Image by Steve Rhodes via Flickr
per fortuna che ci sono loro, i trentasei giusti: secondo un’antica leggenda tratta dal Talmud in ogni generazione sono presenti trentasei persone la cui bontà commuove la divinità, impedendogli di distruggere il mondo (e anche in questo momento, di certo ne avrebbe quasi motivo). Jonathon Keats torna su questo tema promuovendo a “giusti” alcuni personaggi che apparentemente potrebbero definirsi esemplari: un ladro, una prostituta, una finta veggente, e altri ancora. Lo fa con brio e grande sapienza, ispirandosi all’intricato e colorito universo che si ricollega al mondo ebraico disegnato da Isaac Singer, al popolo dei rabbini e dei dibbuk, dei villaggi e dei rituali, senza disdegnare di inserirvi note ironiche alla maniera di Jonathan Safran Foer
http://www.youtube.com/watch?v=_dwrHDNgCoI
una intervista all’autore
Il libro dell’ignoto, Jonathon Keats, Giuntina
Un bugiardo, un imbroglione, un ladro e una sgualdrina. Da loro non ti aspetteresti certo la virtù. Eppure sono alcuni dei trentasei Giusti nascosti (a sé e agli altri) che secondo una suggestiva leggenda ebraica permettono al nostro basso mondo di continuare a esistere. Con vivida immaginazione e grande sagacia Jonathon Keats rielabora questa leggenda indodici sorprendenti racconti creando personaggi tanto improbabili quanto indimenticabili.
Jonathon Keats è un artista, scrittore, saggista e giornalista. E’ autore di due romanzi, The Pathology of lies e Lighter Than Vanity. E’ il critico d’arte del San Francisco Magazine, cura rubriche su Wired e su Artweek e collabora con numerose altre pubblicazioni, fra cui Art & Antiques, The Washington Post, The Boston Globe, Popular Science, Prospect, Forbes Life, Art & Auction e Salon.com. Ha fatto parte della giuria del National Books Critics Circle. Con The Book of the Unknown ha vinto il Sophie Brody Award. Vive a San Francisco e in Italia sul lago Maggiore.