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Il libro bianco cinese sulle terre rare

Creato il 23 agosto 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Il libro bianco cinese sulle terre rare

Il 20 giugno 2012 l’autorità amministrativa superiore del governo cinese, il Consiglio di Stato, ha pubblicato il suo primo libro bianco ufficiale sulle terre rare. La Cina è il principale produttore, consumatore ed esportatore di terre rare al mondo, controllando il 97% delle forniture globali. La relazione rivela un certo numero di misure politiche governative sull’industria nazionale delle terre rare. La relazione alimenta le recenti controversie circa il futuro della fornitura di questi materiali grezzi, in modo particolare dichiarando che la Cina possiede solo il 23% delle terre rare del mondo, invece che il 36% come stimato dagli USA. Una delle sezioni più importanti della relazione riguarda la ‘situazione attuale dell’industria delle terre rare cinese’, e fornisce una visione dettagliata della stessa. Secondo il rapporto, la Cina ha sviluppato un sistema produttivo completo delle terre rare, dall’estrazione all’utilizzo del prodotto finito, che può produrre oltre 400 varietà di prodotti da terre rare. Il rapporto fa notare anche che nel 2011 la Cina ha prodotto più del 90% degli strumenti mondiali per la fusione e separazione di terre rare.

Nel tentativo di portare alla luce grandi problemi dell’industria delle terre rare cinese, come le estrazioni irregolari e illegali, lo sfruttamento eccessivo delle risorse, il deterioramento dell’ambiente e il contrabbando dilagante, il governo cinese ha rafforzato la supervisione su questa industria. La Cina continua ad implementare una vasta politica industriale di consolidamento, che è accellerata recentemente con la chiusura di centinaia di miniere e con l’acquisizione di molti produttori minori da parte delle principali aziende di estrazione del paese. La relazione sulle terre rare introduce un certo numero di obiettivi di sviluppo per l’industria, inclusi degli standard più rigidi per la protezione ecologica, promuovendo l’innovazione tecnologica, e una maggiore velocità d’implementazione di ciò che viene chiamato ‘la strategia conglomerata’ e modifica strutturale dell’industria. Tali politiche sono decisioni ben pianificate e direttamente collegabili all’obiettivo di lungo termine della Cina di diventare una nazione innovativa entro il 2020 e una potenza scientifica mondiale entro il 2050. La Cina ha precedentemente fissato una serie di obiettivi di sviluppo a breve, medio e lungo termine per una completa catena di attività di ricerca e sviluppo. Queste strategie sono state spiegate nel Decimo Piano Quinquennale (2001–05), nell’Undicesimo Piano (2006–10) e nella Guida Nazionale del piano di sviluppo scientifico e tecnologico a medio e lungo termine (2006–20).

Nel 2011 le terre rare ottennero un’importanza strategica per la leadership tecnologica della Cina quando, con un grande cambiamento politico, i metalli vennero formalmente inseriti nel campo del Ministero dell’industria e della tecnologia dell’informazione (MIIT). Questo ministero è l’architetto delle politiche industriali e di consolidamento cinesi, ed è incaricato di modellare lo sviluppo di settori emergenti che porteranno all’aumento della domanda di terre rare. In generale, il MIIT è responsabile per l’industria mineraria cinese, mentre il Ministero della terra e delle risorse è responsabile dell’estrazione e dello sfruttamento dei minerali, ed il Ministero del commercio è responsabile del commercio dei minerali. Fino ad ora le terre rare venivano considerate parte del settore delle risorse. Porre le terre rare sotto il controllo del MIIT aiuterà il governo cinese a gestire e coordinare l’industria nello stesso modo in cui si occupa di tutti i maggiori settori dell’industria.

I consumatori di minerali nei paesi industrializzati riceveranno ora una fornitura minore e ad un prezzo maggiore, poichè la Cina nel 2011 ha apportato un taglio del 35% alle esportazioni di terre rare, rischiando di causare una carenza globale dei minerali usati per costruire un grande numero di beni, inclusi smart phone, veicoli ibridi e missili guidati. Nella relazione Beijing cerca di giustificare le sue limitazioni alle esportazioni su questi elementi critici e si difende contro la denuncia al WTO presentata da Unione Europea, USA, e Giappone. La relazione discute di come la Cina necessiti di conservare maggiori quantità di terre rare per rifornire i settori dell’energia pulita e dell’alta tecnologia. La Cina insiste che le restrizioni sulle esportazioni rientrano in una eccezione legale alle regole del WTO, poichè l’obiettivo di queste misure è quello di proteggere l’ambiente. Proteggere l’ambiente è descritto come uno dei problemi principali nella relazione; infatti, il rapporto presenta le politiche cinesi come incentrate sull’assicurarsi uno sviluppo sostenibile e salutare dell’industria delle terre rare.

Il dominio della Cina nella fornitura delle terre rare è direttamente collegato ad un piano a lungo termine di Beijing. Questi piani a lungo termine promuovono lo sviluppo di un sistema di mercato tramite investimenti diversificati in campi che vanno dalla scienza alla commercializzazione dei prodotti in rapporto alla domanda. La relazione fa notare che, dopo anni di sviluppo, la Cina ha stabilito un relativo sistema di ricerca e sviluppo e ha creato numerose tecnologie di standard internazionali per l’estrazione, fusione e separazione di terre rare. Il sistema tecnologico e scientifico cinese funziona su un modello gerarchico, con programmi statali scientifici e tecnologici volti a stimolare lo sviluppo in aree strategicamente importanti. Questo tipo di sistema centralizzato ha favorito la ricerca applicata in economia diretta e strategia. Di conseguenza, ciò ha portato la Cina a divenire leader nella commercializzazione tecnologica, poichè lo Stato promuove connessioni tra istituti di ricerca e aziende commerciali. I conglomerati cinesi vengono incoraggiati dal governo ad organizzare i loro centri di sviluppo di ricerca e tecnologia e prendere il posto degli istituti pubblici di ricerca.. Ad oggi il successo della Cina nell’industria delle terre rare è il risultato tanto della cautela e della considerazione ai più alti livelli decisionali politici, quanto del pragmatismo, della disciplina e del calcolo dei rischi da parte di governo locale e singole aziende.

(Traduzione dall’inglese di Giuliano Luiu)


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