Sono oltre 3,2 milioni in totale i dipendenti pubblici, nella scuola i più occupati ma i meno pagati, più della metà del totale sono donne, l’età media è sui 50 anni, fanno 51 giorni di assenza in un anno e hanno una retribuzione media di 34.500 euro. Logicamente, essendo una media, nel calderone finiscono indistintamente tutti i settori della P.A.: impiegati dei ministeri, della Camera, del Senato e del Quirinale, insegnanti, primari, medici, infermieri, direttori generali, dirigenti, magistrati, prefetti, poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili del fuoco e militari! I dati sul pubblico impiego, riferiti al 2013, sono quelli del Conto annuale della Tesoreria dello Stato. Ma sono dati frutto di una media statistica, e come per i polli di Trilussa poi nella realtà c’è chi di polli s’ingozza e chi invece resta a bocca asciutta! Così nella Pubblica Amministrazione troviamo da un lato gli insegnanti con una retribuzione media di 29.488 euro l’anno, la più bassa di tutte, dall’altro i magistrati con 142.000 euro di reddito da lavoro dipendente e i prefetti con 91.000 euro. Ma accade pure che a parità di requisiti (età anagrafica, anzianità di servizio, titolo di studio, familiari a carico e profilo professionale) ci sono dipendenti pubblici che guadagnano dieci, quindici, venti volte di più di un loro collega pari grado solo in virtù della sede di servizio, solo perché impiegati al Quirinale, alla Camera dei deputati o a Palazzo Chigi. E proprio ai dipendenti di Matteo Renzi, tra i meglio pagati della P.A., spetta il primato delle assenze, ben 86 giorni l’anno! Ma torniamo alla questione stipendi. Ora dal momento che da circa un decennio le retribuzioni della P.A. sono bloccate ai minimi storici, senza tener conto del costo della vita e che sono le più basse della Ue, e siccome anche sul mancato rinnovo contrattuale degli Statali incombe la mannaia della Corte Costituzionale, il governo farebbe bene a rivedere le retribuzioni dei propri dipendenti senza discriminare tra figli e figliastri, ma provvedendo con decreto d’urgenza ad una più equa redistribuzione delle risorse pubbliche, nel rispetto non solo della Costituzione, ma anche della dignità e dei diritti-doveri dei lavoratori e per una maggiore efficacia ed efficienza della P.A.! Altrimenti, a breve, i contribuenti italiani si ritroveranno non solo a tappare il buco creato dal "blocco" delle pensioni, ma a dover restituire a colpi di tasse anche i soldi negati fino ad oggi agli Statali, per via di un "blocco" altrettanto incostituzionale, quello degli stipendi!
Magazine Attualità
Il governo cerca soldi: Pensionati e Statali reclamano il maltolto!
Creato il 20 maggio 2015 da Freeskipper
Sono oltre 3,2 milioni in totale i dipendenti pubblici, nella scuola i più occupati ma i meno pagati, più della metà del totale sono donne, l’età media è sui 50 anni, fanno 51 giorni di assenza in un anno e hanno una retribuzione media di 34.500 euro. Logicamente, essendo una media, nel calderone finiscono indistintamente tutti i settori della P.A.: impiegati dei ministeri, della Camera, del Senato e del Quirinale, insegnanti, primari, medici, infermieri, direttori generali, dirigenti, magistrati, prefetti, poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili del fuoco e militari! I dati sul pubblico impiego, riferiti al 2013, sono quelli del Conto annuale della Tesoreria dello Stato. Ma sono dati frutto di una media statistica, e come per i polli di Trilussa poi nella realtà c’è chi di polli s’ingozza e chi invece resta a bocca asciutta! Così nella Pubblica Amministrazione troviamo da un lato gli insegnanti con una retribuzione media di 29.488 euro l’anno, la più bassa di tutte, dall’altro i magistrati con 142.000 euro di reddito da lavoro dipendente e i prefetti con 91.000 euro. Ma accade pure che a parità di requisiti (età anagrafica, anzianità di servizio, titolo di studio, familiari a carico e profilo professionale) ci sono dipendenti pubblici che guadagnano dieci, quindici, venti volte di più di un loro collega pari grado solo in virtù della sede di servizio, solo perché impiegati al Quirinale, alla Camera dei deputati o a Palazzo Chigi. E proprio ai dipendenti di Matteo Renzi, tra i meglio pagati della P.A., spetta il primato delle assenze, ben 86 giorni l’anno! Ma torniamo alla questione stipendi. Ora dal momento che da circa un decennio le retribuzioni della P.A. sono bloccate ai minimi storici, senza tener conto del costo della vita e che sono le più basse della Ue, e siccome anche sul mancato rinnovo contrattuale degli Statali incombe la mannaia della Corte Costituzionale, il governo farebbe bene a rivedere le retribuzioni dei propri dipendenti senza discriminare tra figli e figliastri, ma provvedendo con decreto d’urgenza ad una più equa redistribuzione delle risorse pubbliche, nel rispetto non solo della Costituzione, ma anche della dignità e dei diritti-doveri dei lavoratori e per una maggiore efficacia ed efficienza della P.A.! Altrimenti, a breve, i contribuenti italiani si ritroveranno non solo a tappare il buco creato dal "blocco" delle pensioni, ma a dover restituire a colpi di tasse anche i soldi negati fino ad oggi agli Statali, per via di un "blocco" altrettanto incostituzionale, quello degli stipendi!
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