La curiosa pubblicità natalizia del liquore Beirão (un digestivo al sapore di liquirizia ed anice diffusissimo qua) in cui mi sono imbattuta alla fermata del tram ritrae una caricatura composta di Sarkozy che ne regge in mano compiaciuto una bottiglia mentre la didascalia dice "Caro Nicolas, il Portogallo sta facendo del suo meglio". Poi continua incitando i consumatori a regalare prodotti nazionali per Natale. E ho scoperto che ne esiste anche una versione, identica, con la Merkel ..non poteva di certo mancare anche lei!
Una maniera per sdrammatizzare un po' la situazione attuale non propriamente felice dell'economia portoghese.
Eh già, Natale si avvicina e la crisi detta anche la pubblicità e la sobrietà dei decori festivi: quest'anno ancora niente luci per le strade, niente addobbi, niente albero gigante.
Il nuovo premier Coelho, eletto a Giugno dopo le dimissioni di Socrates, sta mettendo in atto un piano di misure di austerity molto pesante: ad esempio, hanno fatto molto discutere i sostanziosi tagli ai salari ed alle pensioni dei dipendenti pubblici, politici compresi, ed i prelievi forzati alla tredicesima e alla quattordicesima per chi percepisce un salario superiore al minimo (che non arriva a 500 euro). La crisi ha allargato ancora di piu' la forbice tra ceti abbienti e non, facendo assottigliare -se non addirittura sparire- la classe media, già scarsamente rappresentata in Portogallo (cosa che ho notato subito e che mi ha colpito quando sono arrivata a Lisbona).
Per Giovedì 24 Novembre era stato indetto lo sciopero generale dei lavoratori; tra i sindacati, quelli dei lavoratori nel settore dei trasporti pubblici sono stati i più compatti, provocando forti disagi alla mobilità. I prezzi dei biglietti di tram, autobus, metro e treno metropolitano sono aumentati in pochi mesi in molti casi del 40% e presto alcune linee verranno soppresse a scapito ovviamente delle zone più periferiche.
Tuttavia, come sempre succede, fioriscono alcune attività che riescono a trarre vantaggio da questa situazione: oltre ai negozi che acquistano oro e gioielli ad un prezzo molto inferiore a quello di mercato (attualmente l'oro è alle stelle), proliferano i call center, detti più elegantemente uffici di customer service, di cui Lisbona è piena.
Ormai moltissime multinazionali trasferiscono qui questo tipo di attività perché, pur rimanendo in Europa, il costo del lavoro è bassissimo. Parlo di colossi come Google, Microsoft, Apple, Siemens, Fujitsu, solo per citarne alcuni.
In questi posti vengono assunti impiegati da tutta Europa, per cui se per esempio qualcuno chiama dall'Italia la Microsoft perché gli si è inceppato il sistema operativo, sta in realtà chiamando un italiano a Lisbona che lavora 8 ore al dì per pochi euro (e pochissima gloria). E le aziende che si occupano di customer service a Lisbona hanno utili altissimi e si espandono a vista d'occhio in periodi di ristrettezze e di tagli aziendali. Mors tua...
Insomma, il 2012 si prospetta un anno molto duro da queste parti.
Mi piace però in questo momento chiudere con un lampo di leggerezza, come ho iniziato, e perché no, di speranza. E lo spunto, ancora una volta, mi viene dalla città martoriata dalla crisi. Mi auguro davvero che tempi come questi servano per capire dove si è sbagliato e per provare a ripartire avendo conosciuto cosa vuol dire il peggio, che nei proverbi deve sempre ancora venire, mentre nella realtà ti sorprende anche quando era stato annunciato.
Camminando per Rua do século leggo, affisso alla porta di una galleria di arte che espone pezzi da collezionismo di giocattoli:
"Contro la crisi serve ottimismo. [...] In tempo di crisi l'arte è necessaria [...] Per superare la crisi serve passione!"
Meno male che ogni tanto c'è qualcuno che ci tiene a ricordarcelo.