ieri il trota, scriverlo con la maiuscola scusate mi pare troppo, mi ha ricordato con la sua bella uscita una delle cose che detesto maggiormente delle dinamiche di gruppo - si vede è che facciamo formazione aziendale? si vede anche che non serve a un cazzo vero?Comunque ieri il nostro pescetto di fiume, rispetto al dissenso dimostrato intima ai rivoltosi di lasciare il partito se non si è d'accordo con il vecchio padre ( partito ma non era una lega? vabbè .Ecco a me questa cosa del o "con me o vai via" mi manda fuori. Qualcosa di simile molti anni fa è capitato anche al lavoro, non a me, ma a un collega che stimavo e stimo moltissimo, una divergenza di opinioni spostata subito sul personale ha fatto si che il collega si allontanasse messo alle corde da un superiore che gli ha detto o te o me.Ora mi chiedo, il lavoro (almeno dove sono io), la politica, la bocciofila e il circolo del tennis sono posti dove la democrazia esiste, si vota il CdA, si vota il rappresentante o il presidente e via discorrendo. Evidentemente chi poi ottiene una carica, chiamiamola generosamente di potere, dimentica di non essere stato imposto da Dio, di non essere il signore e padrone, il despota con diritto di vita o di morte.Improvvisamente la democrazia che tanto piaceva fino a che si stava dall'altra parte della barricata viene vista come fumo negli occhi. La discussione si trasforma in contestazione, diventa una specie di "non mi ami più", prima parte l'isteria, io sono il capo tu fai come dico io, poi la consapevolezza di essere in una posizione di forza, o io o tu. Io ho pulsioni antidemocratiche frequenti, che censuro anche quando potrei permettermi di non farlo, e non è paura è proprio controllo, cioè a me quel modello fa orrore, non voglio essere così e mi impegno, la reazione di pancia in certi contesti, ammesso che ve ne sia uno giusto, è sbagliata. Non sei d'accordo? ne parliamo, fino allo sfinimento. Ottimo sarebbe avere argomenti e prove per confutare le tesi altrui, ma ho notato che l'isteria è tanto più accentuata quanto più l'idea è buona o l'obiezione valida.Sarà che io son fatta a rovescio, sarà che ammazzerei per sentire una nuova idea tutti i giorni, ma mi piacerebbe avere gente attorno che viene a dirmi "ho pensato questo e quello ho avuto un'idea", ma no al capo no.Evidentemente essere eletti - in qualunque posizione - contribuisce a far credere all'eletto non di ricoprire una carica organizzativa, ma di essere superiore in senso assoluto.Nemmeno a me piace sentirmi criticare, e chi piace? a caldo mi rode, ma ci penso e difficilmente non c'è qualcosa di giusto nella critica, perchè mai allora dico anche il capo non può fare dell'autocritica? Di solito la furia omicida del capo si accompagna anche all'antico adagio nessuno è indispensabile.Esatto!quindi a "o io o tu" io dicoTU
Magazine Maternità
ieri il trota, scriverlo con la maiuscola scusate mi pare troppo, mi ha ricordato con la sua bella uscita una delle cose che detesto maggiormente delle dinamiche di gruppo - si vede è che facciamo formazione aziendale? si vede anche che non serve a un cazzo vero?Comunque ieri il nostro pescetto di fiume, rispetto al dissenso dimostrato intima ai rivoltosi di lasciare il partito se non si è d'accordo con il vecchio padre ( partito ma non era una lega? vabbè .Ecco a me questa cosa del o "con me o vai via" mi manda fuori. Qualcosa di simile molti anni fa è capitato anche al lavoro, non a me, ma a un collega che stimavo e stimo moltissimo, una divergenza di opinioni spostata subito sul personale ha fatto si che il collega si allontanasse messo alle corde da un superiore che gli ha detto o te o me.Ora mi chiedo, il lavoro (almeno dove sono io), la politica, la bocciofila e il circolo del tennis sono posti dove la democrazia esiste, si vota il CdA, si vota il rappresentante o il presidente e via discorrendo. Evidentemente chi poi ottiene una carica, chiamiamola generosamente di potere, dimentica di non essere stato imposto da Dio, di non essere il signore e padrone, il despota con diritto di vita o di morte.Improvvisamente la democrazia che tanto piaceva fino a che si stava dall'altra parte della barricata viene vista come fumo negli occhi. La discussione si trasforma in contestazione, diventa una specie di "non mi ami più", prima parte l'isteria, io sono il capo tu fai come dico io, poi la consapevolezza di essere in una posizione di forza, o io o tu. Io ho pulsioni antidemocratiche frequenti, che censuro anche quando potrei permettermi di non farlo, e non è paura è proprio controllo, cioè a me quel modello fa orrore, non voglio essere così e mi impegno, la reazione di pancia in certi contesti, ammesso che ve ne sia uno giusto, è sbagliata. Non sei d'accordo? ne parliamo, fino allo sfinimento. Ottimo sarebbe avere argomenti e prove per confutare le tesi altrui, ma ho notato che l'isteria è tanto più accentuata quanto più l'idea è buona o l'obiezione valida.Sarà che io son fatta a rovescio, sarà che ammazzerei per sentire una nuova idea tutti i giorni, ma mi piacerebbe avere gente attorno che viene a dirmi "ho pensato questo e quello ho avuto un'idea", ma no al capo no.Evidentemente essere eletti - in qualunque posizione - contribuisce a far credere all'eletto non di ricoprire una carica organizzativa, ma di essere superiore in senso assoluto.Nemmeno a me piace sentirmi criticare, e chi piace? a caldo mi rode, ma ci penso e difficilmente non c'è qualcosa di giusto nella critica, perchè mai allora dico anche il capo non può fare dell'autocritica? Di solito la furia omicida del capo si accompagna anche all'antico adagio nessuno è indispensabile.Esatto!quindi a "o io o tu" io dicoTU
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