Il grande Match
Creato il 08 gennaio 2014 da Veripaccheri
Il grande match
di Peter Seagal
con Sylvester Stallone, Robert De Niro, Kim Basinger
genere, commedia
Usa 2013
durata, 113'
Due facce piene di pugni. Una definizione che calza a pennello per Henry
"Razor" Sharp (Stallone) e Billy "The Kid" McDonnen (De Niro), ex
campioni di pugilato che la vita ha segnato in modo diseguale. Il
primo, solitario e malinconico si guadagna da vivere lavorando in
fabbrica, il secondo invece, ridanciano e guascone, e' un imprenditore
con il fiuto per gli affari. Avversari dentro e fuori dal ring, i due
si ritrovano per ragioni opposte ad accettare trent'anni dopo una
rentrée che dovrebbe sancire una supremazia congelata dalla decisione
di "Razor" di abbandonare la scene dopo la vittoria che ha ristabilito
la parità tra i due contendenti. Un “grande match", per usare la
definizione del titolo italiano del film, che nelle mani di Peter Seagal
e della sua produzione diventa l'occasione per costruire un incontro di
stili e di recitazione che Robert De Niro e Sytlvester Stallone portano
naturalmente in dote, insieme ad un immaginario che pesca con
intelligenza e simpatia nelle rispettive filmografie. Perché se è' vero
che la sfida dei due arzilli sessantenni appartiene di diritto ad un
filone cinematografico che sempre più spesso mette in campo personaggi e
situazioni riconducibili alla cosiddetta terza età', appare altrettanto
chiaro che la scrittura del film gioca con l'iconografia delle due star
in un ribaltone fatto di citazioni e senso dello spettacolo.
In questo
modo se l’immagine di Stallone aveva finito per coincidere con quella di
Rocky Balboa, eponimo di un sogno americano fatto di sacrifici e sudore
fisico, e quella di De Niro era stata caratterizzata almeno sul piano
dei premi e del valore artistico da quella del Jack La Motta
interpretato nel capolavoro di Martin Scorsese (“Racing Bull”) così ne
“Il grande Match” le caratteristiche di quelle figure vengono si riprese
(l’attitudine proletaria e dropout di Razor vengono
direttamente dal film di John Avildsen, mentre la guasconeria e
l’egotismo di “Kid”sembrano una sintesi edulcorata della straripante
personalità del campione italo americano) ma solamente per diventare il
carburante di un divertimento che deriva in parte dalla visione di
corpi iconici deformati dalla lente d’ingrandimento del regista.
Di
quel mondo la commedia di Peter Seagal riprende le fasi della
preparazione, così come il crescendo emotivo che porterà alla catarsi
finale, ma anche quando le cose diventeranno più serie, ed i due
campioni si ritroveranno per forza di cose a fare i conti con le
conseguenze di un passato sentimentale egualmente disastroso – il pomo
della discordia rappresentato dal personaggio di Kim Basinger giocherà
un ruolo decisivo per le sorti della partita- non si potrà fare a meno
di sorridere nel constatare come neanche l’età che avanza, qualche chilo
di troppo, ed uno sguardo segnato dalle rughe riesca ad affievolire il
mestiere della coppia protagonista. In questo senso il contrasto tra la
sensazione del passare del tempo, rappresentata dai limiti della
prestazione fisica -peraltro sconfessata in maniera inverosimile quando
vediamo Henry/Stallone legato ad una corda intento a tirarsi dietro un truck di dimensioni gigantesche- ed il riferimento ad una spettacolarità
esibita ad ogni occasione – ci riferiamo alle coloratissime sequenze
che riproducono la promozione dell'evento sportivo e la sua celebrazione
- sembrano una rivisitazione dell'adagio "The Show Must Go On" che
"Il grande match" da par suo è in grado di soddisfare.
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