Chi non ha un lavoro è stressato dai disagi, l’angoscia della precarietà e gli inevitabili stenti che ne conseguono; chi lo ha perso è stressato perché vive un’esperienza di regressione nel proprio percorso di vita; chi ha un lavoro è stressato dai ritmi lavorativi incalzanti e dalla lotta quotidiana per
la sopravvivenza nell’ambiente di lavoro; chi ha molto lavoro è stressato dalla pressione prodotta dal superimpegno; chi ha poco lavoro è stressato dalla frustrazione relativa alla mortificazione dei propri progetti di crescita, dei propri desideri e le aspettative; chi è giovane è stressato dall’incertezza del domani e delle scarse prospettive ereditande dal mondo adulto; chi non è più giovane è stressato dalla preoccupazione di non avere abbastanza tempo ed energie per fronteggiare tutto il sospeso in essere che lo riguarda ecc.
E’ noto come la nostra sia un’epoca stressante ed ansiogena e viene voglia di domandarsi qual è la causa di tanto malessere generale e, se ne esiste una, qual è la cura. La creatura umana, pur essendo dotata di capacità di cogliere l”esplicito” e l’”implicito” dei fenomeni che osserva, quando si tratta di comprendere se stessi diventa miope e confusionaria. Da diverso tempo, le agenzie deputate, hanno molto posato l’attenzione sulla tematica: “stress da lavoro correlato”, ma probabilmente sarebbe più esatto definirlo “stress da cultura e mentalità”, visto che, il disagio in questione, non si limita soltanto al mondo del lavoro. E’ opportuno a questo punto richiamare alla nostra attenzione i criteri del sano sviluppo dell’essere umano.
Perché un ’individuo cresca psicologicamente sano e in buona salute è necessario che, nell’età della formazione, goda dell’adeguato appagamento dei Bisogni Primari che sono: bisogno di mangiare, di dormire e di ripararsi dal freddo, bisogno di cure e coccole ovvero bisogno d’amore. Se pensiamo a questi bisogni primari, come ad una condizione sine qua non, ci rendiamo subito conto che essi non si esauriscono con l’età della formazione, ma restano attivi e determinanti per tutta la vita della persona. La creatura umana ha bisogno di Amare e di sentirsi Amata, sempre, per poter godere del suo esistere; l’”insopportabile”, l’”inaccettabile” e il “terribile” non esistono sono solo un frutto della presunzione e della nostra cultura materialista, consumistica ed egoista che induce la persona ad identificarsi con le cose che ha attribuendo ad esse il potere di aumentare il proprio valore personale e il proprio benessere. Da tale scorretto ideologico si genera lo stress e la frustrazione esistenziale che poi, a mo’ di capro espiatorio, viene attribuita alle varie situazioni personali dando luogo ai meccanismi nevrotici stressanti. L’uomo si stressa per due motivi: quando non ama quello che fa e quando non si sente amato per quello che fa; praticamente sempre.