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Il “Giornale” vs Emma Marcegaglia. Dolcetto o scherzetto?

Creato il 08 ottobre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Il “Giornale” vs Emma Marcegaglia. Dolcetto o scherzetto? Nicola Porro è un giocherellone, lo sanno tutti. Quando deve incalzare qualcuno, spesso stravolgendo fatti o dando loro una personale e libera interpretazione, lo fa con il sorriso sulle labbra, pacche sulle spalle e un accenno di passo di danza. Lui è fatto così, non è cattivo anzi, Porro è l’esempio vivente di quel giornalismo di stampo “old british” che manca ormai da tempo nella nostra professione, diventato un mestiere in cui si urla e si bastona come una squadraccia fascista qualsiasi durante la marcia su Roma. E la stessa cosa, sempre Nicola Porro, ha fatto con Rinaldo Arpisella, responsabile stampa della presidente di Confindustria, suo amico di vecchia data e compagno di briscola e tressette, al quale ha inviato un sms (con alla fine, però, l’iconcina del sorriso smail) dove c’era scritto: “Ciao Rinaldo domani super pezzo giudiziario sugli affari della family Marcegaglia”. Siccome Arpisella sa che Porro è un giocherellone a cui piace divertirsi a volte anche con un pizzico di humor nero, invece di rispondergli “Ci vediamo alle cinque per una birra”, ha immediatamente avvisato il suo capo. A questo punto le versioni dei fatti, come sempre, divergono fino a prendere strade diametralmente opposte, con una visione tardo filosofica potremmo dire: esistenzialmente divergenti. Prima versione. Arpisella prende maledettamente sul serio il messaggino di Porro tanto che telefona al suo amico vicedirettore del Giornale per chiedergli spiegazioni. Sempre scherzando, il braccio destro di Alessandro Sallusti dice al telefono (e i giudici intercettano): “…...adesso ci divertiamo, per venti giorni romperemo il cazzo alla Marcegaglia come pochi al mondo!”. Porro si premura di dire che non si tratta di uno scherzo e che hanno spostato: “i segugi da Montecarlo a Mantova”. Pur sapendo che il suo amico è un po’ zuzzurellone, Arpisella si sente in dovere di avvisare il capo. Emma Marcegaglia, che in una intervista al Corriere della Sera non era stata tenera nei confronti del governo del fratello del proprietario del Giornale, teme di essere sottoposta al “metodo Boffo”, aggiornato nei mesi scorsi nel “metodo Fini”. Non avendo alcuna intenzione di dar vita a un terzo metodo, quello “Marcegaglia”, alza il telefono e chiama personalmente Fedele Confalonieri. Il risultato è che il Giornale non pubblica nulla su di lei né sulla sua famiglia. Tutto questo la Marcegaglia lo ha raccontato ai giudici di Napoli, i quali si sono premurati di sentirla dopo aver ascoltato le telefonate intercorse fra Porro e Arpisella che configuravano il reato di “violenza privata”. Secondo la Marcegaglia e Arpisella, quindi, Porro non ha affatto scherzato e le minacce erano talmente serie che avevano dovuto scomodare perfino Fidel.Seconda versione. Il Giornale ce l’ha un po’ (ma mica tanto) con la presidente degli industriali rea di aver concesso al Corriere della Sera un’intervista che aveva promesso a loro. Un giornalista serio come Belpietro, ha detto ieri sera da Santoro : “Certo, se un personaggio famoso mi promette un’intervista e poi la fa con un altro, come minimo un po’ m’incazzo”. E tanto deve essere successo a quelli del Giornale se in una telefonata del 22 settembre Porro dice ad Arpisella: “...dobbiamo trovare un accordo perché se no non si finisce più qui...la signora se vuole gestire i rapporti con noi deve saper gestire...quello che cercavo di dirti è che dobbiamo cercare di capire come disinnescare in maniera reciprocamente vantaggiosa, vantaggiosa nel senso diciamo delle notizie delle informazioni della collaborazione no...”. Sentito in proposito, Porro ha affermato: “Vorrei che venissero pubblicate sui siti con l’audio. Ci prendevamo in giro vicendevolmente” e, aggiungiamo noi, amorevolmente. Insomma, Sallusti ha querelato il Procuratore, il redivivo Feltri dice: “Per noi è tutta pubblicità” e Porro insiste nel dire che si tratta di una bufala gigantesca e che il tutto è stato un gioco fra lui e il suo amico Rinaldo. Quale delle due versioni sia la veritiera lo stabiliranno i giudici Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock che, per il momento, hanno fatto perquisire la sede del Giornale e le case di Sallusti e Porro (Feltri si è incazzato perché i carabinieri hanno ignorato la sua). Da parte nostra, come sempre, non diamo giudizi né esprimiamo opinioni perché quelle le lasciamo ai commentatori politici più bravi ma anche più schierati di noi. Stando ai fatti, vogliamo chiudere l’ennesima vergogna del giornalismo italiano con Emma Marcegaglia che ai giudici ha detto: “Ho sicuramente percepito l'avvertimento come un rischio reale e concreto per la mia persona e per la mia immagine, tanto reale e concreto che effettivamente ci mettemmo, anzi mi misi personalmente, in contatto con Confalonieri”.
PS. In questo momento, sotto le finestre di casa nostra, sta passando un corteo di qualche centinaio di studenti che gridano"Gelmini, Gelmini vaffanculo". Oggi è una bella giornata.

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