«A volte
osserviamo i pensieri distesi su un grande prato come la purezza dei fiori ed
essi aspettano che qualcuno si accorga della loro presenza. Restano lì fermi in
attesa, ma nessuno li raccoglie. I pensieri si ritrovano come le foglie che
cadono dagli alberi in autunno. Cadono, cadono e cadono e rimangono lì, pure e
innocue. La gente passa e le calpesta, e neanche chiede scusa.».
Le finestre dei pensieri gravita intorno
a ciò di cui oggi ci occupiamo poco: il pensiero. Ci troviamo di fronte ad un
flusso di coscienza che sembra nascere durante una notte insonne, in cui i
pensieri vagano e si contorcono talmente che si finisce col chiedersi il perché
del perché. Un testo senza pretese di scientificità che analizza un argomento
già studiato e già discusso da filosofi e letterati del passato che con una
rapida carrellata di analisi altrui ci porta ad un’interpretazione in chiave
moderna della questione. Qui si rimette in gioco tutto ciò che è stato detto e
lo si fa con gli occhi di Alessandro Bagnato, il quale in prima persona
s’interroga e ragiona: le finestre dei pensieri che si aprono, si chiudono, ci
fanno vedere attraverso i loro vetri e riducono allo stesso tempo la nostra
visuale.
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