“Oggi mi trovate accanto alla nota figura della nostra Penisola, un’Italia stretta e attraversata dagli Appennini, l’esiguità del territorio e la catena montuosa fa si che ci siano molti fiumi, una risorsa, ma anche un problema…ecco come Corrado Augias apre il suo appuntamento quotidiano proponendo lo studio dei passati equilibri delle nostre regioni fluviali come supporto per una pianificazione sostenibile del territorio e per una nuova generazione dei paesaggi futuri. Augias ne parla con la professoressa Lucia Masotti a “Le Storie – Diario Italiano” in onda su Rai3. I fiumi costituiscono un patrimonio, una straordinaria ricchezza ma devono essere regolati, perché è chiaro, sono organismi complessi e la loro mala gestione è causa di inondazioni, fango, case distrutte, devastazione , impetuosità e inquinamento.
Parliamo quindi di geografia e di ricordi con Lucia Masotti, docente dei corsi di Geografia dell’Ambiente e del Paesaggio e di Cartografia presso l’Università degli Studi di Bologna, autrice del libro “Il paesaggio dei tecnici, attualità della cartografia storica per il governo delle acque” che porta avanti la tesi che l’ingegneria idraulica e la geologia accompagnata alle scienze umane possano trovare nuove ed attuali risposte.
Il Po scorre come un confine tra le province di Piacenza e di Cremona, un tempo vero limite politico tra due Stati distinti. E’ il fiume della parte del Paese più sviluppata che grava sulle persone, animali e sull’economia aziendale. Attraversare il paesaggio dei tecnici significa compiere un viaggio dentro il tempo e le conoscenze sviluppate per vivere col fiume. La cultura della civiltà dei fluviali, che in passato ha portato al dominio dell’acqua nei periodi di piena, ha scavato canali artificiali che permettevano all’acqua di defluire in percorsi forzati, costruito dighe, bacini e cisterne, tutte opere che permisero agli uomini di svilupparsi e di beneficiare dei vantaggi della vicinanza dell’acqua, vantaggi che si tradussero nella semplificazione dei lavori dei campi e dell’allevamento, nel miglioramento della qualità della vita e dell’alimentazione, con conseguente sviluppo sociale e culturale. Acque limpidissime e con pesci buonissimi. Oggi, non è più così, alti livelli di fosforo, metalli pesanti, idrocarburi e amianto, vere discariche moderne, insomma, il Po oggi, è una fogna. I fiumi infatti, sono stati per molti anni utilizzati quali recettori degli scarichi delle attività antropiche. La conseguente perturbazione degli ecosistemi fluviali ne evidenzia uno sfruttamento incompatibile con la loro conservazione.

Insomma bisogna incentivare una sostenibilità ambientale che possa prevenire i disastri a partire da interventi mirati al contenimento dell’inquinamento chimico delle acque, e al recupero dei danni strutturali. E’ importante quindi adottare nuove strategie di gestione volte ad un bilancio sostenibile tra necessità umane, sociali ed economiche, e quelle di tutela della salute e del benessere collettivo anche al fine di renderne duratura la possibilità di fruizione da parte delle generazioni future.






