Pendo dalle labbra dell’ex direttore. Al momento non posso fare altro.
Delle cinquanta pagine per cui ho lavorato completamente gratis non so ancora niente, nemmeno se le abbia presentate o meno, mentre l’appuntamento nel quale avrebbe dovuto presentare il progetto di restyling è stato spostato a mercoledì. Non posso nemmeno pressarlo troppo da vicino perché è uno che non ama essere scocciato più di tanto, o come dice lui "Non bisogna essere dei rompicoglioni". Bisogna solo pazientare accanto al telefono o la mail in attesa che lui si faccia sentire con qualche novità.
In effetti comincio a capire le perplessità su questo modo di lavorare espresse dall’art director sosia di Karl Marx. In sostanza, diceva che nella maggior parte dei casi noi si lavora gratis, senza nemmeno uno straccio di rimborso spese, e l’ex direttore si fa bello proponendo progetti a destra e manca come fossero farina del suo sacco. E poi chi garantisce sugli accordi economici che prende con gli editori? In poche parole, chi ci dice che la cifra che incasseremo se il progetto va in porto, sia davvero quella pattuita con l’editore e non invece solo le briciole del panino con cui il direttore si toglie quell’appetito insaziabile che si ritrova? Ha ragione, ma le cose stanno così, e in questo momento non ho nessun potere contrattuale in mano. Devo fare per forza il giullare di corte e accontentarmi di qualche osso che cade dalla tavole del re.