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Il futuro di Team Usa

Creato il 20 agosto 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Con i due titoli olimpici del 2008 a Pechino e del 2012 a Londra, e il mondiale 2010 in Turchia, potrebbe essere giunta al termine l’avventura alla guida di Team Usa per coach Mike Krzyzewski, oltre che per molti dei componenti del roster in questo quadriennio, chi per l’età raggiunta, chi per motivi tecnico-tattici. I prossimi obiettivi per Usa Basketball e il deus ex machina Jerry Colangelo sono la Coppa del Mondo 2014 in casa degli acerrimi rivali della Spagna e i Giochi Olimpici del 2016 a Rio de Janeiro, in Brasile. Si ripartirà certamente da Kevin Durant, molto probabilmente con LeBron James(che ha appena dato la sua disponibilità), di certo senza Kobe Bryant.
Per quanto riguarda la panchina, i nomi che sono circolati sono quelli di Doc Rivers, Gregg Popovich, Doug Collins e Tom Izzo, oltre che di Mike D’Antoni e Nate McMillan. Questi ultimi due sarebbero la continuazione del progetto di coach K essendo storici assistenti e poi, essendo attualmente senza panchina, potrebbero dedicare tanto tempo a Team Usa, oltre che conoscere già molto bene le manifestazioni Fiba. Collins è un nome piuttosto fantasioso ma ha esperienza, al momento è il decano dei coach Nba e durante le Olimpiadi di Londra ha fatto da mentore a LeBron James, mentre faceva da color commentator per la Nbc.

Tom Izzo, coach di Michigan State, è al pari di Krzyzewski un santone a livello Ncaa, ma allo stesso tempo ha carisma e sarebbe di certo rispettato anche dalle stars Nba. E poi un allenatore collegiale potrebbe adattarsi meglio alle regole Fiba, vista la somiglianza maggiore con la pallacanestro universitaria. Rivers è il più classico dei ‘players coach’, è abituato a lavorare con più stelle contemporaneamente ed è amato dai giocatori, da cui riesce a trarre motivazioni impensabili. Popovich è il migliore allenatore in circolazione, conosce il basket internazionale e allenare Team Usa sarebbe il coronamento di una carriera super.

Per quanto riguarda il roster, non ci sarà più Kobe che ha datto l’addio alla nazionale, dovrebbero uscire Melo Anthony, Chandler e Iguodala. James Harden, magari con Eric Gordon e Klay Thompson, potrebbero riempire lo spot di guardia, essendo giocatori con tiro da fuori e discreto ball handling. LaMarcus Aldridge, più DeMarcus Cousins e perchè no, Derrick Favors, potrebbero dare linfa nuova tra i lunghi: giocatori con discreto atletismo e anche buona tecnica, nel caso di Aldridge con tiro dai 7 metri. Senza dimenticarsi di Kevin Love e Anthony Davis.

E poi il reparto dei playmaker: Chris Paul, Deron Williams, magari con la conferma di Westbrook, sono le certezze. Ma Colangelo spinge per l’inserimento di Kyrie Irving, giocatore che in appena un anno di Nba (dopo un anno con coach K) ha fatto intravedere di essere sulla strada per arrivare al livello di CP3 e Deron. Senza contare i vari John Wall e Stephen Curry. Ah, poi ci sarebbero quelli che per infortunio a Londra non sono potuti esserci: Derrick Rose, Dwyane Wade, Blake Griffin, Chris Bosh e Dwight Howard. Un quintetto, e che quintetto! Beh, diciamo che negli Usa non stanno proprio così male e il futuro è tutt’altro che nebuoloso.


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