RECENSIONE
«Quello che devi capire, Julia» Elsie sospirò «è che quando porti alla luce un segreto del passato, è come infilarsi in un ginepraio. So che probabilmente l’avrai già sentito dire tante volte, ma amore mio, ti assicuro che è vero. Perché una volta che ci sei finito in mezzo non sai più come uscirne.»E, aggiungo io, una volta che ci si riesce, o che si impara a vivere all’interno del ginepraio, non si è più gli stessi di prima. Segreti, segreti, segreti. Quanti piccoli e grandi segreti si celano dietro la vita di ciascuno di noi? Ma nella storia di Julia Forrester — la sua e quella della sua famiglia — ce ne sono davvero di enormi. Ritiratasi nel Norfolk per sfuggire ai ricordi — un marito e un figlio morti tragicamente in un incidente stradale — Julia sarà calamitata dalla tenuta in cui trascorreva le estati della sua infanzia, Wharton Park, dove il nonno Bill, il padre di Jasmine, sua madre, era giardiniere. Julia è depressa, non suona più il pianoforte — è una concertista affermata in tutto il mondo —, ma l’incontro con Christopher Kit Crawford, il nuovo Lord di Wharton e sua vecchia conoscenza, la farà pian piano riprendere. Nel lento cammino di recupero si intrometterà prepotentemente la storia di Olivia, Harry, Elsie, Bill e Lidia: una storia che si dipana fra Wharton e la Thailandia durante la seconda guerra mondiale. Un racconto di segreti celati da due generazioni, che Elsie dona alla nipote e che cambierà per sempre la sua vita e quella di tutti coloro che la circondano.
Le due storie intrecciate — quella ambientata ai giorni nostri e quella che si svolge durante la seconda guerra mondiale — parlano della non facile scelta fra amore e dovere, una scelta sofferta, soprattutto quando si è consapevoli che essa condizionerà la vita di molte persone, in entrambi i casi. Messe davanti a un bivio, le persone possono fare scelte totalmente diverse, scelte che portano la loro storia a essere ciò che è. A volte non si tratta neanche di scelte vere e proprie, perché le circostanze della vita mettono in condizioni tali da dover imboccare la via che non si sarebbe mai voluta intraprendere.
La guerra è una di queste circostanze. I giovani inglesi che vennero sbattuti per cinque anni in paesi lontanissimi, con culture diverse, e che magari furono anche fatti prigionieri dai giapponesi, non scelsero la strada da percorrere; una volta intrapresa quella via, non tutti riuscirono a tornare sui loro passi — e non parlo, ovviamente, di coloro che rimasero uccisi in battaglia. Molti non trovavano la forza sufficiente per tornare indietro, perché a causa degli orrori che avevano visto, la loro vita precedente non sembrava più reale. Un grande dolore incide sulle persone. Se non le uccide, se riescono a superarlo, non saranno mai più le stesse. È così. Inutile incollare i pezzi di un vaso rotto come se nulla fosse accaduto.
Holkham Hall - Norfolk
In questa storia, che attraversa tre generazioni e due continenti, in cui la narrazione va avanti e indietro nel tempo in modo lieve, senza causare disagi, ci sono due denominatori comuni: le meravigliose orchidee che dalla Thailandia hanno attraversato l’Oceano per giungere nel Norfolk lasciandosi la loro scia di esotico profumo e, soprattutto, l’imponente — talvolta ingombrante — presenza di Wharton Park, sempre sullo sfondo eppure sempre protagonista, causa di scelte e di sofferenze, punto di partenza e punto di arrivo delle storie dei personaggi.L’atmosfera che si respira è vivida, magica, carica di odori e di colori, tanto che, in principio, mi ha ricordato uno dei romanzi di Rosamund Pilcher — ambientato in Norfolk, anziché in Cornovaglia o in Scozia.
Tuttavia, non condivido la scelta che la casa editrice ha fatto, di etichettare questo romanzo come prettamente femminile:“Tutto quello che ogni donna vorrebbe trovare in una storia d'amore”. “Una storia impetuosa che ha conquistato le lettrici di tutto il mondo”.La storia, anzi, le storie d’amore ci sono, ma credo che parlare di “lettrici” sia una limitazione, dettata dal fatto che l’autore sia una donna: questo romanzo sarebbe stato un prodotto altrettanto valido, forse anche accolto da una diversa prospettiva, se a firmarlo fosse stato un uomo. Dirò, anzi, che ha evocato nella mia memoria i libri — letti tanto tempo fa — di Noel Barber. Una saga familiare, storie d’amore e di dolore, scelte che si ripercuotono sulle generazioni successive, la magia e i colori della Thailandia — sembra quasi di percepirne il calore e l’umidità sulla pelle — per un romanzo che fa emozionare e conquista fin dalla prima pagina, con la delicata e simbolica leggenda siamese a fare da prologo. L'AUTRICE Lucinda Riley è nata in Irlanda e ha trascorso molti anni della sua infanzia in Thailandia, grande fonte di ispirazione per questo romanzo. Dopo una felice carriera come attrice teatrale e televisiva, da tempo si dedica unicamente alla scrittura. Vive in Inghilterra, nel Norfolk, con il marito e i suoi quattro figli. Il giardino degli incontri segreti è un bestseller internazionale che ha venduto fino a ora 1 milione di copie ed è stato tradotto in oltre 20 Paesi. Nel 2011 ha pubblicato il suo secondo romanzo, The Girl on the Cliff (La ragazza sulla scogliera) e per il 2012 è prevista la pubblicazione del suo terzo libro, The Light Behind The Window (La luce dietro la finestra).