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Il gene dell’immortalità 5

Creato il 18 febbraio 2014 da Davide

Capitolo II :Volevamo stupirvi con effetti speciali (parte 3)

di Flavia Busatta

Anche gli animali non sono da meno delle piante come veri impianti industriali, anche se allevare degli animali è più complesso e costoso che ottenere dei raccolti.
I più utilizzati sono i topi e i conigli; dei primi è stato addirittura brevettato l’oncomouse1(solo in USA, vi sono dispute per la CEE e il Giappone), un topo portatore di varie sequenze genetiche che contengono oncogeni e promotori murini, utilizzato come laboratorio vivente per le ricerche sul cancro ed altro. Il brevetto appartiene all’Università di Harvard dal 1985. I conigli sono invece oggetto di ricerca della Sandoz svizzera che intende anch’essa utilizzarli come laboratori viventi e che hanno dato prova di buona manipolabilità e capacità di trasmissione mendeliana.
È noto che i mangimi sono una delle voci più costose per gli allevatori, in particolare nel caso di animali non ruminanti2 che sottoutilizzano i mangimi a contenuto proteico vegetale, come quelli derivati dai cereali, o addirittura non metabolizzano la cellulosa. Allo scopo sono allo studio vari tipi di animali transgenici dotati di geni chimerici provenienti da altre specie, (ad esempio batteri semplici) che potrebbero produrre da sé gli aminoacidi essenziali alla crescita svincolandosi così da diete bilanciate; come corollario si otterrebbe anche una riduzione delle secrezioni azotate nelle deiezioni. Esperimenti in topi hanno dimostrato che vi sono delle possibilità in tal senso.
Interessanti sono anche le modificazioni genetiche indotte nei pesci che, per il loro sistema di fecondazione, presentano difficoltà minori di manipolazione e impianto di geni chimerici negli oociti. La manipolazione genetica interessa soprattutto le specie da allevamento come i salmoni, le trote, i pesci gatto ecc. Solo nel 1990 i pesci provenienti da allevamento hanno consentito un fatturato per 22 miliardi di dollari: un mercato davvero sostanzioso! Il primo tentativo riguardò l’utilizzo dell’ormone della crescita ricombinato e ha visto il trasferimento del gene specifico donato in embrioni di carpe e trote poche ore dopo la fecondazione; come risultato una buona percentuale di embrioni è sopravvissuta e ha trasmesso il gene alla progenie avendolo integrato nel genoma.
Ed è proprio sui geni produttori di ormoni della crescita che si sta sviluppando uno dei più importanti progetti di ricerca a livello di animali, uomo compreso. Considerando che il mercato di proteine animali è particolarmente florido tra i principali oggetti di manipolazione vi sono maiali e bovini.

I bovini vennero “interessati” all’ormone somatotropo bovino (BST o BGH). Questo ormone è un ormone peptidico secreto dalla ipofisi (o ghiandola pituitaria), e come altri ormoni è secreto in piccolissime quantità per regolare i processi metabolici. Nel 1937 si scoprì che, se iniettato in vacche da latte almeno una o due volte al mese, lo BST provocava un aumento della produzione di latte del 50%. Fino agli anni Ottanta si fece un uso molto limitato di questo ormone in quanto si poteva ottenere solo da cadaveri di bovini e il rischio di trasmissione di malattie. L’avvento della bioingegneria permise alla Genentech-City of Hope Medical Center di mettere a punto un metodo che consentisse di ottenere l’ormone puro, ovvero privo di altri polipeptidi nel 1979. Questo risultato fu raggiunto isolando dall’mRNA circa l’88% della sequenza del DNA corrispondente all’ormone e attaccando a questo pezzo una sequenza di DNA, preparata sinteticamente, corrispondente al 12% mancante, più il codone di partenza. Questa proteina semisintetica fu inserita in un plasmide e quindi nell’E.Coli. L’ormone ottenuto aveva un aminoacido terminale in più (metionina terminale) rispetto all’ormone naturale. Quattro grandi imprese farmaceutiche (Monsanto, American Cyanamid, Ely Lilly e Upjohn) svilupparono prodotti commerciali con rBST e li presentarono alla FDA (US Food and Drug Administration) per l’approvazione a una loro commercializzazione. Nel 1986 la FDA completò le sue indagine e decretò che il cibo (latte e carne) proveniente da animali trattati con rBST era sicuro per gli esseri umani. In seguito alle pressioni dei piccoli allevatori e delle associazioni di consumatori e alle resistenze di alcuni stati come il Vermont (1989) la FDA fece ulteriori studi, indagine e pubbliche discussioni tra le quali la più famosa fu la conferenza sulla sicurezza della rBST organizzata nel 1990 dal NIH (National Institute of Health) su richiesta del senatore Patrick Leahy. Nel 1993 la FDA approvò la commercializzazione di un farmaco ottenuto col metodo Genentech, il Protropin, i cui diritti commerciali erano di proprietà della Kabi3, una multinazionale svedese che aveva già il monopolio della somatotropina ottenuta da ghiandole pituitarie di cadaveri (bovini nel caso della BST, e umani nel caso del hGH). La Monsanto commercializzò il suo prodotto col nome di Posilac nel 1994. Altri paesi tra cui Messico, Brasile, India, Russia approvarono l’uso commerciale della rBST. Malgrado l’approvazione della FA le polemiche non finirono. Le principali accuse erano di maltrattamento degli animali e di rischi per la salute umana.
“La quantità di BST necessarie per causare una risposta significativa lattazione è piccola. Ad esempio, il primo prodotto di BST per ricevere l’approvazione della FDA è una formulazione di 14 giorni a rilascio cadenzato che contiene 500 mg di BST. Ogni giorno una porzione di BST (circa 36 mg) viene rilasciata nel flusso sanguigno della mucca. L’aumento della concentrazione nel sangue di BST avvia una serie di eventi biologici che rappresentano i cambiamenti nella produzione di latte e di efficienza produttiva. La risposta a BST nella produzione del latte varia a seconda della fase della lattazione. Somatotropina bovina non cambia in modo significativo la composizione del latte. La concentrazione di grassi e proteine nel latte varia in base a cause genetiche, stadio di lattazione, età, composizione della dieta, stato nutrizionale, ambiente e stagione. Questi fattori influenzano anche la composizione del latte da mucche trattate con BST. Eventuali piccole differenze nella composizione del latte da mucche trattate con BST sono all’interno della gamma normale. Le variazioni nel contenuto di grassi e proteine nel latte sono della stessa grandezza come quelle osservate solitamente nelle vacche non trattate con BST. Sono state condotte molte dettagliate analisi chimiche del latte da mucche trattate con BST. In generale, il trattamento con BST non altera la percentuale di proteine di latte totale rappresentata da caseine e proteine del siero di latte. Il latte da mucche trattate con BST non differisce nella quantità di vitamina A, tiamina, riboflavina, piridossina, vitamina B 12, acido pantotenico o colina; il contenuto di biotina aumenta leggermente.
Il BST è presente naturalmente nel latte vaccino in quantità molto ridotte (solo 0.000006 di tutte le proteine del latte è BST). La somministrazione supplementare di BST non influisce sulla quantità di BST presente nel latte. Un altro ormone proteico presente nel latte, il fattore della crescita simile all’insulina I (IGF 1), è regolato dalla BST. Poiché gli effetti biologici del IGF I non sono specie-specifici, come lo sono per BST, alcuni oppositori hanno suggerito che ciò pone un problema di sicurezza. Quando il BST è somministrato alle vacche da latte, la concentrazione di IGF I nel sangue aumenta di circa 3 volte e i livelli di IGF I nel latte possono aumentare fino a 2 volte. Tuttavia, la presenza di IGF I nel latte non pone un rischio per la salute perché è una proteina ed è perciò digerito come tutte le altre proteine alimentari . Inoltre, lo IGF I è presente nel latte materno umano e a livelli elevati o superiori ai livelli nel latte da mucche trattate con BST. Studi hanno anche evidenziato che BST non influisce sul sapore del latte, né eventuali caratteristiche di fabbricazione che sono importanti durante la produzione di elaborati prodotti lattiero-caseari come il formaggio o yogurt.” 4
Nel 1994 uno studio condotto dalla UE stabilì che la rBST creava dei problemi di salute alle mucche trattate incluse problemi ai piedi, mastite e reazioni allergiche dove avveniva l’iniezione. Il rapporto concludeva che il rBST era dannoso per la salute delle mucche e non doveva essere approvato. UE, Canada, Giappone, Australia e altri stati bandirono la vendita della rBST e dei prodotti derivati (latte e carne). Sull’onda di queste polemiche e dei danni economici che il bando causava, furono fatti ulteriori studi e alla fine degli anni novanta la International Dairy Federation confermò che il trattamento con bST non ha alcun effetto sull’incidenza di mastite.
“Per quel che riguarda la salute egli esseri umani bisogna ricordare che la BST è naturalmente presente nel latte vaccino e carne. Per quanto riguarda la carne, in trattamento con BST delle mucche per 28 giorni non vide aumentare significativamente la concentrazione di BST. Tutta via anche se ci fosse stato un aumento della concentrazione di ST (somatotropina) nella carne come il risultato trattamento con ST, questo non sarebbe un problema per la sicurezza alimentare umana.” (Cornell. ibid., vedi nota 4).
Cerchiamo di spiegare il perché mediante affermazioni scientificamente provate. “La BST è una proteina e, come tutti le altre proteine vegetali e animali nella dieta, essa viene digerita, ovvero decomposta, nei singoli aminoacidi e in peptidi molto piccoli attraverso una combinazione di condizioni di basso pH e di enzimi digestivi che si trovano nello stomaco e nel piccolo intestino superiore. Gli aminoacidi risultanti non hanno alcuna attività ormonale. Inoltre, la somatotropina derivata dalla ghiandola pituitaria di animali da fattoria e altri nonprimati è inattivo in bambini e adulti umani anche se iniettata. Successive ricerche hanno dimostrato che questo effetto di “species limited” (limite di specie) si verifica perché la sequenza dell’amminoacido della BST (ormone bovino della crescita) differisce da quella dell’hST (ormone umano della crescita) di circa 3 -5%. Di conseguenza, i recettori somatotropina nelle cellule umane non possono riconoscere il BST. Così, anche se un essere umano fosse stato iniettato accidentalmente con BST, non ci sarebbe alcun effetto ormonale.” (Cornell. ibid., vedi nota 4).
In seguito a questi studi all’inizio degli anni 2000 la BST era stata approvata per l’uso commerciale da Argentina, Cile, Colombia, Ecuador, Egitto, Guatemala, Honduras, Libano, Pakistan, Paraguay, Perù, Salvador, Uruguay, Sud Corea, Venezuela, Brasile, Bulgaria, Costa Rica, Repubblica Ceca, Jamaica, Messico, Namibia, Russia, Sud Africa, Ucraina and Zimbabwe. IL Canada che aveva proibito l’uso della BST nei propri allevamenti, permetteva tuttavia l’ingressi di materie prime come il latte da allevamenti USA trattati con BST. Nel calore della controversia lo Health Canada stabilì che “la giuria non trovava alcuna ragione biologicamente plausibile per avere delle preoccupazioni circa la salute umana se il BST fosse approvato per l’uso commerciale in Canada”6.
Queste considerazioni sono interessanti anche quando si parla di altri prodotti OGM. Una delle accuse riguardo alla pericolosità degli OGM riguarda il fatto che attraverso di esse si introdurrebbe nel nostro corpo DNA innaturale ed estraneo il che potrebbe causare tumori e mutazioni genetiche. Quelli che fanno tali asserzioni dimenticano che, a parte nel caso del cannibalismo, noi essere umani ingeriamo sempre del DNA estraneo quando mangiamo, DNA animale o vegetale, ma pur sempre DNA estraneo. Ora non è che mangiando pollo si diventi polli (beh forse quelli che fanno obiezioni di questo tipo il cervello da gallina ce l’hanno), perché le catene nucleiche, le proteine e gli aminoacidi sono distrutti già a livello del primo tratto digestivo e trasformati in qualcosa che nulla ha a che vedere, chimicamente parlando con i composti originari.
“L’uso della parola naturale è fuorviante perché la struttura di una proteina dipende sulla sua sequenza di aminoacidi, piuttosto che all’organismo che la produce. La BST prodotta attraverso la tecnologia del DNA ricombinante contiene gli stessi amminoacidi nella sequenza identica del BST prodotto dalle mucche. Alcuni oppositori BST sostengono che la rBST prodotta in batteri o lieviti ha una forma diversa e diverse proprietà della bST prodotta da una mucca questo non è vero. La forma della molecola ricombinante e tutte le sue proprietà biologiche sono identici a quello della BST prodotto nella ghiandola pituitaria di mucca.
Inoltre, la fonte di una molecola non deve pregiudicare contro il suo utilizzo. Come società, abbiamo già accettato prodotti ricombinanti nell’arena medica. Oggi, molti prodotti farmaceutici ricombinanti sono usati per trattare e curare la malattia in tutto il mondo. Per esempio, l’insulina per il trattamento del diabete è una proteina ricombinante come la ST umana somministrata a bambini con disturbi della crescita.” (Cornell. ibid., vedi nota 4).
Malgrado questi studi e le evidenze scientifiche la guerra contro la BST continuò, e continua, vigorosa portata avanti da due strani compagni di letto: i piccoli allevatori bigotti e le elite radical-chic delle metropoli. Malgrado le ripetute commissioni di inchiesta scientifiche messe in essere da vari stati l’opposizione dei piccoli agricoltori e delle elite ecologiste si intensificò facendo diventare il BST il banco di prova per una campagna di guerra totale contro le biotecnologie. La motivazione principale dei piccoli allevatori è che il trattamento con BST, facendo aumentare la produzione di latte, faceva crollare i prezzi del latte stesso, una considerazione che fu fatta propria da tutta l’industria lattiera USA. Come puntualizzò bene Robert Cohen, uno dei più feroci crociati contro la BST “l’industria lattiero-casearia realizzò che 1) il surplus di latte derivate dall’uso di questo ormone abbassava il prezzo del latte. 2) La pubblicità sfavorevole la BST faceva sì che la gente cominciasse a interrogarsi su tutto il consumo di latte. 3) La pubblicità sfavorevole al BST faceva sì che la gente esplorasse delle alternative tipo il latte di soia. 4) La pubblicità negativa del BST creava il “Nonmilkman” (L’uomo-che-non-usa-latte), il peggior incubo dell’industria lattiero casearia.”7
La campagna di Cohen contro la Monsanto per l’abolizione del Prosilac (BST) trovò sponda NON sul problema della sicurezza o meno del BST ricombinante, ma nelle scarse condizioni igieniche dello stabilimento austriaco di Kundl che produceva le iniezioni di Posilac. Di fronte a queste accuse (che riguardavano le condizioni igieniche dello stabilimento, NON la pericolosità biologica del BST), la Monsanto rispose rallentando la produzione di Posilac. Lo scatenarsi dell’opinione pubblica stimolata da pregiudizi creazionisti – moralisti del tipo “l’uomo non si sostituisca a Dio” ovvero “…we learned the answer to the query” ‘What hath God wrought?’ Humankind will now be asking, ‘What hath man wrought?’8” – e al radicato disgusto delle elite radical chic rispetto ai cibi economici e popolari di largo consumo che agitavano il ben noto e reazionario “Principio di precauzione” e aventi come portabandiera Al Gore, per sua stessa ammissione al servizio della lobby dei produttori di latte, le grandi compagnie di distribuzione cominciarono a veder diminuire i loro profitti e si affrettano ad allinearsi alla volontà persuasiva delle elite. Nel 2007 Safeway e Kroeger annunciarono che sui loro scaffali vi era solo latte “BST-free”; nel 2008 fu la volta di Wall-Mart, nel 2012 di Starbuck. Un gruppo pro BST la American Farmers for the Advancement and Conservation of Technology” (AFACT) tentò di fermare lo tsunami, ma fallì e si sciolse nel 2011. Nell’agosto del 2008 la Monsanto decise di vendere il suo dipartimento per la produzione del Posilac alla Elanco, una sussidiaria della Ely-Lilly and Co.. Ovviamente i prezzi del latte e dei prodotti caseari ricominciarono a salire.
E’ anche interessante notare come l’impatto sociale dell’uso del BST sarebbe stato simile a quello di ogni produzione agricola di alta tecnologia: minore unità di produzione (mucche e fattorie intensive) – il che sarebbe un bene per l’effetto serra se accettiamo che gli allevamenti bovini siano una delle cause principali dello stesso – , minori prezzi al consumo del cibo – e anche questo sarebbe un bene visto il problema della fame nel mondo in particolare durante questa crisi economica che ha aumentato il numero dei poveri nelle metropoli. Questo avrebbe l’effetto aggregato di ridurre il numero di mucche necessarie per la produzione con conseguente riduzione della domanda di foraggio e mangimi, ovvero dei raccolti agricoli destinati a tale scopo con conseguente riduzione nel consumo di acqua, combustibili e sementi. Straordinariamente proprio quello che ogni ecologista vorrebbe. Che sia un serpente che si morde la coda?

note
1 A proposito del dibattito circa la brevettualità dell’oncomouse è importante sottolineare che, mentre negli USA il dibattito riguarda l’estendibilità della brevettualità degli animali transgenici, se cioè essa sia estendibile alla progenie degli stessi o debba essere confinata agli animali brevettati, in Europa la questione da dirimere è molto più a monte e cioè se sia brevettabile un animale, geneticamente modificato o meno.
2 Molti grandi erbivori sono ruminanti (o poligastrici): i bovini, le pecore, le capre, le giraffe, i cervi, le antilopi (che appartengono al sottordine Ruminantia), cammelli e lama, che sono ruminanti pur non appartenendone al sottordine Ruminantia. I cavalli e gli elefanti,invece, NON sono ruminanti.
3Pharmacia fu fondata nel 1911 in Svezia e all’inizio i suoi profitti derivarono soprattutto dalla vendita della “medicina miracolosa” Phospho-Energon. Durante la II guerra mondiale il chimico svedese Björn Ingelman fece varie ricerche sul destrano e con il ricercatore Anders Grönwall scoprì che il destrano poteva essere usato come alternativa al plasma nelle trasfusioni. Una scoperta che era di grande importanza in tempo di guerra e i prodotti a base di destrano ebbero un grosso peso nei profitti della Pharmacia. Nel 1986 Pharmacia, ora Pharmacia Fine Chemicals acquisì LKB-produkter AB e cambiò nome in Pharmacia Biotech. Questa ditta cominciò a espandere il suo ruolo nelle biotecnologie tramite l’acquisizione dei PL Laboratories della Pabst Brewery. Nel 1990 la Pharmacia si unì con la Kabi Vitrum e successivamente con , nel 1995 con la Upjohn americana e spostò la sua sede a Londra. Nel 1999 la divisione alimentare fu venduta alla Fresenius e la Pharmacia & Upjohn si unì alla Monsanto dando un conglomerato che prese nome di Pharmacia Corp. Monsanto, attraverso la sua divisione Searle, aveva sviluppato il celocoxib che divenne un farmaco blockbuster dopo l’approvazione della FDA nel 1998. La divisione agricola sotto il nome di Monsanto si divise nel 2000, ma Pharmacia mantenne la divisione farmaceutica originale di Serale. Nel 2002 Pharmacia fu acquisita da Pfizer che era interessata al controllo del celecoxib. Nel 2006 la divisione diagnostica-allergologia basata a Upsala venne vendita come Parmacia Diagnostics e cambiò il nome in Phadia. Nel 2006 i resti di Pharmacia a Upsala furono venduti alla indiana Kemwell. Le strutture della ditta a Strängnäs in Svezia stanno attualmente espandendo la produzione di Genotropin, un ormone della crescita.
4 traduzione da: http://www.ansci.cornell.edu/bauman/envir_impact/rbst_booklet.html#HumanSafety
5 Bauman D.E., “Bovine somatotropin and lactation: from basic science to commercial application.”, Domestic Animal Endocrinology 17 (1999) 101–116
6http://en.wikipedia.org/wiki/Bovine_somatotropin
7“Robert Cohen’s Victory -Death Of Bovine Growth Hormone!”, 2004 http://www.rense.com/general53/bov.htm
8Cohen, ibid., 2004. Noi ottenemmo la risposta alla domanda ‘Cosa ha creato Dio?’ L’Umanità ora chiederà ‘Cosa ha creato l’uomo?’”

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