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Il figlio dell’altra di L. Levy

Creato il 16 marzo 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Speranza , dialogo e prove di pace nel frastuono della storia
La regista francese ebrea Lorraine Levy ha dichiarato che non era nelle sue intenzioni fare un film politico, ma lo sarà inevitabilmente, suo malgrado. E in realtà come disse il grande regista Milos Forman, tutti i film sono politici e il presente affronta temi di drammatica attualità.
Durante la visita per il servizio militare nell’aviazione, Joseph, un giovane israeliano scopre di non essere il figlio naturale dei suoi genitori, perchè appena nato è stato scambiato per errore con Yacine, ragazzo palestinese delle terre occupate della Cisgiordania. L’incredibile rivelazione porta scompiglio tra le due famiglie, dove ognuno si interroga preoccupato sulle rispettive identità, credenze, e soprattutto sulle ostilità e avversioni che separano i due popoli. Ma i due ragazzi si incontreranno…
Lorraine Levy, anche autrice teatrale e sceneggiatrice, è arrivata al successo nel 2008 con la commedia brillante “Mes amis, mes amours” tratta dal romanzo omonimo di suo fratello Marc, celebre scrittore.
Non essendo la regista né palestinese né israeliana, si potrebbe pensare che, dall’alto di questo non coinvolgimento personale, abbia voluto imporre il suo pensiero con leziosità, ma Levy ha precisato in alcune interviste che ha affrontato questo complicato film con umiltà, invitando lo spettatore al sogno, senza impartire nessuna lezione di storia.
Non si vuole ritrarre quindi la Storia ma la storia, la quotidianità, la necessità da parte dei due ragazzi di fare i conti con la loro identità, sia pubblica che privata, con il loro disagio, con il frastuono degli eventi e come questi corrodano gli animi ma fanno si che si trovino anche le risposte nei cuori della gente.
Fede politica e cultura si intrecciano nel tormentato ed infelice rapporto tra Palestina ed Israele, ma Levy non vuole generalizzare, sogna un dialogo e una riappacificazione che può concretizzarsi, secondo lei, attraverso la positività e la bontà delle donne e dei ragazzi. Le due madri infatti considerano lo scambio come un “guadagno” di un figlio, i padri invece solo un terribile errore, una perdita gravissima. I ragazzi invece , rappresentano la giovane speranza. Al contrario gli uomini sono vincolati dalla regole, dal loro Paese da difendere, da onorare, costringendosi ad essere meno emotivi possibile. Emergerà dal film anche un auspicio ad un ricambio generazionale, che sa di scontro tra vecchia e nuova “politica”, abbandonando cosi posizioni estremiste? Potrebbe, ma la regista francese pare considerare questa esperienza ed il suo film principalmente come un occasione per mettere in primo piano i sentimenti, sognando la pace.
Il figlio dell’altra” è stato presentato fuori concorso al 30° Torino Film Festival, e sarà nelle sale italiane il 14 marzo 2013.

di Annalina Grasso

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