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"Il Grande Gatsby" : un buon libro,un pessimo film

Creato il 06 novembre 2014 da Lucia Savoia

Leggere un libro,molto spesso,è entrare in contatto con un nuovo mondo,le parole possono portarci ad epoche mai vissute,tra colori e suoni mai visti o ascoltati.

Con la trasposizione cinematografica delle opere letterarie,lo sguardo del lettore ha preso forma, trasformandosi in immagini e dando vita ,spesso,ad eccellenti opere(si veda "Apocalipse now","Il capitale umano" o "The reader" per citare solo i libri(ed i film) di cui abbiamo parlato nei precedenti articoli) .

Sebbene una pellicola non riesca mai ad incarnare perfettamente l'essenza del libro(rimanendo fedele ad esso in ogni particolare) e risulta,spesso, superficiale ed intuitivo il ruolo delle immagini rispetto alla profondità emotiva della parola;il lettore spera sempre di vedere, al cinema, incarnata l'atmosfera che egli ha percepito leggendo .

Tra le pagine del " Il Grande Gatsby" (titolo originale ) pubblicato nel 1925 da F.Scott Fitzgerald,chi di noi non si è ritrovato catapultato nell'era del jazz ,non ha sentito il rumore delle Charleston sul pavimento lucido,ballato insieme alle invitate dal casche Daisy?

tto alla francese,partecipato alle conversazioni senza contenuto o, semplicemente, guardato negli occhi tristi di

Tutto ciò non si riesce a percepire nell'opera cinematografica di la cui visione dell'opera muta completamente il significato della stessa ,lasciando l'amaro in bocca in coloro che si aspettavano di rivivere, attraverso le immagini, l'era del jazz e le avventure narrate da Nick Carraway.

" Tendo ad evitare ogni giudizio,un'abitudine che mi ha fatto incontrare molti tipi curiosi e reso vittima di non pochi inveterati scocciatori" .Sono queste le parole con cui Nick Carraway apre la sua narrazione ,parole di vitale importanza per capire la natura del personaggio,il suo stato mentale nei confronti di ciò che avverrà successivamente.

Arrivato nel Midwest per imparare il lavoro di borsa e stabilitosi a West Egg, Nick conoscerà la vita lussuosa e sfacciata di quel luogo a partire da una sua lontana cugina e suo marito Daisy e Tom Buchanan.Daisy è rinchiusa in una corazza di leggerezza,sensualità e raffinatezza,eterea nei movimenti quasi si lasciasse scivolare la vita e gli eventi dal corpo.Sebbene il suo viso fosse luminoso: i suoi occhi sprigionavano una tristezza insopportabile,costretti a far fronte al tradimento e al carattere violento di Tom:

" uno dei ricevitori più potenti della squadra del New Haven [...] uno di quegli uomini che raggiungono un'eccellenza così intensa e limitata a ventun anni che tutto quello che fanno dopo sa di delusione".

La sera in cui Nick incontrerà Jay Gatsby sarà nel suo magnificente palazzo ,ad una delle tante feste organizzate per le innumerevoli persone della zona:" Credo che la prima volta che sono stato a casa di Gatsby fossi l'unico ospite davvero invitato.La gente non era invitata ci andava e basta."

Gatsby era chiunque e allo stesso tempo nessuno,le voci di corridoio lo racchiudevano in una nube misteriosa, lasciando in tutti una curiosità stagnante.

" Gatsby riusciva a capirti fin dove volevi essere capito,credeva in te fin dove ti sarebbe piaciuto credere in te,e ti assicurava di aver ricevuto da te esattamente l'impressione migliore che speravi di dare".

L'incontro tra i due porterà il protagonista alla conoscenza di un mondo totalmente distaccato dalla moralità che tanto sperava si radicasse dopo la guerra.Sarà lo spirito lasciato dalla decadenza del "Sogno americano",molto sentito da Scott Fitzgerald,a far da sfondo alla storia d'amore tra Gatsby e Daisy,così come agli avvenimenti di West Egg.

Ritornando all'opera di Baz Luhrmann possiamo facilmente osservare che le digressioni di trama, l'uso smodato della tecnologia capace di rendere pacchiana;anacronistica;decisamente troppo confusionaria la scenografia, l' ambientazione e la colonna sonora, sono solo alcune delle dissonanze principali

.Le più importanti ,però,riguardando i personaggi, posti al di fuori del loro essere e la completa

alienazione da tutto ciò che il libro volesse mostrare.

Nick Carrawey, nel film ,scrive un diario, spinto da un dottore al quale racconta scosso la sua storia. Una sorta di remissione dagli eventi passati, in totale contrasto con la natura del personaggio privo di ogni pregiudizio ed esente da giudizi, nonostante la diversa concezione morale.

Daisy è rappresentata,invece, come un"oca giuliva" priva di sentimento .Solo Gatsby si avvicina al personaggio che abbiamo imparato a conoscere dal libro.Un Dio sicuro di se,sebbene la sua natura di uomo solo,ancorato a sogni del passato che nel corso degli anni hanno aumentato il loro volume e la loro irrealtà,non riesca a trapelare in modo netto.

Il film, oltre a sembrare immensamente finto ed innaturale, ci mostra le feste,le urla,i rapporti sessuali,l'ubriachezza ,ma non ci mostra cosa si cela dietro di essi.

Non ci da modo di capire il vero movente del frastuono, ciò che Fitzgerald nei suoi romanzi cercava sempre di far venir fuori,quell'inquietudine portata dalla solitudine,dall'indifferenza del mondo industriale,dalla sconfitta,dalla disgregazione di un Mito ormai lontano.


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