Il genoma della patata

Creato il 11 luglio 2011 da Emmecola

Le facciamo bollite, fritte, al forno. Le usiamo per fare crocchette, puré, gnocchi e persino focacce. Sono vendute anche come snack in tutti i supermercati, ma le mangiamo soprattutto a tavola, principalmente come contorno dei secondi piatti. Fanno parte della cucina tipica italiana (vedi la pitta pugliese) e di moltissime cucine straniere (dal famoso fish and chips al rösti svizzero). Conosciamo un milione di modi per cucinare questo tubero prelibato, e ora conosciamo anche il suo genoma.

La sequenza genomica di Solanum tuberosum è stata pubblicata sulla rivista Nature da un consorzio internazionale formato da 26 istuti di ricerca, tra cui l’italiana Enea. Nel lavoro si legge che il genoma della patata, lungo 844 milioni di basi, è stato sequenziato e assemblato per l’86%, mediante l’utilizzo combinato di tecnologie di nuova e vecchia generazione.

In realtà, la sequenza pubblicata non si riferisce alla patata commerciale che tutti conosciamo, ma a una varietà più vicina alla patata originale del Sud America. Il motivo è presto detto: il genoma della varietà commerciale è tetraploide (significa che possede quattro copie per ognuno dei 12 cromosomi), e inoltre ha un elevato grado di eterozigosità (le quattro copie sono molto diverse tra loro). La varietà sequenziata è stata realizzata partendo invece da una varietà diploide, che possedeva cioè soltanto due copie per ogni cromosoma: selezionando e duplicando una sola copia di questi, gli scienziati sono riusciti a ottenere una patata doppio-monoploide, con un genoma molto più semplice da sequenziare.

Le prime analisi dicono che la patata possiede circa 39mila geni, di cui quasi il 90% è attivo in almeno un tessuto della pianta. I ricercatori hanno identificato centinaia di geni di resistenza a varie malattie, che saranno estremamente utili per selezionare varietà più resistenti ai patogeni, come la peronospora della patata che mise in ginocchio l’Irlanda a metà dell’800. La sequenza genomica è stata analizzata anche per fare luce sull’evoluzione dei tuberi, assenti in altre Solanacee come il pomodoro.

Dal punto di vista nutrizionale, le patate sono una fonte importante di carboidrati, fibre e proteine, e sono inoltre ricche di vitamine e sali minerali. Nel 2009 la produzione di patate ha raggiunto le 330 milioni di tonnellate (dati FAO), a testimoniare il ruolo fondamentale di questo tubero per l’alimentazione umana, specialmente nei Paesi in via di sviluppo. La speranza è che grazie al genoma appena pubblicato potremo aumentarne le rese e – perché no – migliorarne la qualità.

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