Tutti i fumatori avranno ben presente quella scritta su ogni pacchetto di sigarette, che ricorda loro quanto si stiano facendo del male inalando il misto di sostanze presenti nelle sigarette. Molto bene, quindi qualcuno mi deve spiegare una cosa banale: perchè si è quasi alla battaglia sindacale con le leggi dello Stato al fine di salvare una fabbrica di sigarette, la YESMOKE, sull'orlo della rovina a causa delle norme sul prezzo minimo? Ricapitoliamo. Leggo sul sito della Cronaca di Torino de La Stampa un interessante articolo riguardante la fabbrica di sigarette Yesmoke, la quale si lamenta del fatto che il prezzo minimo imposto alle sigarette dalle leggi italiane danneggia irrimediabilmente le piccole imprese del tabacco, favorendo le multinazionali, le quali possono permettersi un guadagno maggiore grazie al nome prestigioso che, a parità di prezzo, gioca un ruolo ondamentale nei criteri di scelta dei consumatori. Lamentele sacrosante, a mio avviso, se non fosse che si sta parlando di sigarette, ovvero di quelle macchine di morte che ogni anno (a quanto ci dicono) uccidono migliaia di persone con malattie tumorali ai polmoni. Come interpretare le parole di Antonio Serlenga, sindacalista Cisl, il quale chiede ai vertici regionali come sia possibile che "un'azienda non in crisi, che ha ampi margini di crescita e di aumento dei livelli occupazionali, non venga messa in condizione di lavorare a causa di incomprensibili scelte politiche, nonostante gli investimenti per diversi milioni di euro". E come spiegare alle famiglie italiane la proposta dei titolari, i fratelli Messina, che stando all'articolo, avrebbero consigliato di aumentare le accise per diminuire il prezzo minimo? Nel mio piccolo, darei una risposta. Sappiamo bene che le leggi sul prezzo minimo possono dare vantaggi tendenti al monopolio alle grandi produttrici multinazionali, ma è anche vero che questi prezzi alti, svantaggiano l'acquisto delle sigarette o almeno ci prova. Certo, i guadagni per lo Stato sono evidenti e sicuramente un fumatore incallito non smetterà di fumare nemmeno quando i prezzi raggiungeranno i dieci euro al pacchetto. Tuttavia sono ottimista sul fatto che i più giovani tentenneranno nell'acquisto dei loro primi pacchetti, leggendo i prezzi, o perlomeno un giorno arriveranno al punto da non poterselo permettere. Non so davvero se questo potrà mai essere possibile vedendo le numerose cicche ai bordi delle strade e le fumarole nei locali notturni. Io stesso fumo, anche se il tabacco da rollare costa meno e dura di più, in proporzione. In definitiva, non credo che incentivare una fabbrica di sigarette sia uno dei problemi da porre all'interesse della politica. Il fumo uccide e danneggia gravemente te e chi ti sta intorno, continuano a ripeterci, perchè con le nostre tasse dovremmo pagare gli aiuti ad una fabbrica di morte? Forse un fumo tricolore rende meno amara la malattia? Flavio
Magazine Salute e Benessere
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