(Pubblicato su Kataweb Forumcinema il 24 febbraio 2003)
Al termine del film, la domanda sorge spontanea: che c’entra Baudelaire e Les Fleurs du Mal? Già, perché La Fleur du Mal è l’ennesimo ritratto dipinto con colori acidi della buona borghesia di provincia cui Chabrol ci ha abituato, il consueto piattino nero condito di veleni e ipocrisie insaporito da un trito di arsenico e cianuro. La vicenda ruota intorno un nucleo familiare stretto in un intrico di convenienze fondate sulla brama del potere, avviluppato in una rete di finzioni, intrighi, macchinazioni. Un omicidio avvenuto nel passato e un senso di colpa in cerca d’espiazione costituiscono il propulsore neanche troppo oscuro della storia e pure la sua risoluzione.
Chabrol costruisce come suo solito una ragnatela di situazioni complesse, ma stavolta è incapace di dare aria all’intreccio, generando nello spettatore una sensazione di soffocamento claustrofobico. La trama gira a vuoto, avvitandosi su se stessa senza trovare sbocchi di sceneggiatura. Il mistero soggiacente non è proprio un mistero. Il finale, frettoloso e deprivato di qualsiasi suspence, chiude la vicenda senza sorprese. La Fleur du Mal nulla aggiunge e nulla toglie a un Maestro che, in passato ha saputo fustigare usi e costumi con ben altra forza.
Il fiore del male (Le Fleur du Mal), di Claude Chabrol, con Nathalie Baye, Benoît Magimel, Suzanne Flon, Bernard Le Coq (Fra, 2003,104’) Venerdì 25 aprile 2014, ore 23,00, La7D.