Il femminismo “chic & bon ton”

Creato il 01 ottobre 2014 da Barbaragiorgi @gattabarbara

Sfilata Chanel PE 2015 Grazia.it

Ovviamente ho usato un titolo provocatorio. Non esiste il “femminismo chic & bon ton”. E’ un ossimoro.

Perché il femminismo è un modo di pensare-essere-vivere e ce l’hai dentro fin dalla culla. Io ce l’avevo dentro anche nella vita precedente, quando ero strega e mi hanno bruciata sul rogo.

Tentano di lavartelo e levartelo di dosso, fin da quando sei piccola: mettendoti in braccio la Barbie, Cicciobello pappa, le culle e le cuffiette delle bambole, i servizi di piatti per bambine, le gonnelline a ruota e le scarpine con i fiocchi. Tutto rosa.

Tentano di lavartelo e levartelo di dosso anche quando inizi a porre domande, a leggere: ecco i libri romantici ed edulcorati (ma io rubavo i libri dei grandi, li leggevo di nascosto e mio padre mi lasciava fare).

Poi, pian piano, ti ribelli.

Inizi a capire che esiste un qualcosa dentro di te che deve affiorare: sei tu. E’ la tua identità di persona e donna. E nessuno può dirti come devi essere. Nessuno può dirti come devi pensare.

Inizi a capire che il rito di sparecchiare e pulire per terra non è necessariamente da “femmine”.

Inizi a capire che se hai voglia di giocare con i soldatini è giusto farlo.

Inizi a capire che forse quel colore rosa non ti piace. Magari preferisci l’azzurro. O il rosso, come il fuoco.

E ti differenzi da quella che è tua madre. Perché poi nell’adolescenza non vuoi essere come lei, con il suo tubino bon ton e la collana di perle. Vuoi essere altro. Più libera. Nei vestiti, nei gesti, nel modo di parlare, nelle scelte stupide e in quelle importanti.

E cerchi di “determinare” ciò che sei e ciò che vuoi.

E’ un percorso bellissimo, ma non riesce proprio a tutte. Peccato.

E’ un percorso profondo, fatto di discussioni, litigi, continui confronti. Soprattutto con tua madre.

E poi con gli uomini, tutti quelli che incontri sul tuo cammino: perché ci saranno quelli che capiranno e quelli che odieranno il tuo modo di essere, vedendo in te un pericolo, una minaccia al loro “essere maschi”.

E’ un percorso unico, personale, soggettivo ma al contempo condiviso e condivisibile con altre come te.

Peccato che negli ultimi tempi (più di ieri) questo percorso venga stravolto: oggi le giovanissime si trovano davanti degli input sul Femminismo… un po’ troppo costruiti.

Della serie: “salta sul carro, dai che fa figo (figa). Salta sul carro, che è quello vincente. Diventa anche tu femminista che fa tanto Emma Watson sul palco delle Nazioni Unite con il vestito bon ton…”

E c’è addirittura il mondo dorato della moda che fa “sfilate femministe” con modelle da urlo, perfette e bellissime, tutte vestite Chanel (sfilate Primavera Estate 2015).

http://www.grazia.it/moda/tendenze-moda/chanel-pe-2015-boulevard-chanel-sfilata

Io – lo sapete – sono sempre un po’ rompiscatole e sospettosa, come tutte le Streghe d.o.c. E mi sorge dunque un sospetto: sarà che quel bravissimo esperto di moda-immagine di Karl Lagerfeld stia cavalcando l’onda?

Quella della nuova moda (non solo quella dei vestiti, anche quella delle idee) fatta di un NUOVO MODELLO DI DONNA: okay donne. Volete parlare di PARITA’ DI GENERE? Volete parlare di LOTTE FEMMINISTE? Allora fatelo con discrezione, eleganza, fascino, sorrisi e baci. Profumatevi e siate femminili. E poi vestitevi Chanel. In questo modo, con una bella ripulita al FEMMINISMO STORICO, brutto, sporco e cattivo, magari il mondo dei maschi vi starà a sentire.

Perché vestite Chanel si può far di tutto: anche sfilare con cartelli femministi.

Quando ho scritto nelle bacheche di Facebook il mio NO alla campagna “HE for SHE” lanciata da EMMA WATSON (vd il suo discorso alle Nazioni Unite),  temevo proprio questo: l’avvento di un neofemminismo che sarà sostenuto dalle giovanissime e giovani.

Un neofemminismo che chiede al Principe azzurro di aiutare la Principessa in difficoltà: Lui per Lei (qualche mia amica, giustamente, suggeriva anzi “He with She”).

Un neofemminismo molto bonton, molto chic, molto borghese, molto ripulito ed edulcorato che può piacere agli uomini.

Un neofemminismo che si contrappone a quello vecchio e ammuffito, quello delle battaglie storiche, quello delle grida e delle donne arrabbiate.

Ora non è più ammissibile quel femminismo: è pericoloso.

Ci sono anche troppi attentati alla famiglia, alla maternità, ai vari cardini della società: ci mancherebbero altre manifestazioni femministe. Magari contro la violenza di genere, tutte arrabbiate nere, tutte nelle piazze.

Ci mancherebbe altro.

Facciamo allora che tutta la RABBIA si risolva in un chiedere gentilmente aiuto agli uomini. E magari chiediamolo vestite Chanel.

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