
film muto girato da Mizoguchi Kenji nel 1933, racconta la tragica storia della giovane Tomo, in arte Taki no Shiraito, donna allegra, volitiva e intraprendente il cui carattere moderno è chiaramente in contrasto con l'immagine timida e remissiva della donna tradizionale giapponese (non per nulla, già nei primi fotogrammi, le viene rimproverato che ride in maniera non appropriata). durante un viaggio in carrozza, Tomo s'innamora a prima vista di Kin-san, il cocchiere, e continua a pensare a lui fino a quando non lo incontra di nuovo casualmente. Kin-san, che in realtà si chiama Murakoshi Kinya, è un nobile decaduto; Tomo scopre che ha perso il lavoro proprio a causa sua e di quel viaggio in carrozza, così decide di aiutarlo. il giovane infatti le confida che desidera andare a Tokyo e diventare avvocato, ma non ha denaro. proprio grazie alla generosità di Tomo, egli parte e s'iscrive all'università. passano alcuni anni, durante i quali Tomo continua ad amarlo malgrado la distanza; la compagnia nella quale si esibisce come artista dell'acqua però è in crisi, e lei, generosa com'è, presta del denaro anche a una coppia di innamorati in fuga. si ritrova quindi impossibilitata ad aiutare Kin-shan, e così accetta di concedersi a un ricco mercante che la concupisce da tempo, salvo poi venire derubata del denaro appena guadagnato. lei però capisce chi c'è dietro gli assalitori e si reca ad affrontare il responsabile; ne deriva una collutazione in seguito alla quale Tomo accoltella l'uomo. costretta a fuggire e nascondersi, il suo unico desiderio è di rivedere il suo Kin-san. ci riuscirà, ma in maniera del tutto inaspettata, infatti Kin-san, nel frattempo diventato avvocato, sarà colui che l'interrogherà in carcere. sul finale ho dei dubbi, ovvero: Tomo è condannata a morte e Kin-san, per quanto desideri aiutarla, non può fare nulla. l'ultimo fotogramma lo mostra con una pistola in mano, però non è stato tradotto il discorso di sottofondo, e quindi siamo rimasti tutti col proverbiale palmo di naso. a parte ciò: film davvero molto bello! a differenza dei film muti americani, dove l'azione accompagnata da un sottofondo musicale è intervallata dalle vignette con dialoghi e descrizioni, qui c'è continuamente una voce narrante (in questo caso femminile) che, oltre a narrare, di fatto interpreta tutti i ruoli recitando i dialoghi (e qui aggiungerei un applauso alla narratrice). purtroppo però si è fatta la scelta di mettere i sottotitoli solo in corrispondenza delle vignette con i dialoghi scritti e in questo modo penso si sia perso un buon 80% del parlato. il mio scarso giapponese mi ha consentito di comprendere qualcosa, ma non tanto da far luce sul finale, appunto. la bravissima protagonista è Irie Takako, che ha lavorato anche con Kurosawa Akira, mentre Kin-san è intepretato da Okada Tokihiko, un attore che ha lavorato moltissimo in quegli anni e che è stato diretto diverse volte, oltre che da Mizoguchi, anche da Ozu Yazujirou; ha esordito diciassettenne e, dopo ventidue pellicole, è deceduto all'età di trentun anni. Taki no shiraito è stato il suo penultimo film; poichè buon sangue non mente, aggiungerò che è il padre della grande Okada Mariko.





