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Il ferragosto dello speleologo – alias le vacanze intelligenti

Creato il 11 agosto 2013 da Andrea Scatolini @SCINTILENA

Come passa il Ferragosto uno speleologo?
Forse uno speleosub potrebbe cantarsi il ritornello “con le pinne, fucile ed occhiali” ma nel caso di uno speleo, di quelli tradizionali, rudi, senza cognizione di tempo, dolore, avversità climatiche, fame e imprevisti fisiologici?
Abbronzatura bandita! Ovviamente… si è amanti del buio mica del solleone.
Sabbia? Neppure per idea: solo fango, melma che si appiccica ovunque e che diverte lo speleologo più di quanto un banale castello di sabbia possa divertire un pargolo.
Eccoli gli speleologi del Ferragosto. Li vediamo, o meglio li immaginiamo, o forse lo siamo: imbustati nelle proprie tute e sottotute – perchè non si sa mai cosa si possa trovare in una grotta -, con scarponcino imbottito e calzettone fin sotto al ginocchio, casco e guanti a sfidare mediamente quei 30-35 gradi che farebbero evaporare anche un ghiacciaio.
Il Ferragosto a mezzogiorno, sulle spiagge, nelle pinete, nei parchi, le famiglie e i gruppi di vacanzieri si avventurano al più dal parcheggio alla zona pic-nic più vicina per consumare il tradizionale pranzo a base di ogni ben di Dio, molti altri si recano in promettenti trattorie per deliziarsi a più non posso. I meno fortunati che restano in paese si riuniscono in ricche tavolate per consolarsi con qualche teglia di lasagna, zuppe di pesce, fritti misti e arrosti, sorbetti, semifreddi, dolci, amari e l’immancabile anguria.
Lo speleologo l’anguria la porta nel cuore perché certo in grotta non potrebbe calarla per farci merenda e lasciarla fuori la segnerebbe a morte in quanto l’anguria in due posti va conservata per poi essere consumata: il frigorifero o il bagnasciuga della spiaggia! Se avete mai provato a lasciarla all’aperto, al caldo, per più di tre ore l’avrete vista appassire.
Lo speleologo del Ferragosto non vuole sentire altro fuorché la frescura delle viscere della terra e se ne frega di chi si sta a mollo in mezzo al casino delle coste italiane a litigare per un metro quadrato di asciugamano. Lo speleologo del Ferragosto se la ride pensando all’indigestione dei pigri vacanzieri che sotto il pino o l’abete di un bosco trangugieranno ogni cosa commestibile gli verrà servita senza porsi minimamente il problema del picco di colesterolo o quanto meno del possibile blocco intestinale del giorno seguente. Lo speleologo del Ferragosto si guarda bene dall’assediare una pineta se non può soddisfare il proprio gusto di esplorare ogni buco perché da una parte ci sono i bambini che giocano a palla, dall’altra la nonna che riposa sulla sdraio portata da casa e dietro i cespugli le coppiette appartate.
Lo speleologo del Ferragosto è un animale speciale che si differenzia da tutti gli altri esseri umani perché lo sa solo lui e questo basta.
Se ha famiglia? La porta con sé e se il pargolo e la consorte si divertiranno un motivo c’è : hanno capito che il Ferragosto dello speleologo è il Ferragosto intelligente che se anche non è vissuto in grotta è vissuto in gruppo, con tanti altri speleologi che in estate affollano i raduni e creano quel clima da nuova Woodstock in cui tutto è Peace & Love e te ne frega se il tuo vicino di tenda fa baccano perché tu speleologo, uscito dalla grotta, sarai talmente carico di adrenalina da far baccano ancora più forte e coinvolgere tutti gli altri in una grande festa sotto le stelle!
Buon Ferragosto a tutti gli Scintileni, ovunque voi lo trascorriate! Mi auguro in una grotta … come me!


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