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Il Giorno dell'Apocalisse - 17

Da Marcar

 

IL GIORNO DELL’APOCALISSE – romanzo di Marco Caruso – Ogni diritto riservato

 

puntata numero 17

 

Rumori indistinti, affiorati dal grande fragore che mi pare di ricordare. Una voce umana, bassa, che canticchia un motivetto dolciastro come una nenia… Apro gli occhi.

Un soffitto verde.

Sono steso sul letto candido, caldo ma per niente confortevole. Non riesco a muovermi, ma posso roteare gli occhi. La ragazza vestita di bianco che intravedo, smette di cantare e lancia un gridolino di sorpresa.

Ora vedo il suo volto.

- Signor Bersani! Come si sente?

Non so cosa risponderle. Non riesco ad articolare neanche un lamento. Poi la ragazza esce, per tornare, dopo qualche minuto, con un medico ed una suora.

Mi visitano, parlano, cercando di rassicurarmi. Da quanto dicono, credo di comprendere che sono stato ritrovato sul fondo d’un piccolo crepaccio da alcuni cacciatori… ed ero conciato piuttosto male.

- Non aspettatevi spiegazioni da me… - riesco a balbettare – Non ricordo un bel niente.

- Cerchi di ricordare il possibile, senza stancarsi! – dice il medico, un tipo brizzolato dall’aria molto professionale – Presto verrà a trovarla la polizia… Nel periodo della sua permanenza in questo ospedale, ha manifestato un certo interesse nei suoi confronti.

- Che periodo… Quanto tempo sono stato qui?

- E’ stato in coma per un anno.

- Un anno? E mia moglie? I miei amici?

Il medico scuote la testa – Qui è venuta solo la polizia. Mi spiace.

 

Il Presidente degli Stati Uniti guardò ancora una volta il Direttore della CIA.

- Mi stai facendo sentire come Carter, quando chiese di vedere i dossier secretati sugli UFO... – bonfonchiò, seccato.

- Lo sai che possiamo parlare di tutto. Tutto quel che ci concedono loro.

- Lo scandalo travolgerà me, te, le passate amministrazioni, ed anche loro...

Il tempo, in quella stanza del Pentagono, scorreva più lentamente del solito, o almeno così sembrava a due degli uomini più potenti del pianeta.

Il vertice che avrebbero dovuto tenere, da lì a poco, con i rappresentanti provenienti da ogni parte del mondo, del Bilderberg e della Trilaterale, oltre ad alcuni emissari di altri organismi meno noti al grande pubblico, pretendeva una sala di almeno cento posti e soprattutto una relazione preliminare della presidenza degli Stati Uniti d’America.

- Lo scandalo è l’ultimo problema – commentò, dopo una lunga riflessione, il direttore della CIA – Il vero problema, come sempre, è far sapere il meno possibile alla pubblica opinione. Raccontare una versione, magari discutibile, attendere il tempo adatto per le rettifiche. Poi far uscire informazioni errate, che sembrino smentire sia la prima che le seconde... E questo per anni, come abbiamo sempre fatto. Se la cavarono con Roswel, caro amico, se la caveranno anche ora.

- Stanno morendo a milioni, in tutto il mondo. Qui non ci sono dischi volanti, e luci in cielo, da confondere con palloni-sonda! Qui ci sono cadaveri veri! E se Roswel è stata la prima, colossale balla davvero spaziale in faccia a tutto il mondo, questa minaccia di travolgere noi, che pagheremo per errori altrui!

- Anche le guerre fanno tante vittime, e nessuno parla di scandali. Abbiamo fatto guerre per spartirci il pianeta, guerre per il controllo territoriale e delle risorse, guerre per sostituirci ai Russi in Afghanistan e tutti pensano all’oppio... La contro-informazione pensa all’oppio, il cui traffico non è mai stato così intenso da quando abbiamo invaso noi quel paese! Tu sai, come me, per quale motivo siamo lì davvero e la gente, no... La gente dei paesi che partecipano alle missioni di pace, no. I loro parlamenti votano senza sapere il reale motivo che ci ha spinto ad andare a Kabul, ed è questa la nostra forza. Non sanno nulla e non c’è scandalo su ciò che non sanno. E i pacifisti di tutto il mondo, in realtà, sono i nostri più grandi alleati.

- Anche il Vaticano ha i suoi rapporti con quegli... con loro, senza andare a Kabul. E non c’è scandalo neanche lì. A me preoccupa cosa diranno i giornali appena la pubblica opinione sarà informata del Piano Apocalisse. Il resto non è di mia competenza.

Il direttore della CIA si alzò in piedi.

- La gente non sa neanche, ed ora capisco che la stanchezza di questi giorni lo sta facendo dimenticare anche a te, che la tua competenza, caro amico, è zero. Sei un esecutore, come me, del resto. E’ ora di andare dai nostri datori di lavoro. Il vertice sta per iniziare.

- I nostri datori di lavoro non ci copriranno mai... Loro sono ombre nell’ombra e lo sai bene. Servirli significa anche negare la loro esistenza. Parimenti, i nostri avversari in questa campagna italiana, si sono comportati nello stesso modo. I Servi fanno della loro invisibilità, della loro intangibilità, un punto di forza. Li state cercando?

Il direttore della CIA rise:

- E perché mai? Legittimarli è contro i nostri interessi principali. Non esiste il vero potere mondiale, e quindi non deve esistere nemmeno chi questo potere avversa. Non possiamo rendere la vita impossibile a questa gente, come facciamo, peraltro, ai cosiddetti spioni, a chi viene in possesso di qualche, piccola parte, delle verità sconosciute alle masse per una divulgazione senza’altro scomoda, ma mai pericolosa. In realtà, il pubblico mondiale potrebbe già essere in grado di comprendere pienamente quale sia la realtà delle cose. Ma a quanti pensi che tali problemi interessino più del mutuo da pagare, o dei prezzi al consumo, o comunque della prossima emergenza che per loro costruiremo su misura?

- Non funzionerà in eterno. 

- Funzionerà come ha sempre funzionato. Vedi la luna in cielo, come la vedono tutti. Quando la pubblica opinione ha capito che la Luna è sempre stata occupata da altri, abbiamo fatto credere che non eravamo neanche andati lì... E tutti a dibattere se siamo veramente andati sulla Luna o no. E non di quel che, veramente, la Luna contiene, compresa la presenza extraterrestre. Rilassati. Non esiste problema che possa fermarli. Ed ora, andiamo.

FINE DELLA DICIASSETTESIMA PUNTATA

 


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