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Il grande Blek

Creato il 31 ottobre 2013 da Albix

Il grande BlekMentre mi recavo dal dentista, ieri sera, mi sono fermato per rifiatare davanti a un’edicola. Ho scorso con gli occhi uno scaffale mobile che stava appoggiato alla parete della strada.

Con sorpresa ho notato la presenza di un mio vecchio amico: Blek Macigno!

Con Capitan Miki, Blek Macigno è stato il mio fumetto preferito, la prima delle mie letture di evasione.

Più tardi li avrei soppiantati in favore di Tex Willer, Zagor e il Piccolo Ranger; e più avanti ancora con eroi ed eroine meno edificanti, anche se in maggiore sintonia con il mio sviluppo ormonale.

Ma i primi amici sono stati loro: Blek e Capitan Miki! Hanno il mio stesso anno di nascita e sono cresciuto con loro!

Con Blek sono da ricordare gli inseparabili amici di mille avventure  Roddy e il professor Occultis.

Fanno da  sfondo alle gesta dei nostri tre amici l’America dell’East Coast (ricordo soprattutto Baltimora e dintorni) in mano agli sfruttatori inglesi (che Blek chiama con l’epiteto di Gamberi Rosse, a causa del colore della odiata divisa).

Blek combatte contro gli Inglesi la sua battaglia per l’indipendenza dell’America.

L’eroe, che indossa giubbotto smanicato e copricapo di castoro su pantaloni rossi, predilige menare le mani contro i protervi figli di Albione, anche se non disdegna qualche sparatoria con il suo fucile (forse un Kentucky, considerando l’epoca: 1779, o giù di lì).

Le sceneggiature delle avventure sempre emozionanti,  ora non saprei ricordare, ma mentre sfogliavo il giornaletto (ora riedito in formato gigante e con periodicità mensile, ma al tempo che fu su striscia settimanale) ho provato una grande emozione; mi sono risentito un Roddy più che un Blek (troppo forte e troppo biondo per potermici identificare), pronto a mollare la scuola per correre nelle praterie, libero e felice, a caccia di indiani malvagi e inglesi protervi.

All’epoca (parlo degli anni sessanta) il personaggio ebbe davvero una grande diffusione, e non solo tra noi ragazzetti in calzoni corti.

Ricordo, ad esempio, un personaggio del mio paese (in provincia di Cagliari), famoso per la sua forza erculea e soprannominato “Su Blek”; e ricordo certi epici duelli tra rivali in amore che si affrontavano corpo a corpo  ”a  strumpasa” (o se preferite, nella lotta greco-romana in salsa sarda) e gli arbitri improvvisati che, nel separarli, intimavano, con voce perentoria “Blek! Blek!”, (più in là avrei capito che si trattava di una parafrasi erronea del “Break” degli arbitri della Boxe americana; ed io, nella mia candida ignoranza, allora, pensavo che quel “Blek”, urlato da quegli arbitri improvvisati, non avesse altro significato che quello di staccare il più forte dal più debole, seppure soltanto per un momento di pausa nel feroce combattimento corpo a corpo.

Ricordi innocenti di un’età beata che non tornerà più, ma che mi rende felice, seppure per un attimo, ricordare.

 


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