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Il governo Letta e il senno di Astolfo

Creato il 29 aprile 2013 da Trame In Divenire @trameindivenire

Estrapolato dal contesto delle “larghe intese” (chiamatelo pure “inciucio”, o vile compromesso con gli autori del disastro attuale, ma non ve ne uscite con la storia solidarietà nazionale!), il discorso programmatico di Enrico Letta alle camere ha tutto il sapore di un discorso in pieno stile democristiano (chi ha vissuto la politica al tempo della prima repubblica sa cosa intendo). La balena bianca era in grado di accontentare tutti, anche gli oppositori.
A dirla tutta, a tratti sembrava di ascoltare le parole del Presidente Napolitano, il migliorista, padre putativo e spirituale di questo governo, il manovratore.

Con il suo governo Enrico Letta pensa di:
restituire dignità al lavoro e ai giovani lavoratori (detassando e finanziando agevolazioni alle imprese che assumono); eliminare l’IMU e bloccare l’aumento dell’Iva previsto per luglio, ridurre il carico fiscale; riformare la legge sul finanziamento pubblico ai partiti e la legge elettorale, riformare il bicameralismo, eliminare gli stipendi ai ministri, abolire le province; introdurre il reddito minimo garantito per le famiglie meno abbienti; rifinanziare la scuola pubblica, e un piano di edilizia scolastica, investimenti pluriennali in innovazione e ricerca; riforma carceraria e modifica della legge sull’immigrazione.
Il tutto con gli autori del disastro in cui l’Italia è precipitata, progressivamente negli ultimi vent’anni.

Insomma siamo in presenza di un governo in cui c’è tutto e il contrario di tutto. Appunto, le larghe intese. Verrebbe da chiedersi intanto, se in tutto ciò v’è coerenza politica. E soprattutto, dove Letta troverà le risorse e come farà a far digerire ai suoi ex avversari, oggi alleati, le misure di segno contrario a quelle prodotte dagli stessi avversari (montiani compresi), negli anni e nei mesi appena passati. Appunto, la coerenza. Lo vedremo all’opera e alla prova dei fatti. Ma si sa, la coerenza, per questa classe politica, sembra essere alla bisogna. Ora, coloro che la patria l’hanno affossata, in un abbraccio mortale (per la politica) si erigono a salvatori, e la coerenza è come il senno di “Astolfo” andato in soccorso al paese come fosse l’Orlando dissennato.


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