Per quanto pochi lo sanno l’agricoltura sociale sta diventando un tema trasversale e più di un centinaio di tecnici, imprenditori, docenti, operatori sociali, ecc.. stanno dal mese di maggio lavorando per trovare una definizione accettata da tutti, proporre una norma e definire i paletti dei servizi ed eventuali riconoscimenti.
Credo che nella prossima programmazione 2014-20 , nei fondi strutturali ci saranno misure e voci che potranno cofinanziare iniziative, progetti e competenze. Ma bisogna lavorare ora per non creare regionalismi e fughe in avanti.
L‘inclusione sociale, un nuovo modo di concepire i bisogni delle persone e organizzare la loro assistenza, (dai minori agli anziani, dai ex tossici ai ex detenuti o in via di fine detenzione) il lavoro è immenso e , almeno le persone come me, che al momento oltre a divulgare e proporre qualche progetto non fanno altro, devono costruire una nuova consapevolezza di reti e relazioni. Senza travalicare o rubarsi il ruolo ma ognuno , accontentandosi di un equo compenso, riesca a dare quello che uno Stato assente e scialacquone non da più.
Il 12 novembre queste persone daranno origine a Roma ad un’assemblea per proporre alcune linee guida e da lì confrontarsi con le strutture organizzate del rurale e del sociale e la società civile.