Esistono notizie che… ok, forse non so bene come definirle, da tanto suonano strane e assurde. Io ve la dico così come mi viene, poi ne parliamo…
Hanno inventato i libri a scadenza. Libri che, dopo averli acquistati, hanno una sorta di tempo prestabilito poi si cancellano.
Quindi? Sono un fan delle nuove tecnologie, ci sguazzo nella tecnologia, io. Ma questa proprio non la capisco… o perlomeno, fatico a farlo. Gli ideatori sono otto ragazzi brasiliani, che evidentemente non avevano altro da fare e si sono inventati 'sta roba qua. No, scherzi a parte, i loro intenti avrebbero anche del nobile, se vogliamo, ma davvero io fatico a vederlo…
Così si stimolano i lettori a leggere e non ad acquistare un libro per poi lasciarlo fermo mesi, magari anche dimenticandolo.
Ok, a volte mi è anche successo, lo ammetto, ma via, davvero? Cioè, mi state dicendo che fare un libro che se non mi spiccio a leggerlo svanisce e non rimane alcuna traccia del testo dovrebbe servire ad invogliarmi a leggere? Ho qualche dubbio… Per realizzarlo hanno utilizzato un tipo di inchiostro simpatico che, fino a quando il libro è racchiuso nella sua bella confezione di plastica non ha problemi, ma appena aperto inizia un mortale countdown di tre mesi circa e, puf, vi ritrovate con una bel blocco note rilegato e assolutamente candido.
Che dire? Dubito che il libro in questione avrà mai il successo sperato, ma non voglio certo portare sfiga ai poveri ragazzi che si sono lanciati in questa impresa, però non mi suona dritta per niente… I casi sono due: o questi otto hanno deciso che il libro è così orribile da programmare la sua sparizione da ogni luogo, senza alcuna pietà ne rimorso, oppure davvero credono di fare qualcosa di utile per il mondo della narrativa e della letteratura in generale. È vero, esiste anche una terza opzione, il lato economico. Io ti vendo un libro, questo sparisce, tu lo ricompri dopo tre mesi perché hai voglia di rileggerlo… Ma non pensiamo male, facciamo che il soldo non centri nulla. In un mondo che, volenti o nolenti, è avviato verso la letteratura digitale, verso i nuovi supporti e le possibilità offerte dall'ebook, cosa significa un gesto del genere? Forse il gesto estremo del cartaceo nei confronti di questa guerra?
Se non mi leggi, mi suicido…
Che fa un po’ ridere ma sembra davvero così.
Come dice Luco Calio, curatore della casa editrice che ha finanziato questo progetto, "l'obiettivo è che il lettore non abbandoni il libro, facendogli capire che leggere è un'urgenza della vita stessa, che ha bisogno di disciplina e non può essere rimandata"…Sarà, intanto per quanto mi riguarda posso tranquillamente affermare che un libro che sparisce da solo non mi interessa particolarmente. E non credo di essere il solo. Ma poi ci sono altri problemi in cui si rischia di incorrere. Problemi di tipo logistico, per esempio.
Tu devi garantirmi che il libro arrivi a me in condizioni perfette, quindi si devono utilizzare sistemi di sigillatura davvero importanti. Quante volte vi è capitato di trovare cellofanature con qualche buchetto? Ecco, in quel caso, ciao libro. Arrivate a casa, lo aprite e… niente, le pagine sono vuote! Che pacco, eh?
Comunque, visto che tanto sono dell'idea che da noi non vedremo mai una roba simile (ma non ci metterei la mano sul fuoco), non mi pongo troppi problemi a riguardo. Vorrei solo capire dove si vuole arrivare, quante altre assurdità saremo in grado di studiare per rendere la lettura ancora più ridicola di quanto non si stia già facendo. Dove diavolo è finito il semplice gusto di leggersi un libro? Deve forse diventare una pratica a tempo, quasi un dovere piuttosto che un piacere? Perché è a questo che si arriva, il succo del discorso. Non voglio leggere con una pistola puntata alla tempia del libro, avendo paura ad appoggiarlo o di ritrovarlo cancellato al mattino dopo, solo perché ci ho messo qualche giorno in più.
Ah, per inciso, non so nemmeno di cosa parla questo romanzo, che potrebbe benissimo essere un fottuto capolavoro, ma voglio augurarmi che gli otto ragazzi si siano almeno salvati una copia da qualche parte. Potrebbero vederlo (si fa per dire) sparire davanti ai loro occhi… E questo sì che farebbe proprio un male cane.