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Il giglio nero - Mervyn LeRoy (1956)

Creato il 16 agosto 2013 da Lakehurst
(The bad seed)
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Il giglio nero - Mervyn LeRoy (1956)
Una madre di una perfetta famigliola americana, il cui marito è appena partito per lavoro, comincia a notare uno strano comportamento nella figlia… che quell'incidente occorso ad un compagnuccio di scuola della bambina non sia stato un vero e proprio incidente? La madre sospetterà il peggio…

Film particolarissimo tratto da un’opera teatrale. Questo va detto subito, perché di fatto questo è, una pièce. Film lento nell'iniziare davvero, verbosissimo sempre in ogni momento e tutto girato nei medesimi interni. Una serie di difetti che farebbero affondare qualunque film, ma che qui, pur pesando molto, possono essere superati con un poco di pazienza.Grande l’impegno di LeRoy dietro la macchina da presa per non farci pesare troppo il parlato; si muove il più possibile, costruisce una fotografia impeccabile, usa (soprattutto all'inizio) la profondità di campo come non si faceva più dagli anni quaranta… va detto, regia di classe, che però non riesce a smaltire del tutto i difetti della sceneggiatura.Dall'altra parte per un film tutto recitato era fondamentale il cast e bisogna ammettere che anche questo è totalmente impeccabile. Se la giovane McCormack verrà candidata ad un meritato oscar (che non vincerà), secondo me va sottolineata molto di più la prova di Nancy Kelly, recitazione perfetta, voce screziata (nella versione originale) che riesce a dare significati enormi con un minimo abbassamento di tono; bravissima (anche lei candidata all'oscar).

Infine va ricordato (per deriderlo) il triplo finale. SPOILER ALERT. Non conosco l’opera originale, ma direi con discreta sicurezza che si chiudeva con l’omicidio suicidio della madre, però al cinema doveva risultare moralmente inaccettabile, quindi entrambe si salvano. Credo fosse inaccettabile pure che una così disumana creatura, per quanto giovane, potesse rimanere libera e impunita e quindi ci si inventa quel ridicolo fulmine divino che permette la punizione senza che qualche adulto debba macchiarsi in un gesto riprovevole. Infine la presentazione degli attori che immagino servisse ad alleggerire il finale e a permettere il gesto che ogni buona casalinga degli anni ’50 avrebbe desiderato fare, sculacciare la bambina. Un finale oscuro e tre volte democristiano come non ne avevo mai visti.

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