Il mio viaggio tra i libri dedicati alla nostra bevanda preferita continua con Il libro del tè di John Blofeld edizioni Mediterranee, da non confondere con il più noto Il libro del tè di Okakura Kakuzo (di cui comunque parleremo presto).
Il sottotitolo è un’arte tradizionale, un piacere della vita, elementi che ricorrono continuamente nel testo in cui si intrecciano storia, tradizioni, riti, nozioni filosofiche e spirituali e ricordi dell’autore. John Blofeld si pone umilmente come guida per un amante occidentale del tè che voglia avventurarsi e conoscere la ricchissima cultura orientale, in particolare cinese. Un po’ come è accaduto a lui, giovane studente universitario a Cambridge perdutamente innamoratesi dell’Oriente. Blofeld ha vissuto in Cina, Tibet e Thailandia, ha studiato il buddismo e il taoismo e ha tradotto Il canone del tè di Lu Yu, il primo saggio della storia su questa millenaria bevanda.
I primi tre capitoli riguardano la storia della Cina e del tè. Tra le varie cose si parla anche dell’origine di questa parola e di come si sia diffusa in Europa (parte che abbiamo accennato nel post come si scrive tè in italiano).
Il quarto capitolo è dedicato alle piantagioni e al racconto di una sua visita. Più interessante è la sezione successiva dedicata alle case da tè in cui ho scoperto dettagli di cui non avevo mai sentito parlare altrove.
Si passa poi ai tè, tra cui lo storico Long Jing. Blofeld si concentra su Cina e Taiwan analizzando le principali referenze, raccontando storie, leggende ed esperienze personali che rendono meno tecnico e più emozionante il tutto. Bello sotto questo aspetto anche la sezione dedicata all’acqua (capitolo 8).
Il settimo capitolo tratta del taoismo con qualche accenno alla storia del tè in Corea (se siete interessati leggete Korean Tea Classics) e il nono di componimenti dedicati alla nostra bevanda preferita per poi passare a un vero e proprio manuale per praticare l’arte del tè.
Concludiamo con due sezioni che piaceranno molto al pubblico femminile: “Il tè e la ceramica” e “Il tè e la salute“. Particolare il fatto che l’autore parli anche dell’uso esterno delle foglie, argomento di cui non si accenna spesso. Ricordiamo però che è un tè è un piacere più che una medicina…
Sono certo che in questo mondo moderno in cui il ritmo di vita è in continua accelerazione e provoca negli individui ulcere, dispepsie, apoplessie e ogni genere di disturbo mentale, varrebbe realmente la pena di imparare e praticare l’arte del tè…
La frase finisce “alla maniera cinese” perché giustamente l’autore ha vissuto sulla propria pelle soprattutto questa parte del mondo del tè ma credo che il tè sia una piacere, un rito che possa aiutarci a tornare in pace con il mondo in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.
Prendetevi un po’ di tempo e preparatevi una buona tazza di tè!