colui che padroneggiò l’arte della guerra, della politica e della propaganda. Il più conosciuto tra i faraoni dell’antico Egitto, un sovrano potente, un guerriero indomito,un padre affettuoso e un costruttore instancabile. Con queste credenziali Ramses II che governò per sessantasette anni (dal 1279 al 1213 a.C.), non poteva non meritarsi la fama di cui gode ancora oggi. Fu un uomo la cui ambizione cambiò il mondo. Temuto dai nemici, amato dal popolo (che sotto il suo regno visse nella prosperità e nel benessere). Lavorò in maniera da sembrare pur essendo divino,  più “raggiungibile”, più vicino alla terra e più responsabile. Protetto dagli dei, Ramses ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’umanità.

Nel suo regno Karnak (oggi considerato uno dei siti archeologici più importanti dell’Egitto) era un fiorente centro religioso in cui i faraoni si facevano incoronare.  Ramses lasciò un  segno intramontabile del suo passaggio. Nell’immenso tempio di Amon-Ra, egli terminò la Grande Sala Ipostila, iniziata sotto il regno di Amenhotep II e portata avanti a più riprese durante i regni di Horemheb e del padre Sethi I.

Un vero e proprio gioiello

Il faraone che costruì l’Egitto
dell’antichità:occupa una superficie di oltre 5000 metri quadrati e conta più di 134 gigantesche colonne a sostegno del soffitto. Rilievi   celebravano  il mito di se stesso, diffuso alla popolazione e agli dei. Immagini pubblicitarie per evidenziare la sua potenza. Un tempio ricavato nel fianco della montagna. Abilissimi scalpellini scolpirono 4 statue enormi, raffiguranti se stesso che puntano alla potenza dei cieli. Operai scavarono per anni la parete rocciosa.  Uomini che faticarono per trasformare la montagna in un tempio degno di un faraone, il tempio per antonomasia. Un capolavoro di prodezza dell’ingegneria,  un tempio che segna il suo egocentrico dono agli dei, un tempio spettacolare a dimostrazione del suo essere un dio vivente.

 

Ma non basta, per superare tutti deve ottenere conquiste memorabili.

Fin dall’infanzia fu addestrato a divenire un re potente, per fare questo deve lasciare un segno evidente della sua grandezza  in terra, deve dare prova di se, deve competere su scala mondiale, deve dimostrare il suo valore, deve spargere sangue per poter essere ricordato come colui che conquistò una vastità di terre sulle quali regnare incontrastato.

Decise pertanto di competere con gli Ittiti,  l’impresa più memorabile fu la battaglia di Qadesh, il territorio più ricco della zona. Nonostante le nuove tecnologie utilizzate, la battaglia fu dura e feroce e non portò alla vittoria di nessuno dei contendenti ma, si giunge a un accordo evitando lo scontro finale che avrebbe decimato entrambi gli eserciti.

Di ritorno dalla campagna militare, il faraone ne fece scolpire le scene sui muri di Abu Si

Il faraone che costruì l’Egitto
mbel, Karnak e a Luxor.

Immense rappresentazioni raffigurano i guerrieri, l’accampamento egiziano, lo scontro, gli avversari fatti schiavi e soprattutto Ramses, mentre da solo mette in fuga il nemico. Un gesto innovatore che ha il sapore della propaganda, una  strategica commemorazione trasformata in magnifica vittoria. Ramses riscrisse la storia e fissò nella pietra gli eventi per l’eternità. Dopo la famosa battaglia di Kadesh, fu divinizzato.

Anche oggi seduto sul suo trono di pietra, come un dio, regna sovrano.

Un messaggio inequivocabile che ancora percepiamo: Ramses è ovunque e vivrà per sempre.


ì


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :