Magazine Curiosità
Non sò se avete mai letto i suoi testi, sono una cosa così coinvolgente che ti senti il protagonista, guardando le cose con i suoi occhi, attraverso le sue parole.
Una grande mostra fotografica che racconta i trent'anni di Tiziano Terzani in Asia, alla scoperta di un altro mondo e una diversa spiritualità, si apre il 23 marzo nel romano Palazzo Incontro. L'esposizione, che allestisce 100 scatti (fra cui alcuni inediti) del giornalista e scrittore scomparso nel 2004, si apre in concomitanza con l'uscita del film 'La fine e' il mio iniziò, tratto dall'omonimo bestseller-testamento di Terzani (pubblicato postumo da Longanesi), regia di Jo Baier con Bruno Ganz, Elio Germano, Erika Pluhar, Andrea Osvart, in sala dal 1 aprile (distribuito da Fandango).
Intitolata 'Tiziano Terzani. Clic! 30 anni d'Asia. La mostrà, la rassegna è stata curata dal figlio Folco, che ha selezionato le immagini, bellissime e in bianco e nero, per riproporre il percorso compiuto dal padre attraverso i paesi dell'Asia: dal Vietnam alla Cina, dalle Filippine al Giappone all'India. Scatti che costituiscono anche una chiave d'accesso a "un altro mondo", come scriveva Terzani, rimasto antico e misterioso: "Ci andai anzitutto perché era lontana, perché mi dava l'impressione di una terra in cui c'era ancora qualcosa da scoprire". Il percorso seguito da Terzani corrisponde anche allo sviluppo delle sue idee e del suo modo d'essere, a quella voglia di immergersi nell'Oriente misterioso, conoscerlo e quasi possederlo. Nel quotidiano e spiritualmente. In quelle terre sconfinate, Terzani ha viaggiato come suo solito, con un piccolo taccuino per gli appunti in tasca e una macchina fotografica al collo per poter accompagnare i reportage con le proprie foto, offrendo così uno sguardo e un punto di vista inediti.
"Io sono qui alla ricerca di una cultura che sia in grado di resistere alla modernità di tipo occidentale - scriveva ancora - Sono curioso di vedere come funziona un mondo non ancora retto esclusivamente dai criteri dell'economia". E la mostra testimonia perfettamente questo suo spirito di ricerca, presentando tra l'altro una ventina di foto inedite dedicate allo sconosciuto regno del Mustang, una delle regioni più isolate dell'Himalaya, una sorta di Shangri-la, la cui documentazione sarà raccolta in una prossima pubblicazione di Fandango Libri. Fandango è anche organizzatrice con Civita della mostra romana (promossa dalla Provincia) e distributore del film di produzione tedesca (però con partecipazione italiana, tra cui quella di Rai Cinema) in uscita nelle sale il 1 aprile.
Il grande giornalista e scrittore è interpretato da Bruno Ganz, mentre il figlio Folco ha le sembianze di Elio Germano. "E' il libro 'La fine e' il mio iniziò reso al cinema - ha spiegato l'attore Palma d'Oro a Cannes - un dialogo tra padre e figlio, mentre il padre si avvicina alla morte e decide di viverla con leggerezza convincendo tutti che non c'é niente di drammatico. E' un percorso che fanno insieme, il padre racconta la sua vita".
Sceneggiato da Ulrich Limmer e Folco Terzani, il film (che in Germania ha riscosso notevole successo) è un'ulteriore occasione per riavvicinarsi alla figura di Tiziano Terzani, "uomo intimamente e fortemente affascinante", ha detto Ganz, che dovendolo interpretare sul grande schermo, ha cercato di captarne lo spirito eremitico degli ultimi anni, rivivendo nei suoi luoghi. Le riprese sono state fatte tutte in Toscana, e in particolare, gli interni sono stati girati nell'abitazione di famiglia, a Orsagna, sulla montagna pistoiese.
Buona visione e buon viaggio anche se non sarà facile tradurre in immagine gli scritti di Terzani.
Buona Giornata !
Roberto
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