Non si tratta solo di borse e di spread, che continuano ad essere alti, nonostante la formazione del governo tecnico italiano del professore Mario Monti.
Un governo che secondo il presidente Napolitano e lo stesso Monti avrebbe già ricevuto segnali positivi dalle capitali europee, ma a guardare quello che oggi scrivono i giornali di tutto il continente oggi la ragione del contendere non è l'Italia e nemmeno la Grecia o qualsiasi altro paese periferico.
A tenere alta la tensione è la consapevolezza che il vero punto debole dell'Unione Europea è la sua moneta, che non ha una vera banca centrale di riferimento e una politica monetaria a sostenerla, tanto che stamattina il quotidiano francese Le Monde si è lanciato in un'attacco a testa bassa contro la finanza anglosassone, ritenuta la vera regista dell'assalto ai debiti pubblici europei e della crisi che oggi comincia a lambire anche il paese transalpino, ma anche lo spread dei titoli austriaci oggi è salito a livelli record e senza alcuna ragione apparente.
Tutti sanno già che Moody's ha deciso di togliere la tripla A sul debito alla Francia e questa attacca...Goldman Sachs e i suoi "ragazzi", che poi sono Mario Draghi, Mario Monti e il neo premier greco Papademos (ma si sono scordati il professor Prodi, che sta scaldando i muscoli in attesa del ritorno).
Anche i francesi hanno cominciato ad aprire gli occhi, ma chissà se non sia già troppo tardi.
Un'altro elemento di tensione l'ha innescato un collaboratore della cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha rimproverato gli inglesi di fare poco per affrontare la crisi. Gli inglesi, da sempre piuttosto tiepidi verso l'obiettivo dell'Unione Europea, non se lo sono fatti ripetere due volte e hanno risposto per le rime, ipotizzando la necessità di riscrivere i trattati e di riprendersi almeno in parte la sovranità ceduta a Bruxelles, oltre che a ribadire che di Tobin Tax non se ne parla, dal momento che proprio Londra è il principale mercato finanziario mondiale.
I tedeschi ancora non hanno capito che se si vuole veramente salvare l'Euro devono essere loro a mettere mano al portafoglio, anche perché sono stati quelli che più ne hanno goduto i benefici negli anni di vacche grasse, e che più rinviano la decisione più dovranno pagare.
Naturalmente rimane l'opzione che tutto finisca per saltare in aria, insieme alle grandi utopie dell'Europa unita, libera, ricca e felice che ci hanno propinato per decenni in tutte le salse. Ma allora sapremo con chi dovremo prendercela...e non è Silvio Berlusconi.
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