Solo sotto i vari ateismi di Stato la celebrazione del Natale venne soppressa. In Russia ad esempio lo si festeggia dal 1992, ovvero dalla caduta dell’URSS. Questo perché, anche se ci si sforza di evitarlo, non si può non legare il Natale al cristianesimo e alla nascita di Gesù. Lo stesso termine, “Natale” (dal latino “natalis”) indica proprio la connessione con la nascita di qualcuno, ed è davvero difficile che questo qualcuno possa essere Babbo Natale. Si può dunque fare finta di nulla, ma -anche se non lo si dice-, tutti sanno benissimo cosa (e chi) si festeggia il 25 dicembre.
Per gli atei militanti è un giorno insopportabile, per questo sotto i governi ateo-comunisti si decise di vietare ogni festeggiamento, e per questo oggi le Associazioni di atei e agnostici sparse nel mondo vorrebbero che si facesse lo stesso. Lo ha dichiarato in modo chiaro Dan Barker, fondatore e co-presidente della Freedom From Religion Foundation (FFRF), una sorta di UAAR americana.
Barker ha spiegato che vorrebbe costringere il governo federale a smettere di usare il termine “Natale” perché esso violerebbe il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Ha quindi ritenuto che il governo abbia uno scopo religioso nell’onorare tale vacanza dal lavoro. Il quotidiano Greeleygazette ha intervistato il leader degli atei americani chiedendo se avesse mai considerato una causa contro il Natale. Egli ha risposto di “no”, ma solo perché «nessun giudice del mondo sarebbe a nostro favore». Resta il fatto che, secondo il militante laicista, «il governo dovrebbe cambiare il nome della vacanza, da Natale a qualcos’altro».
Le reazioni a queste dichiarazioni sono state evidentemente tantissime, tra giudici, storici e giuristi. Quella più interessante è arrivata da Mat Staver, del Liberty Counsel, il quale ha risposto di non essere affatto sorpreso: «Non c’è alcun dubbio che vieterebbero il Natale, se potessero. Anche se non possono metterlo fuorilegge apertamente, essi continueranno a cercare di sgretolarlo. Sono persone piene di odio. Si tratta di un’organizzazione militante anti-cristiana». Ha poi continuato: «L’unica ragione per cui possono fare quello che stanno facendo è che sono in una società cristiana. Se vivessero in un paese musulmano, non potrebbero farla franca con attività simili».