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Nasce il be bop: nel 1945 un gruppo di giovani musicisti si ritrovano fino a tarda ora alle jam session che si tengono in due locali di Harlem, il Minton's Playhouse e il Monroe's, da loro nasce un nuovo modo di fare jazz.
Questo stile che, con una parola ricorda il suono di una cadenza di due note che ricorre nei brani, venne prima detto rebop, poi bebop o semplicemente bop: Be-Bop fu anche il titolo di un brano inciso da Dizzy Gillespie nel 1945, che si può dire segni l'inizio ufficiale del movimento.
Il be bop è un passaggio fondamentale, è il momento in cui l'afro americano riprende il possesso della sua musica,stravolta dallo swing dei bianchi.
Lo stile già abbozzato da artisti come Coleman Hawkins, Art Tatum e Lester Young,aggiunge un nuovo approccio armonico, tempi velocissimi, propulsione ritmica non convenzionale e finalmente uno scarsissimo riguardo alla commerciabilità del brano.
Il jazz con il be bop perde completamente l'aspetto ballabile e commerciale che l'aveva sempre accompagnato fin dalla sua nascita nei bordelli di New Orleans, con il be bop il jazz diventa la musica che oggi ascoltiamo.
I pionieri indiscussi del genere furono il sax alto Charlie Parker e il trombettista Dizzie Gillespie.
Nel breve periodo in cui suonarono assieme i due formalizzarono e resero popolare lo stile che avevano inventato, documentato in una serie di incisioni storiche che essi fecero per la Dial Records.
Altri protagonisti del bop furono: il pianista e compositore Thelonius Monk e il suo amico (anch'egli pianista) Bud Powell, il batterista Kenny Clarke, il trombettista Fats Navarro, il sassofonista Sonny Rollins, il batterista Max Roach.
Gli atteggiamenti non solo musicali e le dichiarazioni dei bopper crearono una frattura generazionale con molti dei musicisti che li avevano preceduti (uno dei più noti critici dei bopper fu Louis Armstrong).
La frattura si estese anche al grande pubblico che proprio in questo periodo abbandonò il jazz per rivolgersi ad altri generi: il jazz, dopo avere dominato le classifiche per decenni, divenne quasi di colpo una musica d'arte, che cercava il suo pubblico tra gli artisti e gli intellettuali.
Avvertendo gli umori del pubblico, in gran parte sfavorevoli alle complessità e alle asprezze del nuovo genere, Gillespie tentò di smussarne gli angoli in vari modi: uno dei più proficui si rivelò l'inserimento di elementi di musica afro cubana.
L'esperimento non ebbe molto successo ma venne ripreso da altri artisti, fra tutti Stan Getz con la sua collaborazione con Joao e Astrud Gilberto.
La reazione agli aspetti più estremi del bebop iniziò già alla fine del decennio, ad opera di musicisti che avevano militato (e che a volte continuarono a farlo) nel movimento boppista.
Questo stile, che dalle sue caratteristiche melodiche e rilassate, prende il nome di cool jazz, si sviluppa tra la fine degli anni 40 e l'inizio degli anni 50.
La data di nascita convenzionale del movimento viene di solito fissata nel 1949 con la registrazione dell'album Birth of Cool di Miles Davis, suonato con Gerry Mulligan e Lee Konitz.
Altri protagonisti del cool: il trombettista Chet Baker (che si rivelò attraverso la sua partecipazione ad un famoso quartetto pianoless capeggiato da Gerry Mulligan) , i pianisti Lennie Tristano e il sassofonista Stan Getz.
Il cool jazz piaceva soprattutto ad un pubblico di nicchia, come era già accaduto per il bebop.
Il divorzio tra il jazz e il grande pubblico era definitivamente sancito.
Nello stesso tempo,siamo ormai all'inizio degli anni 50, i bopper sentivano il bisogno di una maggiore accettazione e, abbandonato il periodo della sperimentazione, iniziarono a creare formazioni con l'obiettivo di fare musica più orecchiabile.
Una scelta non destinata al grande pubblico, ormai attratto da altri generi e presto dal grande boom del rock, quanto per quello colto di classe media che trovava nel jazz la colonna sonora ideale per le proprie serate.
Questo mentre lo stile di vita autodistruttivo dedito alla droga e all'alcool, iniziato da Parker,apriva vuoti tra le loro fila (moriranno tanti grandi artisti e lo stesso Parker a meno di 35 anni) nasce l'hard bop.
Nasce da diversi protagonisti del bebop, che non passando al cool, preferiscono modificarlo smussandone gli aspetti più spinosi, creando appunto il nuovo stile.
La musica jazz si può considerare un varco verso altri mondi musicali: un genere che, partendo dalle forme popolari del blues (si può dire che tutta la musica moderna nasca dal blues), incorpora gli spiritual e via via altre forme di musica nera, come ad esempio il ragtime degli anni venti, e arriva ad utilizzare una base comune come punto di partenza per modificare poi di continuo il modulo armonico.
Tutta la musica jazz è stata definita come colta, appunto per il presupposto della conoscenza della musica classica e dei vari generi musicali.
La mia storia finisce qui, dopo questi eventi e questi grandi nomi, il jazz si trasformerà ancora con il free jazz di Ornette Coleman, con il quale diventa qualcosa di astruso e assolutamente non comprensibile.
Dagli anni 60 in poi, ed è una opinione strettamente personale, perde completamente la sua prerogativa afro americana diventando qualcosa di diverso,una world music colta ed elitaria.
Viene composto ed eseguito in tutto il mondo e prende molteplici aspetti a seconda delle diverse tradizioni musicali e personali dei musicisti.
Il jazz è arrivato nel periodo d'oro ad un tale livello di perfezione di esecuzione e di composizione che non sarà più possibile superarlo.
Avremo ed abbiamo altri bravi esecutori ma non più artisti del calibro dei nomi che abbiamo letto e che saranno argomento dei prossimi articoli.
Il jazz oggi è un continuo ripetere il be bop, il cool e l'hard bop, se pur con le più fantasiose variazioni, qualcuna anche molto bella.
La stessa cosa accadrà, e lo vedremo insieme, al classic rock degli anni 70.
Quando sia arriva a questi livelli, a questi talenti, a queste ispirazioni, quando si arriva al massimo, il resto non può che essere in discesa.
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