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Il Fattore D porterebbe all'Italia + 7 punti di PIL

Da Mirella
«L'Italia nel divario di genere è tra i Paesi più arretrati». Nelle classifiche mondiali è al 74° posto su 134, «fanno meglio di noi tutti i Paesi europei, peggio solo il Giappone tra le maggiori economie industrializzate». Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d'Italia aprendo i lavori del convegno su "Crescita economica, equità, uguaglianza: il ruolo delle donne", non nasconde il problema. Il Fattore D porterebbe all'Italia + 7 punti di PIL. Per l'istruzione l'Italia è al 49° posto, ma sprofonda per il Gender Gap. Nel 2010 era occupato il 46,1% delle donne tra 15 e 64 anni, contro il 67,7% degli uomini: un divario accentuato a Sud, dove la Turchia batte Napoli e Crotone.
Anche il soffitto di cristallo non cede. Secondo Bankitalia sul 40% di dipendenti donne nel privato, con età compresa fra i 15 e i 44 anni, le dirigenti arrancano al 24%; nella fascia d'età tra 45 e 64 anni sprofondano al 15% sul 36% di presenza femminile occupata. La situazione migliora nella PA dove, a seconda dell'età, la percentuale rispettivamente sale al 45% e al 36%.
Ma inutile girarci intorno. Per Bankitalia, se l'Italia facesse suo l'obiettivo di Lisbona in merito all'occupazione femminile al 60%, il Prodotto interno lordo s'impennerebbe del 7%.
A quando un Premier donna?

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