“Il libro del banchiere Geronzi”. Con questo titolo Sergio Bocconi ha annunciato nei giorni scorsi sulle pagine dell’economia del Corriere della Sera che l’ex presidente di Generali Ass. «sta scrivendo un libro nel quale racconta di sé, e ovviamente non solo, attraverso le sue agende».
«Lui, che da banchiere ha incontrato tanti alleati ma anche tanti rivali –si legge ancora-, sfogliando le sue agende potrà sicuramente ricavare materiale per scrivere pagine che è impossibile immaginare non lascino il segno».
Ma, ci sia consentito, saranno queste le pagine che lasceranno il segno? Non saranno piuttosto quelle non scritte?
Geronzi ha vissuto (ma non crediamo che sia finita) una «storia professionale (con incluse le vicende giudiziarie) lunga e complessa». Iniziata in Bankitalia, è proseguita alla Cassa di Roma», poi fusesi con S.Spirito e Banca di Roma, con Capitalia consegnata a UniCredit, e quindi con la presidenza dapprima a Mediobanca e quindi alle Generali di Trieste.
Ha incontrato ed “incrociato le armi” con quasi tutti i nomi della politica e della finanza: da Guido Carli ad Enrico Cuccia, dal “desparecido” Antonio Fazio a Romano Prodi, da Massimo D’Alema a Silvio Berlusconi.
Geronzi, come tutti i banchieri, ha fatto della riservatezza il suo credo. Chissà quanti segreti in quelle agende. Verranno svelati? In molti se lo augurano, ma …in molti di più no. Il messaggio adesso è inviato. Non ci resta che attendere