Il fieno d’alta montagna impiegato per usi alimentari e nel benessere, è talmente salutare che a partire dal 2004 è stato certificato, a cominciare dalla Val Passirana. Il fieno deve provenire da prati cosiddetti “magri”, non trattati (banditi concimi minerali, erbicidi e fungicidi) e lontani da strade pubbliche, ad altitudini superiori ai 1.700 metri, e che contengono almeno 40 specie vegetali (piante, fiori, erbe) su 50 metri quadrati. I prati vengono tagliati a mano durante il periodo della massima fioritura (a secondo dell’altitudine tra metà giugno e inizio di agosto), possibilmente nelle prime ore del mattino. Il fieno deve essere conservato pulito e secco e deve essere costantemente aerato.
La zuppa di infuso di fieno, porri e patate accompagnata da fiori e pane di segale di Stefan Pramstrahler del Romantikhotel Turm di Fiè allo Sciliar
Se le bestie che d’estate passano alcuni mesi a brucare la sostanziosa erba di montagna danno un latte particolarmente buono e gustoso che si tradurrà in ottimi prodotti caseari, anche i contadini e gli esperti di benessere sanno qualcosa di quanto faccia bene il fieno d’alta montana. Da sempre i contadini si recavano sugli alpeggi d’alta montagna per tagliere l’erba e raccogliere il fieno nelle baite. Durante la fienagione si dormiva proprio nel fieno e come per miracolo al mattino ci si risvegliava senza dolori. Dalla metà dell’Ottocento in poi il bagno di fieno divenne una pratica diffusa: immersi nel fieno umido e caldo si curano reumatismi, mal di schiena e crampi ma anche artrite, sciatica, insonnia e stanchezza generalizzata.
Ma non solo il bestiame ama mangiare buon fieno, anche gli umani non si tirano indietro! Il fieno per il suo profumo intenso ed il suo gusto di erbe e piante d’alta montagna è un ingrediente ricercatissimo da gastronomi, chef e buongustai.
La zuppa che ci ha proposto a base di infuso di fieno, con un semplicissimo soffritto di cipolla, patate e porri passati e un tocco di panna acida, accompagnata da fiori e pane di segale era una vera prelibatezza. Tenterò di riprodurre l’infuso con il sacchetto di fieno che ci è stato gentilmente omaggiato dallo chef ma ho i miei dubbi che riuscirò a creare un tal grado di bontà divina!
Se siete appassionati di profumo di prati non potete perdere il formaggio Fienoso di Hansi Baumgartner di DeGust che con il suo sapore riesce a farci sognare i pascoli di montagna.
Ma con il fieno potete anche realizzare delle splendide decorazioni per le festività natalizie o per arredare una casa rustica, come ci ha mostrato la brava e paziente Maria Hecher. Armata di colla a caldo, fil di ferro e qualche nastro colorato ha creato corone dell’Avvento, piccoli animali e oggetti in un batter d’occhio. Scusate ma la vostra Patunia pasticciona non ha osato cimentarsi. Davanti a tanta bravura non è possibile mostrarmi in tutta la mia imbranataggine.