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Il Gianicolo è morto

Creato il 21 giugno 2010 da Riprendiamociroma

 
Le immagini del Pincio devastato dai barbari bruciano ancora, ma già è tempo di tornare a indignarsi per un nuovo ancor più grave episodio vandalico. Il Gianicolo, la più bella passeggiata di Roma, è stato attaccato dalla solita mandria di Unni. Ne dà notizia ancora una volta Repubblica, dal quale sito abbiamo preso le immagini che vedete nelle slide. Proprio come al Pincio, i busti degli eroi del Risorgimento sono stati staccati di netto e buttati a terra. Turisti inorriditi sgranano gli occhi davanti a un simile raccapricciante spettacolo. Noi rabbrividiamo all'idea di cosa potrebbe accadere domani. Ex porchettari in divisa da vigile decideranno di sequestrare la scena del crimine con transenne arrugginite e teloni arancioni, che rimarranno in bella mostra per mesi e mesi, finendo stampati nelle menti dei civili turisti e marchiati a fuoco nelle impietose fotografie che puntualmente essi scatteranno. Sceneette a cui siamo abituati, simbolo dell'incapacità, del menefreghismo, della barbarie italica. Dell'abitudine al degrado di un popolo incivile e primitivo. Ci diranno che non ci sono soldi per raddrizzare i busti, con la solita faccia di bronzo di chi guarda le macerie della città dal finestrino della sua auto blu. Se avessi i mezzi, li raddrizzerei io gratis. Che una scena simile non è accettabile in nessun angolo del mondo civile. E' già di per sè di una gravità inaudita che i giornalisti abbiano fatto in tempo a scattare foto del fattaccio. Invito i volontari di Riprendiamoci Roma a partecipare a un blitz di protesta al Gianicolo. Qui ci vuole uno striscione di denuncia, possibilmente in sette lingue, che spieghi al mondo civile le cause di un simile ripugnante spettacolo. Un paio di volontari e stasera lo andiamo a portare lì. Mettiamogli il pepe al culo. La gente per bene non può accettare tutto questo senza ribellarsi. Non gliene faremo passare una. Finché l'argomento lotta al degrado non sarà in cima alla loro agenda politica. Finché non avremo tolleranza zero. Quella vera.


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