Il governo è la causa del crimine?

Creato il 19 ottobre 2011 da Orwell84
Una delle principali motivazioni utilizzate in una discussione per sostenere la necessità dell'esistenza dello stato è certamente quella che riguarda la sicurezza di ciascuno di noi. L'assenza dello stato, nell'immaginario collettivo porta solo al caos, come spesso ipotizzato da film apocalittici, riportando l'uomo a organizzazioni sociali del tutto simili a quelle delle tribù primitive. Ma ciò che distingue l'uomo, o quello che ne rimane, dagli animali è la conoscenza dei vantaggi che possono derivare dalla cooperazione nella divisione del lavoro. Quanto più egli vuol migliorare il suo benessere materiale, tanto più deve espandere questo sistema di divisione del lavoro. Al contrario dell'individuo, è in guerra che lo stato si realizza pienamente: ingigantisce il proprio potere e il suo dominio sull'economia e la società. Tale ipotesi non si basa semplicemente su una teoria economica, ma anche su dati pratici. Sull'ultimo numero dell'Economist appare la seguente mappa che rappresenta il tasso di omicidi per ogni paese.
Queste percentuali sono correlate con qualcosa? L'Economist suggerisce che dei bassi livelli di performance economica sono legati ad alti tassi di omicidi. Questo è in parte vero, ma non svela completamente la verità. Le considerazioni di base che correlano la libertà economica con gli omicidi mancano di un'importante variabile, cioè l'influenza del governo. John Levendis e Edward Peter Stringham hanno vagliato i dati per 63 paesi e hanno trovato che alti tassi di omicidio sono correlati con una maggiore presenza del governo (misurato attraverso i bassi livelli di libertà economica). L'ipotesi liberale secondo cui i mercati promuovono la cooperazione sociale e l'intervento governativo crea solo conflitti è supportata dai dati di questa indagine. Questi risultati sono molto utili per diversi motivi. In primo luogo dimostrano che i liberali classici non sono certo dei reazionari favorevoli allo status quo. Non solo le loro teorie sono ben formulate da un punto di vista teorico, ma hanno anche un riscontro consistente nei fatti. Da un punto di vista legislativo, questi risultati indicano un punto di vista che spesso non viene mai preso in considerazione, sottolineando che ridurre l'influenza del leviatano può essere un ottimo metodo per aumentare la sicurezza dell'individuo. Forse con questi dati alla mano le persone potrebbero iniziare a mettere in discussione il dogma secondo cui uno degli scopi dello Stato sia quello di ridurre il crimine. Per motivi di tempo riporterò il sommario del lavoro, che può essere letto per intero a questo indirizzo. Abstract: La libertà economica porta a più o meno conflitti? Diversi autori argomentano che i mercati creano conflitti, mentre molti difensori della libertà economica, da Adam Smith fino a Milton Friedman, affermano l'esatto contrario. Questo argomento non è stato investigato in maniera empirica. Questo articolo esamina le varie idee secondo cui la libertà economica può condurre a una riduzione dei conflitti e per quale motivo l'intervento governativo può aumentarli. In seguito l'articolo si occupa dei dati transnazionali, per determinare se la situazione dei mercati e in conflitti sono correlati fra loro. Esso constata che in molti paesi, le libertà economiche sono significativamente e negativamente correlate con i tassi di omicidio. Questi risultati sopportano diverse prove di robustezza. L'aumento delle libertà economiche appare correlato alla diminuzione dei tassi d'omicidio. Se la relazione fra l'aumento dell'ingerenza statale e della criminalità, già dimostrata a livello teorico, ha anche una sua dimostrazione empirica l'unico modo per diminuire i tassi di omicidio è quello di imboccare la strada del laissez-faire. 

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