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Il ‘Lessico sturziano’: un felice rilancio del pensiero di Luigi Sturzo

Creato il 23 maggio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

sturzo

Il 21 maggio si è svolta presso la Pontificia Università Lateranense a Roma la presentazione del LESSICO STURZIANO (ed. Rubbettino). Riportiamo le considerazioni conclusive di don Antonio Parisi, che insieme al Dr. Massimo Cappellano è stato il curatore del volume.

Il Lessico Sturziano nasce come iniziativa culturale e progetto di ricerca della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia. L’occasione prossima era la ricorrenza del cinquantesimo della morte di don Sturzo, celebrato nel 2009; ma l’impresa ha radici più remote.

Da quando ho cominciato ad accostare la figura di don Sturzo e a frequentare i suoi scritti (il suo pensiero è stato oggetto delle mie ricerche per la mia tesi dottorale), ho avuto la fondata impressione che consentire e allargare l’accesso diretto al suo pensiero avrebbe giovato a contrastare un pregiudizio largamente diffuso: quello di considerare Luigi Sturzo solo come un politico.

Il Lessico si prefigge anzitutto quest’obiettivo: introdurre e accompagnare il lettore, per un accostamento e un eventuale successivo approfondimento, consentendogli di orientarsi nei molteplici ambiti di riferimento, che abbiamo compendiato in sei aree tematiche: filosofia, storia, sociologia, politologia, economia e teologia. Quest’ultima rappresenta una grande novità, giacché è la prima volta che si propone una lettura teologica di Sturzo con un approccio tendenzialmente sistematico.

L’altro pericolo che il Lessico intende arginare è quello, non meno insidioso e riduttivo di quel pregiudizio, dell’approccio ideologico, che piega strumentalmente il pensiero sturziano a fini parziali e a interessi particolaristici.

In ordine a questo si sono ritenute necessarie chiare opzioni metodologiche (il titolo stesso di Lessico lo dichiara): è Sturzo che spiega Sturzo! Ogni altra lettura, benché legittima, è “altra cosa” rispetto al Lessico.

Abbiamo voluto vigorosamente arginare questo insidioso pericolo, sempre in agguato, anche a costo di qualche incomprensione. Ma è stato il nostro punto di forza! Abbiamo pertanto così evitato quanto, con qualche ilarità, si diceva di qualche commentatore del grande Tommaso d’Aquino: “si vis intelligere Caietanum, lege Thomam” (“se vuoi comprendere il commentatore, leggi Tommaso!”).

Nella sua articolazione contenutistica, il Lessico è fedelmente strutturato secondo una metodologia adottata dallo stesso Luigi Sturzo, nella sistemazione della prima serie della sua Opera omnia: egli volle infatti che ogni volume fosse corredato, oltre che dei consueti indici, anche di un indice analitico, ovvero di un dettagliato indice degli argomenti e dei concetti, perché potesse essere consentita una più agevole e organica lettura.

In questa direzione e a partire da questa logica si sono individuati un centinaio di studiosi, tra italiani e stranieri, di matrice religiosa, ideologica e politica diverse, scelti proprio nel segno della laicità sturziana. Da costoro – secondo le competenze di ciascuno – sono state scritte più di duecento “voci” o lemmi che, per la loro ampiezza e impostazione metodologica, costituiscono dei veri e propri saggi.

L’impresa è durata ben cinque anni, durante i quali non sono mancati imprevisti, problemi e tensioni.

L’esito è ora tangibile e dà soddisfazione la consapevolezza di poter offrire alla comunità scientifica nazionale e internazionale e al vasto pubblico di lettori la possibilità di un felice rilancio del pensiero di Luigi Sturzo.

Dal Lessico si staglia un profilo alto di don Sturzo ed emerge ripetutamente una grande e vivace intelligenza critica, animata da forti slanci ideali, che hanno sempre rappresentato l’anima del suo progetto socio-politico.

Emerge su tutto la figura sacerdotale di Luigi Sturzo, come lascia intendere anche la stessa china riportata in copertina.

È stata un’esperienza molto entusiasmante e davvero appagante.

Ci gratifica particolarmente l’aver garantito, attraverso il Lessico come quadro di riferimento, diritto di cittadinanza a tutti i cultori, antichi e nuovi, del pensiero sturziano delle varie istituzioni che si richiamano a Sturzo e che sono impegnate nell’approfondimento, nel rilancio e nella divulgazione del suo pensiero, e siamo orgogliosi di annoverare autori della quasi totalità delle istituzioni accademiche italiane e pontificie (con qualche sforamento Oltralpe e Oltreoceano).

Ci piace, infine, considerare il Lessico in relazione a quelle affermazioni dello stesso Sturzo a meno di un anno dalla sua morte, in un articolo su “Il Giornale d’Italia” dal titolo Speranze e auguri: «Oggi a 87 anni compiuti, io che credo nella provvidenza divina sono certo che la mia voce, anche se spenta, rimarrà per qualche tempo ancora ammonitrice per la moralità e la libertà nella vita politica».

Indubbiamente aveva ragione!

Antonio Parisi


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