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Il libro del week-end / "Sulle strade dell'utopia" diP.M.Mazzola /EMI-Bologna editore

Creato il 07 gennaio 2012 da Marianna06

L'ultimo libro di Pier Maria Mazzola,"Sulle strade dell'utopia",edito dall'EMI, l'editrice missionaria con sede a Bologna, non è altro che il racconto di quello che è stato l'itinerario spirituale e di vita vissuta di un prete davvero molto "speciale".

Parlo di don Tullio Contiero, appartenente alla Congregazione dei Marianisti, congregazione  fondata dallo Chaminade nel 1817, prete a Bologna a partire dal 1963 e scomparso alcuni anni fa, nel 2006, a Bologna, nel rimpianto unanime di chi aveva avuto modo di condividere, volutamente o casualmente, alcuni tratti di via con lui.

Non dirò nulla sul contenuto del testo ,perchè questa "storia" di vita va assolutamente letta e ripensata  per  poter capire il senso della proposta.

 Invece voglio soffermarmi su alcuni valori, che emergono a fine lettura.

Valori sui quali  non è mai abbastanza, da parte nostra, il volersi e il sapersi soffermare.

Scrive nella prefazione al libro monsignor Gian Carlo Bregantini, figura di prete e  di vescovo anch'essa di straordinaria  levatura (basti ricordare il suo impegno tra la gente,anni fa, da vescovo alle prime armi ,nella Locride), che don Contiero ,attraverso l'impatto con una povertà cercata e voluta nelle periferie romane degli anni '70, si fa, via via, da uomo di "borghesia" un uomo di Dio.

E poiché la santità, o anche soltanto il coinvolgimento nelle azioni di bene,  è quasi sempre "a grappolo", o se vi piace avviene ...per contagio, il nostro é subito, senza grosse difficoltà, punto di riferimento di molti giovani della Roma -bene, che lo collaborano per edificare in quegli anni molto difficili, anche e sopratutto politicamente, una società più giusta.

Dall'Italia  l'impegno verso gli ultimi, i "nostri" ultimi (ad esempio i barboni),don Tullio si sposta poi, gradualmente ,con quegli stessi giovani e altri ancora ,che si aggregano e che condividono la sua quotidianità d'impegno "forte" nel sociale,  come medici, agronomi, ingegnieri, addirittura in Africa.

In particolare l'Africa del Tanzania ma non solo.

Quella Tanzania o  Africa comunque, di cui Julius Nyerere, all'epoca, diceva  appunto che difficilmente i bianchi avrebbero cambiato il suo cuore ma che, tornati in Europa, forse avrebbero potuto cambiare il cuore  indurito ed egoista dei bianchi.

Non sempre è stato così.

Purtroppo.

E lo sappiamo bene, specie quando analizziamo il fenomeno becero e antistorico di quel movimento e partito politico di oggi, che si chiama Lega Nord. E la sua indisponibilità totale(razzismo) verso i migranti.

Migranti di casa nostra e migranti che arrivano da lontano.Indifferentemente.

Concludendo, la lezione che si apprende dalla lettura de"Sulle strade dell'utopia" è l'incommensurabile importanza dell'agire gratuito.Un valore super-speciale.

 A questo va affiancato la fiducia nell'invisibile,nel mistero, cui puoi dare il nome che tu vuoi, ma che sai che c'è sempre a vigilare, comunque, sul cammino della tua  esistenza. 

E, infine, la voglia e la capacità di reinventarsi anche nelle situazioni più difficili come può accadere tanto a casa nostra quanto in Africa o in altre realtà similari.

Perché la Scienza che non conosce Amore-ripeteva sovente don Tullio- serve a molto poco. Anzi non serve  affatto.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Sulle-strade-dellutopia

 


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