Contravvenendo al giuramento d’Ippocrate, la dottoressa lo baciò, attirandolo a sé teneramente. Lui era lì per curarsi l’anima, come dalla cartomante o dall’astrologa. Ma la magia aveva indossato il camice bianco della scienza ed affondava bisturi asettici nelle viscere dell’Io. Il Super Io tentò di opporsi, come al solito, minacciando denunce per raggiro d’incapace. L’Es ne fu estasiato, e si rese immediatamente complice della seduzione. Funzionò. Qualcuno gli spiegò che si trattava di transfert. Ne trasse beneficio. Così il libertino, avventuratosi nel tempio dell’Igiene mentale per farsi le carte, guarì. Si ammalò la dottoressa. Altri sciamani ne curarono l’anima ferita, salvandola. Con grande gioia di tutti. L’unico a mostrarsene rammaricato fu il Super Io, come sempre, per pura cattiveria. L’Io e l’Es andarono a ubriacarsi insieme.
(Franco Cuomo, Elogio del libertino)