La due tesi, molto gettonate a coppia, sono in contrasto tra di loro. Bisogna decidersi, o di qua o di là. Come quando si attraversa la strada, se rimani in mezzo ti tirano sotto. A meno che non si è a Pisa, in quel caso tirano sotto chiunque, anche se a bordo strada, sul marciapiede, o ancora meglio su una pista ciclabile. Non si può continuare con la tiritera del Beppe Grillo-tiranno-ma-gli-attivisti-sono bravi-e-innocenti. Non si regge in piedi una teoria tale. Sarebbe come dire che Berlusconi è un criminale, però i berluscones non hanno colpa. Loro credevano veramente nel miracolo italiano, in un paese libero dalle forze comuniste in cui poter crescere i propri figli nel benessere ai bordi del laghetto di milano due. Non avrebbe senso, non ha avuto senso, infatti nessuno ha mai separato Berlusconi dal berluscones. Lui il capo, loro i seguaci.
Anche con Beppe Grillo bisogna scegliere. E’ un populista tiranno? Bene, lo sono quindi anche quelli del movimento 5 stelle. Il distinguo sui “grillini” è una scappatoia facile, ed è merito di Grillo. Perché l’intellettuale non può più schierarsi con la partitocrazia, in questo momento di sfiducia, sacrosanta, verso le istituzioni. E il Grillo pensiero non fa sconti: se sei contro di me, sei con loro. Non c’è altro. Ecco dunque il colpo di genio del comico: ha costretto i suoi detrattori a contraddirsi, così da mettere in secondo piano qualsiasi buona ragione essi possano avere.
Continuiamo così, a stare sempre nel mezzo. Magari sopra le strisce, così c’abbiamo pure ragione. Tanto tra un po’ ricomincia la campagna elettorale, e il pulman di Bersani, con l’allegra gita della seconda repubblica, ci tirerà sotto. Giusto poco prima di fermarsi al bar. “Potevamo salvarli!” “Eh ma anche loro, cosa ci facevano in mezzo alla strada?”