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Il figlio di Saul

Creato il 13 marzo 2016 da Presidenziali @Presidenziali
Titolo originale: Saul fia RegistaLászló Nemes SceneggiaturaLászló Nemes, Clara RoyerAttori principaliGeza Rohrig Levante Molnar, Urs Rechn Fotografia: Mátyás Erdély  Produzione: Ungheria Distribuzione: Teodora  Genere: Drammatico Durata:107 minuti Trailer
Il figlio di SaulI Sonderkommando sono deportati obbligati a collaborare nei campi di concentramento.
Tratto da I sommersi e i salvati di Primo Levi: “Aver concepito ed organizzato i Sonderkommando è stato il delitto più demoniaco del nazionalsocialismo (…) Attraverso questa istituzione si tentava di spostare su altri e precisamente sulle vittime, il peso della colpa, talché, a loro sollievo, non rimanesse neppure la consapevolezza di essere innocenti”.
Saul Auslander (Geza Rohrig) ebreo ungherese, è un Sonderkommando prigioniero ad Auschwitz – Birkenau nell’ottobre del 1943, il suo compito è accompagnare i nuovi arrivati nel campo di concentramento verso la morte, ripulire e gestire gli effetti personali.
Non c'è più niente di umano in questa vita, Saul è solo un numero ed una croce rossa sulla schiena.   Un giorno riconosce nel corpo di un ragazzo suo figlio. Il film racconta il giorno e la notte fino alla mattina successiva vissuta alla ricerca di un rabbino nel disperato tentativo di ritrovare, anche all’inferno, un momento per dare una sepoltura al ragazzo, ridare dignità ad un corpo, ad un’anima, forse per recuperare quella parte di se che si è perduta dietro quella croce rossa o forse per ricordare una perdita del suo passato.    Del film non aggiungo altro lasciandovi la libertà di dare l’interpretazione che sentirete più vostra.
Il FIGLIO DI SAUL ha vinto l’Oscar 2016 come Miglior Film Straniero e il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2015.
La storia ha già dato il suo giudizio, quello che può fare l’arte è fornirci strumenti nuovi per ricordare, in questo, il film dell’ungherese Lazlo Nemes è assolutamente speciale. E' girato con la camera esclusivamente in primo piano sul protagonista, sul suo volto, sulla sua nuca, mentre il resto, in secondo piano,  è sfuocato, accennato, mosso e nauseante, un film in cui l’orrore si intravede, si sente, si percepisce nel profondo. Siamo in un girone dell'inferno dantesco, siamo con Saul, siamo Saul. 
Intorno a noi corpi abbandonati, maltrattati e inceneriti, grida e lamenti, frastuono, colpi di pistola,fuoco e fumo,   

Il FIGLIO DI SAUL è un’esperienza unica, dolorosa, straziante, inquietante e soffocante, l’uscita dalla sala è una liberazione, una boccata d’aria pura quando abbiamo ancora negli occhi l’ultimo primo piano che il regista ci regala, un’immagine che non vi lascerà facilmente.

Un film assolutamente da vedere, da ascoltare.


Voto 8,5 

  


Il figlio di Saul

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