Per chi come me ha una bimba di sette anni, raggiunta questa età, si ha la possibilità di iniziare un pochino a sviare dai cartoni animati e portare le visioni serali collettive verso altri lidi, così, giusto per movimentare un po' l'idea di cinema dei propri pargoli e per godere in prima persona di esperienze filmiche alternative.
Abbiamo individuato nei film dei decenni passati un'ottima alternativa al film d'animazione. In gran parte delle pellicole provenienti dagli anni '50/'60 il linguaggio usato era sempre tenuto sotto controllo, le situazioni proposte erano adatte ad un pubblico di famiglie e quelle piccanti/ammiccanti erano solitamente solo accennate o fatte intuire allo spettatore, così da non creare nessun problema agli eventuali fruitori in tenera età.
La commedia è forse il genere che più si adatta ai bambini, anche se nel nostro caso Lauretta non disdegna neanche i vecchi telefilm di Sherlock Holmes, giusto per portare un esempio. Cosa può esserci di meglio quindi di un bel film con Cary Grant? Qualità quasi garantita, la moglie sempre contenta di ammirare l'attore inglese e gradimento assicurato per tutti.
Il Gran lupo chiama è la penultima fatica di Grant che chiuderà la sua fenomenale carriera con il successivo Cammina, non correre. A sessant'anni l'attore godeva ancora di fascino, brillantezza e della giusta espressione sorpresa e stralunata che ha reso così efficaci innumerevoli sequenze disseminate qua e là in più di trent'anni di carriera.
Siamo nel Pacifico della Seconda Guerra Mondiale, l'esercito Statunitense fatica a tenere a bada le incursioni degli aerei Giapponesi sulla moltitudine di isolette della zona che viene presto evacuata. Il Comandante Frank Houghton (Trevor Howard) è in cerca di una sentinella civile da piazzare su una delle tante isolette del Pacifico che possa tenere informato il Quartier Generale sui movimenti di aerei e navi nipponici. Fortuitamente si imbatte nel suo vecchio amico Walter Eckland (Cary Grant), un vagabondo sempre in movimento con la sua barca nei mari della zona. Con una serie di espedienti e simpatici ricatti il Comandante riesce a incastrare per lo spiacevole compito proprio Eckland, notoriamente disinteressato e contrario alle manovre militari. Trovatosi solo, in possesso di solo una scialuppa a motore come mezzo di locomozione e per giunta senza whisky, Eckland assolverà controvoglia al suo compito finché non dovrà ingegnarsi per andare a recuperare un'altra sentinella in pericolo di vita in un'isola vicina (ma non troppo). Ad attenderlo ci sarà una sorpresa. A dirla tutta le sorprese saranno ben otto.
Il gran lupo chiama (nome in codice del Capitano Houghton) è una commedia capace di mettere in pace lo spettatore, se ne ammira il semplice eppur funzionale intreccio, le battute garbate, gli equivoci e l'immancabile risvolto rosa reso possibile grazie all'interpretazione di Leslie Caron. Si sorride spesso ma mai in maniera sguaiata e ancora una volta ci si trova a constatare la quasi infallibilità del buon Cary Grant capace di eccellere in qualsiasi situazione. Due ore che volano via in maniera assai piacevole.
Cary Grant in una scena del film